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Sequel di "Ti ho voluto bene veramente (#1) - Marco Mengoni" e di "Ricorderai l'amore (#2) - Marco Mengoni"



UN ANNO DOPO

23 dicembre. Antivigilia di Natale. Nevicava.

Non si trattava di una bufera. I fiocchi erano tanti, ma scendevano dal cielo in maniera delicata e silenziosa. Era così piacevole camminare per strada senza ombrello, abitudine che l'aveva accompagnata sin da bambina, lasciando che la neve le ricadesse sui capelli, sul viso e sugli indumenti. Le strade non erano particolarmente affollate. Nevicava ormai dalla mattina del giorno precedente. I tetti e le strade di Parigi si erano riempiti di neve tanto da impedire il normale traffico e così da regalarle quel totale momento di pace e silenzio durante il tragitto per tornare a casa a fine giornata.

Si strinse nel cappotto e nella sciarpa mentre un brivido, dovuto al gelo, le percorreva le gambe e la schiena. Faceva freddo. Forse avrebbe dovuto prendere i mezzi. Era stata la vista dei fiocchi che scendevano dal cielo in maniera così copiosa, ma allo stesso tempo così pacata, a tentarla e a invogliarla a camminare.

Quello era il secondo inverno che trascorreva a Parigi, ma non sarebbe anche stato il secondo Natale. L'anno precedente, a causa di uno spettacolo da mettere in scena proprio nel periodo natalizio, non le era stato concesso alcun giorno di vacanza fino a febbraio. Così aveva trascorso le feste in Francia insieme a Connor, anche lui impegnato con la sua compagnia. Oliver li aveva raggiunti dopo capodanno e lo stesso avevano fatto Laurel e Liam insieme alla piccola Maria.

Ora invece lei, Connor e Oliver avevano un volo prenotato nel tardo pomeriggio del giorno seguente. Avrebbero trascorso il Natale a Bologna, da sua nonna, mentre per quanto riguardava il Capodanno non avevano ancora un'idea precisa, ma qualcosa le diceva che avrebbero trascorso in Italia anche quella festività, in famiglia, al caldo, tutti sotto lo stesso tetto.

Da quando si era trasferita permanentemente a Parigi la sua vita, per certi aspetti, era cambiata. Lei e Connor avevano abbandonato molte delle abitudini più divertenti. Avevano frequentato locali di rado e anche il numero di festini casalinghi era diminuito vertiginosamente. Alle serate con alcool e musica avevano sostituito momenti di relax davanti alla televisione. Erano diventati ancora più appassionati di serie televise, se possibile, trascorrendo interi giorni a guardare una puntata dopo l'altra, facendo vere e proprie maratone quando gli impegni lavorativi glielo permettevano.

Avevano accusato il colpo dell'abbandono di Laurel, questo era poco, ma sicuro. E non solo si erano ritrovati a non vivere più con lei, ma anche ad essere ad un enorme distanza da quest'ultima. La prima volta c'erano voluti quasi cinque mesi per rivedersi, poi sette e ora chissà quanti ne mancavano ancora. Erano in continuo contatto tra telefonate, videochiamate e foto, ma ovviamente non si poteva nemmeno pensare ad un paragone con la situazione precedente, in cui bastava fare un fischio per ritrovarsi tutti e tre in sala e ridere, scherzare, aiutarsi, disperarsi insieme, gioire delle vittorie altrui, avere spalle su cui piangere.

Poi, a gennaio, Oliver era entrato a far parte della famiglia. Erano mesi che lui e Connor discutevano circa il suo trasferimento a Parigi nella stessa compagnia del suo migliore amico, e proprio nel momento in cui tutte le possibilità sembravano sfumate, era arrivata la buona notizia. Così in casa erano tornati ad essere in tre e la monotonia di quei primi mesi, almeno in parte, era stata spezzata.

Oliver era il coinquilino perfetto. Non che Connor e Laurel non lo fossero, ma di loro conosceva ormai tutto, ogni singola sfumatura, mentre del nuovo arrivato non poteva dire ugualmente e in principio aveva immaginato che forse lei avrebbe avuto bisogno di tempo per abituarsi alla novità. E invece Oliver era riuscito ad entrare perfettamente negli schemi della loro quotidianità. L'aveva fatto in maniera delicata e, soprattutto, educata. E non aveva mai preteso che Connor cambiasse il suo atteggiamento o che gli dedicasse più tempo ora che vivevano insieme, anzi, ci aveva tenuto a mantenere le loro tradizioni, tanto che lei non si era mai sentita in più, non aveva mai provato la sensazione di essere la terza incomoda.

Proteggiti da me (#3) - Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora