Cap. 24 Can we dance

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Mi sveglio tra le braccia di un ragazzo riccio tutto spettinato. Sta ancora dormendo disteso a letto con me, e vorrei tanto sapere a cosa pensava quando si è addormentato stringendomi e a cosa possa star sognando in questo momento.Le sue labbra hanno assunto un'espressione imbronciata, è talmente dolce che non riesco a trattenermi dal baciarlo.

"Buongiorno" apre gli occhi e mi sorride.

"'Giorno" rispondo.

Stiamo qualche minuto a letto a guardarci senza dire quasi niente, finché non mi viene in mente una cosa :" Devo assolutamente cercare un lavoro oggi. Non posso permettermi questo albergo ancora per molto. Per cui vado a fare una doccia e a prepararmi."

Sorrido e cerco di alzarmi dal letto. Sinceramente non ho nessuna voglia di lasciare Harry anche solo per dieci minuti, figuriamoci andare a lavorare senza di lui. Però devo farlo, ne ho bisogno e non posso farne a meno. Se riesco ad alzarmi adesso senza ripensamenti supererò la parte peggiore.

Mi tiro su, ma appena poggio un piede a terra, sento un peso sul braccio che mi riporta giù.

"No, non pensarci neanche." Mi dice. Le fossette che ho tanto amato e che amo compaiono sul suo viso insieme a qualche ruga intorno agli occhi.

"Lasciami, devo andare." Rispondo.

"No invece." E prendendomi anche l'altro braccio, mi butta a pancia in su sul materasso. Mi colpisce come certe cose non siano ancora cambiate a distanza di anni, nonostante tutto e tutti.

Sussulto e inizio a urlare e ridere istericamente come una bambina, e me ne vergogno, per cui spero che Harry finisca presto la sua tortura basata sul solletico e mi lasci andare in bagno.

"Ti prego, ti prego" chiedo ansimante. Schiocca un piccolo e casto bacio sulle mie labbra, ma continua a tenere le mie mani tra le sue e le sue gambe a bloccare le mie.

Quindi si solleva e dice :"ti arrendi?" Oh, come se non mi conoscesse.

"Mai" Rido.

"Amo la tua risata." Sussurra lui. Allenta la pressione con la quale mi spinge e inizia a guardarmi in modo serio, ma con uno sciocco sorriso stampato in faccia. Lo stesso che ho io.

"Io amo quando mi fai ridere così." Ammetto.

"E io amo te."

HARRY'S POV:

"E io amo te" dico senza pensare. É la verità, la cosa più pura e sincera che mi viene in mente, ed esce dalla mia bocca esattamente così.

La amo, amo quando ride e arriccia il naso, la sua bocca, i suoi grandi occhi profondi, i suoi capelli (che la maggior parte delle volte sono spettinati), il suo corpo, il suo fottutamente bellissimo corpo sexy, le sue mani delicate, i suoi modi di fare e la sua risata. Amo perfino i suoi strani cambi d'umore, quando da dolce passa all'improvviso ad acida, mi tratta male e mi risponde con un tono cattivo, il suo sbuffare in continuazione quand'è stanca, la preoccupazione per le cose quotidiane, il suo arrivare sempre in ritardo o troppo in anticipo, quando non mi ascolta perché si perde nei suoi pensieri, quando arrossisce, quando mi aiuta a studiare o quando guardiamo un film.

Amo il suo modo di mangiare la pizza e quando si macchia con la frutta o il gelato, il suo terrore per i ragni, la concentrazione quando scrive qualcosa e il suo scarabocchiare quando parla al telefono.

Amo tutto di lei, e al diavolo il resto, non ho idea di come io sia riuscito a stare tanto senza vederla e credo non capirò mai cosa mi sia passato per la testa in quel periodo.

Sgrana gli occhi e semi apre la bocca, ma non dice niente.

Le mollo i polsi e porto le mani vicino alla sue testa per reggermi con i gomiti. Continuo a guardarla, ma lei non dice assolutamente nulla. È davvero imbarazzante. Forse non avrei dovuto dirlo.

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