Cap. 22 Not about angels

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Pensandoci, il buio non dovrebbe far paura. Siamo abituati a conviverci costantemente, lo vediamo ovunque, ogni volta che sbattiamo le palpebre, chiudiamo gli occhi per dormire, spegniamo una luce...Eppure, oggi, in questo ospedale, ne sono terrorizzata. Il buio mi colpisce violentemente, mi strappa dalla realtà e travolgendomi mi porta in un altro posto e dimensione, dove niente è reale.

Mi porta via dalla vita e mi trascina in un mondo di sogni, e, beh, di buio. Sono più o meno cosciente quando sento la voce più bella mai sentita gridare e pregare che resti. Ma non ce la faccio, il buio non si combatte, perché si sa già che si perderebbe in partenza. E così, mi lascio prendere, mi abbandono completamente mentre, tutto nero attorno a me, il buio mi riporta da dove mi ero appena svegliata. Lontana da lui.

HARRY'S POV.

"Dobbiamo lasciarla dormire, se ne ha bisogno. Se il destino è dalla nostra parte, tornerà da noi." No. Ma che cazzo?

"Se? Se? Vuol dire che POTREBBE tornare così come non potrebbe?" Che razza di dottore è questo?

"Mi dispiace." Risponde.

"Le dispiace? Le dispiace? Come sarebbe a dire che le dispiace? Ma per favore! Faccia una qualche merdata di operazione da ospedale e la tiri fuori!!" Adesso sto urlando. In una fottuta stanza di un fottuto ospedale. Io non capisco, sono io che ho preso le botte,ho combattuto, ho fatto tutta quella merda e ora? Ora lei è in questo stato, una specie di coma dal quale POTREBBE, come non potrebbe, uscire.

"Signore, si calmi. Nulla delle sue condizioni dipende da noi, a questo punto. Pensavamo fosse solo svenuta, ma il cervello è formidabile. Non sappiamo precisamente cosa le stia capitando all'interno, per cui non possiamo aiutarla. In realtà sta facendo tutto da sola, il suo cervello la sta auto convincendo a non svegliarsi, dev'essere stata traumatizzata. Ha presente l'effetto placebo?**Avviene quando-"

"Si, si, so in cosa consiste l'effetto placebo." lo interrompo gesticolando con la mano per fargli segno di continuare. Mi prende per idiota?

"Bene. Beh ecco, è lo stesso principio. Si sta ammalando a causa del suo stesso cervello, i suoi pensieri. È proprio come l'autolesionismo, la bulimia, l'anoressia... E queste sono solo pochissime delle tante malattie condizionate dal cervello.."

"Si ho capito" dico quando vedo che mi osserva con occhi speranzosi e mi fa un cenno per verificare se lo seguo.

"Ehm, io credo che per ora possiamo aspettare. Possiamo darle il tempo di 'guarire'. Possiamo provare a vedere quando si sveglierà da sola, e se non avviene a breve, cercheremo di intervenire." cercheremo.

"Quanto dice a breve, intende?" Chiedo, la voce tremante.

"Direi che possiamo aspettare per una settimana e mezza massimo."COSA?

"Una.. Una settimana e mezza? Sta scherzando spero, mi prende in giro?" Ringhio.E me ne pento immediatamente, a giudicare dal suo sguardo di disapprovazione. Lui è il dottore. Deve curare Cher. Dobbiamo andare d'accordo, anche se sembra impossibile.

"Non... Non la sto prendendo in giro. Ascolti, sto facendo il mio lavoro, se non collabora può anche uscire immediatamente e non tornare a farle visita più."

Cosa? No che cazzo, lei è mia.

"No, io,beh" non so cosa rispondere a questo punto.

Così decido di optare per la verità "spero si svegli presto."

~cinque giorni dopo~

Fortunatamente il suo cellulare si è spento da solo, continuava a vibrare e squillare, non saprei neanche dire quanti messaggi e chiamate ha ricevuto in questi giorni. Non mi sono preoccupato di rispondere, però. La maggior parte erano di sua madre e Clare. Avranno capito che qualcosa non va? Oh, ma certo che l'hanno capito. Non sentiranno Cher da una fottuta settimana, sono di certo all'ultimo stadio della paranoia. Forse Cher dovrebbe anche tornare a casa tra poco? Non ricordo quanto aveva intenzione di prolungare il suo viaggio.

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