Cap.21 Young Blood

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"EHI! Fermo stronzo!"

O forse no.

Non sento più la mano grande di Harry che mi tiene in piedi, sento di star cadendo a terra, ma in realtà non ne sono poi così sicura... Voci lontanissime mi chiamano, dicono di correre, di andare via, di salvarmi, altre sono accusatorie e mi offendono con nomignoli spregevoli, adesso di nuovo di andare via, ci penserò io, dice, ma a cosa?

Forse non sono caduta, mi sono solo seduta sulla moquette di quella piccola stanza, perché adesso sto fissando il muro.

Sento qualcosa che mi prende per il braccio, non è Harry, queste mani sono più piccole e sporche delle sue, e non hanno la sua delicatezza.

Probabilmente mi tira il braccio e forse vuole farmi alzare, ma non ci riesco.

La mano viene staccata da me.

Corri! Mi dicono.

Andiamo, andiamo, vieni con me! Mi dicono.

Dove dovrei andare? Con te chi?

Dei grandi occhi verdi spalancati per il terrore mi appaiono davanti, un volto sporco di rosso, di graffi, con un riga rosso scuro che scorre a partire dal labbro inferiore fino al collo. Si sta tirando i ricci castani per la disperazione, mi dice qualcosa che non riesco a sentire, ma percepisco il suo fiato caldo vicino al viso.

Ad un certo punto, braccia forti, non sento più il pavimento sotto di me, le mie gambe scalciano l'aria, mi sposto, ma non so come. Riesco a capire che stiamo attraversando il vetro, adesso scendiamo facendo delle curve a chioccia, e sento di nuovo il suo alito su di me, ma non capisco. Ci provo e ci riprovo, vorrei afferrare ogni singola parola che sta dicendo e tenerle con me, impararle a memoria, ma tutto ciò che sento sono sussurri sfocati.

Poi delle sirene. Polizia o ambulanza? Non capisco, mi sembra di starmi perdendo nel buio, poi il volto di un poliziotto, e tutto ciò che ho cercato per anni di dimenticare mi torna alla mente nitido come mai prima.

"Mamma esco!" Urlo affinché mia mamma possa sentire. Ormai sono già davanti alla porta e mi precipito per aprila.

"Ok. Non fare tardi! Ma dove va-" BUM. Porta chiusa. Ce l'ho fatta, si!

Finalmente posso andare ad una festa, la prima da quanto Har-... Ehm, lui, se n'è andato.

Mi guardo i vestiti. Bleah, sono quelli che mi aveva comprato mia madre tempo fa. Cammino verso un bar a caso, devo solo entrare in bagno per cambiarmi dopo aver preso dell'acqua come scusa.

Apro la porta... Oddio ma che posto è questo? Non c'ero mai stata, ma non credevo potesse essere così... Strano. Non importa Cher, cammina, ormai sei dentro, e devi smetterla di fuggire dalle tue paure come una bambina immatura.

Sento occhi posarsi si di me, credo di essere l'unica ragazza qui dentro, ma non me ne curo. 'Stasera è la mia sera e nessuno me la rovinerà.' Mi ripeto. Nessuno.

Mi dirigo al bancone sporco dove un uomo sulla quarantina con una barba foltissima mi chiede cosa voglio. Una coca cola sarebbe da ragazzini, e qualsiasi altra bibita senza alcolici. Chiedo solo un bicchiere d'acqua naturale. Temperatura ambiente o freddo, freddo.

Me lo serve e sorride, di sicuro non in modo amichevole, canzonatorio, ma non mi importa. Riesco a vedere il piercing che ha sulla lingua , giusto per completare il trio insieme a quello al sopracciglio destro e al labbro inferiore. La giacca di pelle e i pantaloni di jeans scuro con le catene sono ingannevoli, ma non mi faccio spaventare. Bevo tutto d'un sorso perché voglio andarmene, appoggio il bicchiere e ringrazio, e chiedo dove si trova il bagno. Mi vengono date indicazioni che seguo attentamente, e mi ritrovo in uno spazio minuscolo, sporco, dove la puzza di fogna mi riempie i sensi e non mi fa pensare ad altro. Devo cambiarmi. La persona prima di me non riteneva importante tirare lo sciacquone, a quanto pare, ma cerco di non concentrarmi troppo su quel particolare. Ripenso a ciò che mi aveva detto quella ragazza, a scuola, quando mi aveva invitata.

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