Cap.1 They don't know about us

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"Mia mamma... M-mi ha iscritto.. Ad xfactor."
Omiodio. Con tutto quello che avrebbe potuto dirmi, quella rivelazione mi colse di sorpresa.
"M...ma cosa diavolo stai dicendo?"
"Mi ha iscritto ad xfactor, Cher. Ad xfactor"
"Ma è fantastico!" Gli saltai tra le braccia stringendolo più forte di quanto volessi.
"Non parteciperò". Disse spingendomi via.Cosa? Da quando per Harry xfactor era diventato una cosa di cui preoccuparsi? Voleva fare un'audizione da quando frequentavamo l'asilo.
"Sei serio o mangi sassi?"
"Non è il momento di scherzare, Cher." La sua voce non lasciava trapelare neanche un pizzico di ironia.
"No appunto." Non mi ero accorta della velocità della conversazione fino a quando Harry non mi superò per andare a distendersi nel mio letto, avvolgendo tra le braccia un cuscino per coprirsi il viso.
"Harry... Ma cosa c'è che non va?" Presi posto accanto a lui, buttandomi mentre mi reggevo di lato con il braccio destro, usando la mano sinistra per strattonare il cuscino in modo da scoprirgli la faccia. Volevo che mi guardasse negli occhi mentre mi diceva che non sarebbe andato ai provini.
"Non sono pronto" farfugliò ancora con il cuscino davanti.
"Harry... Sei nato pronto!"
"Oh, no." Disse sorridendomi. "Non iniziare a parlarmi usando vecchi discorsi di incoraggiamento di film scrausi."
Ecco il ragazzo che conoscevo.
Il ragazzo di cui ero segretamente innamorata da anni. La mia risata rimbombò nella stanza, un sorriso accompagnato da quelle profonde fossette che amavo, comparve nel suo viso.
"Dico sul serio"
"Oh certo."
Ci scambiammo dei timidi sorrisi mentre lui cercava una posizione comoda per abbracciarmi. Mise la testa appoggiata alla mia pancia. Anche attraverso il tessuto della maglia, potevo sentire gli occhi di Harry chiudersi.
"Ehi amico... Stai bene?"
"Ehi amica..." Andavo fiera del nostro saluto. Era come avere uno di quei nomignoli che solitamente ci si da tra fidanzati, senza però mettere in mezzo parole come 'tesoro', 'gioia', 'zucchero', che onestamente mi fanno venire la nausea. Quando Harry mi chiamava così sentivo che mi apparteneva, era solo mio; solo con me aveva un saluto speciale e ne ero pienamente consapevole. Purtroppo però, sapevo anche che per lui era solamente una cosa tra migliori amici, e niente di più.
"Io..." Harry riprese a parlare interrompendo i miei pensieri.
Alzò la testa verso la mia, per guardarmi.
"Io... Ho paura."

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