Cap. 17 Free falling

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Avviso

Mi dispiace davvero, mi rendo conto di metterci una vita ad aggiornare ogni volta, ma sono davvero impegnata.

Questo, è un capitolo un po' diverso dai soliti, ma spero vi piaccia lo stesso. ❤️

HARRY' S POV.

Merda. Merda. Merda. E fottutamente merda.

Sapevo che non dovevo farlo, per quale cazzo di motivo l'ho fatto?

Dio, Cher, perché dev'essere tutto così difficile?

"Harry cosa.."

"Stai zitta un secondo?" Scattai.

Mi sentii immediatamente in colpa per quel modo brusco di rispondere, ma cercai di non farle notare niente.

Non era proprio colpa sua, ma non potei fare a meno di pensarlo. Di chi doveva essere, altrimenti?

Sicuramente non mia. Mi era praticamente saltata addosso.

"Harry, scusa ma..."

"Smettila." La fermai subito.

"Senti, devo fare una doccia, vestiti e va' via." Dissi velocemente.

A passo veloce andai verso il bagno, non volevo essere fermato. Avevo bisogno di pensare, di respirare.

Non potevo sopportare quella situazione.

Non mi girai nemmeno.

Chiusi la porta di quella piccola stanza d'hotel a chiave e sbattei la testa contro la porta.

Mi diressi verso il lavandino, avevo caldo, troppo caldo.

Aprii il rubinetto e tirai su l'acqua con due mani. Mi abbassai e me la buttai in faccia.

Era fredda.

Ma io avevo caldo, troppo caldo.

La testa iniziò a girare, e mi tenni saldo ai lati del lavabo con entrambe le mani, e guardai il mio riflesso. Cosa stava succedendo?

Sentii un'altra ondata di caldo.

CHER' S POV.

"Senti, devo fare una doccia, vestiti e va' via."

In un secondo mi ritrovai a guardare le spalle di Harry, mentre si allontanava da me, andando verso il bagno.

Oh, no.

Ero sola, ancora una volta.

Senza sapere cosa fare, cercai con lo sguardo i miei vestiti. Sul pavimento. Li infilai velocemente e mi sedetti su una grande poltrona rossa.

D'accordo, era successo.

Dio, era successo.

E adesso ero sola, in una stanza d'albergo chissà dove.

Aprii la porta, non volevo rimanere con un Harry scontroso arrabbiato con me, quando quella arrabbiata dovrei essere io, per avermi fatto bere non so cosa, e avere approfittato di me.

Com'era potuto succedere? Mi fermai nel lungo corridoio, e mi appoggiai alla parete. Mi sentivo male, nauseata, e con un mal di testa tremendo.

Avrei dovuto ascoltare mia madre? Forse se fossi andata a studiare come voleva lei non avrei sentito questo dolore. Mi bruciava il petto, lo stomaco si strinse, e subito dopo la gola. Ma non lasciai andare le lacrime. Se me ne fossi andata in quel momento, avrei rivisto Harry?

Voleva uscire solo per quello?

In realtà non saremmo neppure dovuti arrivare al bacio, era il primo appuntamento, figuriamoci a tanto.

E me lo sono persa. La nostra prima volta, me la sono persa.

Sperai di starmi sbagliando. Magari non era successo.

Me se fosse? Accidenti.

Sentii le gambe cedere, e mi raggomitolai nell'angolo del corridoio.

Strizzai gli occhi, le lacrime non dovevano scendere, non adesso, non ancora.

A strapparmi dai miei pensieri furono delle voci. C'era qualcun altro?

Mi alzai, e barcollai alla fine del corridoio cercando di pettinarmi con le mani e di tenere una buona postura.

Mia madre diceva sempre che dovevo tenere una buona postura.

"Cher, andiamo, tirati su, da chi sei stata cresciuta ?"

"Scusa mamma."

"Tesoro, sul serio, sembri la figlia di due gobbi."

"Mamma, sono dritta."

"Beh, non abbastanza a quanto pare. Per favore, impegnati, non vorrai farmi fare una figuraccia con i nostri ospiti, non è vero?"

"No. Chi sono i nostri ospiti?"

"Insomma, questo non ti interessa. Stai dritta e non farmi perdere altro tempo, devo preparare la tavola."

"Okay" aveva risposto semplicemente.

Appena iniziò a cenare, quella sera, perdonò alla madre lo strano comportamento di poco prima.

Il cibo era squisito, e immaginò quanto la madre doveva essersi impegnata per organizzare una cena memorabile ai suoi ospiti. Doveva essere un po' agitata, ma non avrebbe voluto trattarla male.

Questo Cher lo capì da sola, senza bisogno di spiegazioni da nessuno.

Quella bambina aveva dedotto il motivo del rimprovero insensato da sola, senza chiederlo alla madre, per non disturbarla ulteriormente. E, comportandosi da persona matura, ciò che la madre la spingeva sempre a fare, l' aveva perdonata.

"Cher! Cosa fai qua? " mi chiese Louis con un sorriso malizioso.

"Oh, siete voi.. Ehm.. Ciao ragazzi, io.. Io stavo andando."

"Andando? Hai dormito qui?" Rispose Niall accompagnandosi da una risatina.

Ignorai la domanda, ma dovevo sapere dov'eravamo. Erano tutti lì, quindi presupposi che si trattava dell'hotel in cui passavano la loro 'vacanza' tra un tour e l'altro. Quello di cui mi parlava Harry ieri sera.

Non c'era traccia di Zayn e Liam, o di Paul, che dormiva nella stanza affianco alla loro, quindi dovevano essere usciti.

"Potete dirmi dove ci troviamo esattamente? Devo tornare nel mio hotel."

Niall mi diede alcune indicazioni mentre Louis si limitava a fissarmi.

Li salutai mi precipitai fuori. Dovevo prendere un po' d'aria.

Cercai di respirare il più possibile, ma mi ritrovai schiacciata tra le moltissime persone che giravano a Parigi tranquillamente. Mi scontrai contro alcune di loro, prima a destra, poi a sinistra. Mi fecero deviare strada e persi l'orientamento.

Alzai gli occhi, e vidi la grande insegna del hotel di Harry. Non mi ero mossa?

Venni sballottata ancora qualche volta, finché non sentii la testa ancora più pesante di prima.

Mi sentii male, ancora più di prima.

E il senso di nausea aumentò, ancora più di prima.

E vidi il buio, e poi gli occhi di un ragazzo preoccupato. Mi fissava in piedi, e lui aprii la bocca per dire qualcosa, ma non lo sentii.

Ma lo conoscevo. I capelli dorati brillavano sotto il sole mattutino.

E gli occhi profondi, ancora a fissarmi.

E mi lasciai cadere.

Through the darkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora