CAPITOLO 37

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Non riuscivo a respirare.
Mi sentivo come se tutto il mio mondo fosse caduto crollato in un lampo.
Non so se stavo avendo un attacco di panico o un attacco di claustrofobia ma qualunque cosa fosse non era bello.
Era come essere in una specie di bolla, mi sentivo completamente sola e isolata.

<<Ella ma è diverso adesso, non ti farei mai più del male, neanche per tutto l'oro del mondo>>
La voce di Dylan mi arrivò ovattata ma mi colpì lo stesso il cuore. Ha detto di non volermi fare del male adesso, ma perché prima sì?
<< Sta zitto >> gli sibilai <<ti prego finiscila di parlare>>
<< Ella ti prego ascoltami...>>
<< Ho ascoltato abbastanza, ora voglio solo parlare. Mi è permesso?! >>

Dylan annuí probabilmente non capendo il mio sarcasmo. Cercai di ricacciare indietro le lacrime e ingoia l'enorme groppo che avevo in gola, ero stanca di questo continuo piangere.

<< Sei una persona orribile sai Dylan? La peggiore che abbia mai incontrato e non perché tratti le persone male o dici loro cose orrende,no,tu fai di peggio, tu le illudi, gli menti e fai credere loro che le ami quando in realtà non fai altro che usarle per i tuoi scopi,per il tuo tornaconto personale. Sapevo sin da quando ti ho baciato in biblioteca che mi avresti fatta soffrire,che mi avresti fatto del male, ma poi sei venuto in aeroporto e mi hai fatto quel discorso bellissimo, così ho pensato che mi sbagliavo e che magari tu potessi...Che stupida che sono stata!>>
Avrei voluto prendermi a schiaffi da sola per quanto fossi stata cretina a fidarmi di lui, come potevo aver abbassato la guardia così facilmente con lui, come potevo avergli permesso di farmi questo?
<< Lo so che ho sbagliato, avrei dovuto fare tutto meglio ma ero così dannatamente accecato dalla rabbia che quando ho avuto l'occasione di vendicarmi non ho resistito, è stato più forte di me>>

<< Ma ti senti mentre parli? Vendetta? Come puoi associare a qualcosa di così puro come l'amore la vendetta? Non puoi Dylan, perché il tuo non è amore, tu non mi hai mai amato, tu mi volevi, è diverso >>
<< Ti sbagli è solo che...>>
Non riuscì a continuare la frase, non sapeva che dire, non riusciva a giustificare ciò che aveva fatto, avermi usata per vendetta, come se fossi solo una strategia per attuare il suo piano. Avrebbe potuto chiedermi perdono per ore, giorni anche anni ma stavolta decisi che non gli avrei concesso altre possibilità , ho perso il conto di tutte le volte in cui ho voltato pagina.
<< Basta così, ho chiuso, ho chiuso con te, con le tue bugie, con tutto . Non voglio più saperne di te e di tutto ciò che ti riguarda.>>
<< No , ti prego, non farmi questo. Non puoi lasciarmi io ti...>>
Lo bloccai immediatamente prima che potesse continuare la frase, sapevo cosa stava per dirmi e non volevo sentirlo, non così, non in questo contesto, ma soprattutto non da lui.
<< Non dirlo, tu non sai nemmeno il significato di quelle parole >>
<< Non è vero, tu mi hai insegnato il significato della parola amare, perché ,sì è vero, sono cotto di te da anni ma solo in queste settimane ti ho conosciuta davvero e mi sono completamente e follemente innamorata di te, mi sono innamorato del mondo in cui dormi, completamente arrotolata su te stessa, mi sono innamorato del modo così spontaneo in cui canti le canzoni che hai in testa , fregandotene della tua voce non così soave, mi sono innamorato del tuo parlare da sola mentre leggi e del tuo attaccamento morboso alla tua libreria. Perché tu così come sei sei l'unica meraviglia del mondo>>
Dylan si avvicinò a me e il mio cuore smise di battere, nessuno mi aveva mai dedicato parole così, il massimo che avevo ricevuto era un "Ti amo" o un "Sei bellissima" ma questo, era qualcosa di completamento nuovo per le mie orecchie.
Lui si avvicinava sempre più a me , così io cercai di indietreggiare ma il risultato fu quello di sbattere alla parete con la schiena. Ne approfittò per piazzarsi davanti a me e bloccarmi ogni via d'uscita.
<< Amore mio non lasciarmi, ho bisogno di te nella mia vita, ne ho sempre avuto bisogno.>>
Sussurrò quasi sulle mie labbra, eravamo talmente vicini che bastava anche un filo di voce per poterlo capire, sentivo i nostri respiri fondersi l'un l'altra, poi le sue mani mi presero in vita e mi avvicinarono ancora di più a lui. I nostri sguardi si incrociarono all'inizio per poco ma in seguito non riuscimmo più a staccare lo sguardo dagli occhi dell'altro, mi sentivo ipnotizzata da lui, come quei cobra che vengono incantati da i suonatori di flauto.
Non riuscivo a parlare, avevo la bocca completamente asciutta e molto probabilmente stavo anche sudando, è sempre stato così con lui, anche solo essere sfiorata da lui mi faceva salire in orbita.
Ma che cazzo di problema avevo?!

TELL ME WILL BE FOREVER||STYDIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora