CAPITOLO 18

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Appena vidi Dylan davanti la porta cercai immediatamente di chiuderla, ma lui fu più veloce e la bloccò con il piede.
<< Ti prego Ella dammi il tempo di spiegare>>
Che cosa voleva spiegare? Il fatto di avermi abbandonata? O di avermi illusa? Avevo più motivi per chiuderla quella porta che per mantenerla aperta, così la chiusi aspettando di sentire i suoi piedi dirigersi lontano da me.
<< Okay chiudi la porta,non mi interessa >>
urlò dall'altra parte della parete << ti dirò lo stesso quello che voglio dirti e tu mi ascolterai>>
Una qualsiasi persona con un minimo di autostima si sarebbe allontanata in modo da non ascoltare delle stupide bugie, ma non io, non volevo e non potevo ignorare ciò che aveva da dirmi. Così mi sedetti con la schiena verso la porta e lo ascoltai
<< Non so se ti ricordi quello che ti ho detto al locale>>
Certo che me lo ricordo, ricordo ogni singola parola che tu mi abbia rivolto
<< Non erano bugie, niente di tutto questo lo è stato, non ti ho usata per divertirmi o cose del genere, da parte mia c'era e c'è tuttora qualcosa nei tuoi confronti e si, va ben oltre l'attrazione fisica, è qualcosa di stupendo e nuovo per me, non avevo mai provato niente del genere.>>
Lui smise di parlare in attesa di una mia qualsiasi reazione , ma io non sapevo che fare, ero paralizzata, spaventata a morte da lui e dalle sue parole, non avevo la certezza che fosse tutto vero, era un attore dopotutto, per lui mentire era la prassi.
Dovevo fidarmi di quel bellissimo ragazzo dagli occhi nocciola? Oppure dovevo mandarlo via definitivamente dalla mia vita?
I minuti passavano e l'indecisione continuava a crescere, avevo sofferto troppo per ricascarci ma allo stesso tempo, per il medesimo motivo, non potevo non dargli una possibilità.
<< Ascoltami>> disse con aria sconfitta da dietro la porta << tra poco torneranno le tue amiche e non voglio che mi trovino qui, quando avrai deciso cosa fare sali in camera, ti aspetterò anche tutta la notte se serve>> e se ne andò. Cercai di resistere all'impulso di correre da lui e fermarlo ma non ci riuscii , prima che me ne accorgessi ero già fuori dalla camera.
<< Aspetta >> gli dissi andandogli incontro <<prima devo farti qualche domanda >>
<< Okay, vuoi parlare qui o da qualche altra parte?>>
<< Voglio parlare in camera tua>> notai immediatamente lo stupore che le mie parole gli avevano provocato e, a dir la verità, ne avevano provocato anche a me, ma avevamo bisogno di parlare e quello era il posto migliore per farlo, non gli avrei permesso di fare altro finché non avessimo chiarito. Sentii la voce di Tessa in sottofondo così decisi che era meglio andare prima di farci beccare. 

Mentre eravamo in ascensore nessuno dei due aveva aperto bocca, ci limitavamo a lanciarci qualche occhiata e ogni tanto notavo che sorrideva e mi ci volle molto autocontrollo per non sorridere anche io. Guardai l'orologio, erano 3:30 del mattino e non sentivo per  niente il peso della stanchezza anzi mi sentivo elettrica, come in attesa di qualcosa che avrebbe sconvolto la mia esistenza e forse era così.
Arrivati in camera sapevo che toccava a me parlare dopo tutto quello che lui mi aveva detto ma non avevo niente da dire, solo un gran desiderio di essere abbracciata e rassicurata
<< Chiedimi tutto quello che vuoi sapere >>
Non sono sicura di voler sapere
<< Perché non mi hai chiamata? >> chiesi con gli occhi sul punto di scoppiare per le lacrime <<Dopo quello che mi avevi detto, perché sei sparito?>>
Non riuscivo a guardarlo, faceva troppo male,così mi girai a guardare la finestra,in attesa di una risposta.
<< Ho avuto paura >>
Paura di cosa Dylan? Che ti avrei mangiato un orecchio tramite la cornetta?
<< Di cosa? Di me?>>
<< Si, cioè no>> iniziò incespicando << avevo paura di ciò che avevo provato quella notte, così ho pensato che se ti avessi evitato tutto sarebbe tornato alla normalità  >>
Non risposi , continuai a guardare verso la finestra, ancora attonita dalle sue parole. Era quello che volevo sentirmi da mesi , allora perché mi sentivo come se qualcuno mi avesse dato una testata?
<< Ma ovviamente non ci sono riuscito, perché ogni notte i tuoi occhi verdi erano l'ultima cosa che vedevo prima di addormentarmi e il mio primo pensiero ogni mattina>>
Stava succedendo davvero? Dylan O'Brien mi stava davvero dicendo che gli ero mancata?
<< È per questo che hai lasciato lo stage? Per me?>> decisi di girarmi per vedere come avrebbe reagito a quella domanda, la domanda che mi aveva tormentato da quando ero arrivata.
<< Io , beh, si Ella, è ovvio >>
Sentii il cuore balzarmi dal petto per la felicità, gli ero mancata davvero , voleva davvero vedermi, aveva bisogno di me...così tanto da portarsi un'altra ragazza in camera.
Bentornato istinto omicida
<< Allora perché ti sei portato quella in camera? Ti sentivi solo?>> il mio tono fu più velenoso di una vipera ma non mi interessava, dovevo capire se mi stava prendendo in giro o meno.
Lui iniziò  a ridere, non una risata leggera ma proprio la stessa risata che fai quando qualcuno ti racconta una barzelletta divertente
<< Intendi Christina?>> disse continuando a ridere, io annui in senso di conferma,<< non è quello che pensi, Christina vieni qui al college ed è...la ex di mia sorella>>
Aspetta cosa?
Lo guardai con aria stupita, non per la sorella, ognuno ha i propri gusti, ma perché finalmente tutti i miei dubbi e le mie paure si erano dissolte,finalmente  avevo sentito ciò che volevo che pronunciasse da tutta l'estate ed ora era successo.  I suoi occhi risposero ai miei con uno sguardo interrogativo, incerti su ciò che io stavo pensando e su cosa avessi intenzione di fare, sapevo cosa dovevo fare, qualcosa che volevo fare da troppo tempo. Sul suo volto spuntò di nuovo quell'adorabile sorriso che avevo visto per la prima volta in spiaggia, non riuscii a resistere dal sorridere anche io. In preda ad un attacco di euforia corsi fra le sue braccia e lo baciai.
Non appena le nostre labbra si toccarono sentii una strana e bellissima sensazione percorrerai la schiena e mi abbandonai a lui.
Fu un bacio diverso dal primo, fu come tornare a casa dopo tanto tempo, niente passione o ormoni impazziti, solo amore , il nostro.




<< Buongiorno Sirenetta>>
Dylan era ancora addormentato ma la sveglia aveva suonato svegliando entrambi, riaddormentarci sarebbe stato inutile. Ieri notte dopo aver parlato per ore, avevo deciso di rimanere a dormire da Dylan, tornando in camera mia avrei solo svegliato tutte le mie amiche, naturalmente dormimmo e basta.
<< Buongiorno >> dissi cercando di alzarmi  << potevi evitare di mettere la sveglia alle 10:00>>
Gli diedi un leggero bacio  e mi avviai verso il bagno , ma Dylan mi prese il braccio e mi attirò a sé facendomi finire di nuovo a letto
Qualcuno fermi il tempo per favore
<< Io vado a fare la doccia, intanto tu ordina la colazione okay?>>
<< Okay >> gli dissi tra un bacio a stampo e l'altro << tu che cosa vuoi?>>
<< Beh>> rispose sfoderando un sorrisetto malizioso << io vorrei che tu venissi a fare la doccia con me>>
<< Intendevo per colazione >> gli lanciai una gomitata ,lui fece finta di essersi fatto male e poi si avviò verso il bagno.
Non appena chiuse la porta iniziai a saltare per tutta la stanza come una bambina di 8 anni, non ero mai stata così felice in tutta la mia esistenza, mi sentivo spensierata e leggera come non mai.
Presi la cornetta e feci il numero della reception
<< Buongiorno, come posso aiutarla?>> a rispondere non era stata quella receptionist con cui Dylan ci aveva provato, cosa di cui avremmo presto discusso, ma un uomo , sicuramente molto più grande di quella smorfiosa.
Ordinai del caffè e delle crêpes al posto dei pancakes ,in fondo eravamo in un hotel di lusso non a casa nostra,ma prima di attaccare sentii l'uomo parlare ancora
<< C'è un messaggio per il signor O'Brien ,posso dire a lei o devo aspettare che torni?>>
Ed ora che faccio? Lo prendo io o aspetto che lui esca dalla doccia?
Decisi di chiederlo a lui
<< Dylan c'è un messaggio per te>> gli urlai sperando che mi avesse sentita
<< Prendilo tu>> mi gridò di rimando
Oh menomale,ero troppo curiosa
Ripresi la cornetta e chiesi al receptionist di darmi il messaggio
<< È della sorella , dice che non vede l'ora di vederlo, che le è mancato tantissimo e che è stato davvero dolce da parte sua lasciare lo stage per lei>>
Come scusa?
Attaccai la cornetta di scatto.
Altre bugie
La stanza iniziò a girare e mi sentii mancare la terra di nuovo.
Non potevo rimanere lì, dovevo uscire.
Presi le scarpe e scappai via
Via da lui e da tutte le sue bugie

TELL ME WILL BE FOREVER||STYDIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora