Cap. 23 The resistance

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Passo altri due giorni in quel orribile ospedale, e Harry chiede di starmi sempre vicino per sostenermi, ma lo costringo ad allontanarsi per farsi una doccia e cambiare i vestiti. Inoltre voglio che mangi qualcosa di decente e non solo cibo da ospedale o tramezzini delle macchinette qui fuori. Quando torna chiediamo il permesso ai dottori, e dopo qualche scartoffia, finalmente usciamo. Appena varco la soglia sento l'aria contro di me, riesco a respirare come non facevo da fin troppi giorni. Harry mi chiede se voglio andare a stare un po' da lui, perché non si fida a lasciarmi da sola la notte, ma gli rispondo rifiutando: non voglio questo tipo di aiuto, in più non sarei a mio agio sapendo che nella stessa suite ci sono anche i ragazzi, e che potrei disturbare. Gli dico che può tranquillamente stare nel mio albergo qualche volta.

Saliamo quindi in macchina da Charlie e ci avviamo da me, dove ho dato appuntamento a Clare. Dobbiamo parlare seriamente, sono stata davvero preoccupata per lei e ho paura che potrà affrontare ciò che è successo male. Mi dispiace per come potrebbe rimanerci, e anche se la conosco da poco, mi ci sono affezionata. Ha un bel carattere dopotutto e lei mi ha aiutato quando ho litigato con mia mamma. Oh, mia madre. Ha lasciato parecchi messaggi, sia normali che in segreteria,esattamente come Clare, ma per lei non mi sono presa il disturbo di starla a sentire. Ho cancellato tutto senza darle una risposta. Le parlerò quanto mi sentirò di farlo, adesso sto emotivamente troppo male, non reggerei. E, sinceramente, temo che pretenderebbe di venirmi a prendere all'istante per trascinarmi a casa.

Devo trovare un bel po' di coraggio per affrontare certi discorsi. E questo mi porta a pensare che dovrò parlare anche con Harry. Dopo quella mattina non abbiamo avuto il tempo di chiarire cos'è successo la sera prima e io ho bisogno di sapere. Ho bisogno di sapere e fare luce, di rimettere tutti i pezzi del puzzle che la mia vita è diventata, insieme. Adesso sono a Parigi, sono in macchina con Harry, che ho rivisto solo qualche giorno fa dopo anni, e ci siamo baciati ancora. Però sento come se mi mancasse qualcosa. Non potrò mai dimenticare cos'è quasi successo per la seconda volta... Cercavo di scordare quella notte, quel uomo, quel letto... Ma il suo viso ora riempie ogni mio pensiero e non riesco a scacciarlo dalla testa. È una cosa fissa, prima cercavo di non rispondere alle domande che mi venivano poste, di non pensarci, di fare finta che non fosse mai successo. Ma adesso lo vedo, più chiaro che mai, il suo volto a pochi millimetri dal mio. Sento la sua voce roca e sforzata mentre dice cattiverie. Quel uomo mi ha rovinata. Però devo cercare di pensare al futuro, se mi è possibile.

Devo mettere del ghiaccio su quella ferita che ho finto di non avere.

'Sono a Parigi' mi ripeto, dove ho sempre voluto stare. Devo guardare oltre. Ad esempio,credo che la mia settimana da turista sia finita, e troverò il tempo di visitare meglio la città, ma adesso devo cercare un lavoro. Non so come fare, non so niente.

"Stai bene?" Mi chiede Harry per la milionesima volta da quando mi sono svegliata. Deve essersi accorto che sono piuttosto preoccupata.

"Si.." Rispondo, ma temo che il tono della mia voce mi tradisca.

"No, sul serio. Dimmi tutto piccola, adesso ci sono io." Mi guarda. I suoi occhi speranzosi sono proprio come li ricordavo, mai cambiati, e vorrei potermi permettere di affogarci dentro e dimenticare il resto del mondo.

"Stavo solo pensando."

"A cosa?" Insiste; mi prende una mano e se la porta alla bocca, distraendomi. Non posso evitare di guardare le sue labbra perfette appoggiate sulla mia pelle.

"Tutto... Tutto quello che è successo e succederà" riesco a dire.

"Adesso ci sono io." Ripete.

Inizia a massaggiarmi la mano e devo ammettere che non me l'aspettavo, ma è una delle esperienze più rilassanti di sempre.

"Lo so" dico.

Through the darkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora