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Non aveva mai realmente pensato all'idea che un giorno sua nonna sarebbe potuta morire. Durante la sua breve vita diverse paura l'avevano tormentata e afflitta, ma mai quella di poter perdere quella donna che era il suo esempio di vitalità, di forza e di energia.

Non aveva mai visto sua nonna soccombere, non l'aveva mai vista soffrire smisuratamente, non l'aveva mai vista lamentarsi di un qualche dolore fisico. Anche quando era morto suo nonno, ormai tanti anni prima, non ricordava di averla vista particolarmente addolorata. Probabilmente aveva nascosto quella perdita e quindi la ferita mostrandosi più forte di quanto la situazione non richiedesse, forse affinché gli altri cari non si preoccupassero per lei, ma ciò non aveva fatto altro che accrescere ai suoi occhi quell'idea di una nonna piena di energia e di volontà, incapace di morire.

Incapace di morire. Sì. E invece sua nonna era morta.

Se la causa fosse stata una malattia, così come era stato per suo nonno, se soltanto sua nonna avesse sofferto di una qualsiasi patologia cronica, allora avrebbe sicuramente avuto il tempo di metabolizzare, di capire a cosa stava e stavano andando incontro e agire e, soprattutto, reagire di conseguenza.

E invece non solo sua nonna era morta, ma l'aveva fatto silenziosamente e in un secondo, senza allarmare nessuno, senza dare notizia del suo dolore, che, d'altra parte, era il modo in cui aveva affrontato tutta la sua esistenza. Il sorriso sulle labbra, braccia pronte ad accogliere il prossimo, mai una lamentela, mai alcun segno di sofferenza.

Il suo corpo aveva continuato a tremare per tutta la notte, alternando momenti di silenzio ad altri di lacrime e singhiozzi. Connor, Oliver e la stessa Claudia non l'avevano mai lasciata sola, nemmeno per un istante, e nel frattempo si erano adoperati per sbrigare i preparativi per la partenza imminente del mattino successivo.

Partenza imminente.

La partenza sarebbe stata imminente in ogni caso poiché il volo con cui avrebbero dovuto fare ritorno in Italia inizialmente era previsto per il pomeriggio successivo, anziché per il mattino. Perché sua nonna non l'aveva aspettata? Perché quel male improvviso non aveva atteso il suo arrivo? Forse avrebbe potuto salvarla. Se si fosse trovata con lei, se lei non fosse rimasta da sola, qualcuno avrebbe potuto chiamare i soccorsi e questi sarebbero arrivati in tempo e le cose sarebbero andate diversamente e ora lei avrebbe avuto un altro Natale da trascorrere con sua nonna, e forse anche due, o tre, o altri dieci.

Perché sua nonna non l'aveva aspettata? Si era posta quella domanda per tutta la notte, interpellando anche gli altri presenti. Oliver e Claudia, entrambi con gli occhi lucidi, non le avevano dato alcuna risposta. Si erano limitati a guardarla, ad abbracciarla, a tendere una mano verso il suo volto o verso i suoi capelli per lasciarle una carezza. Connor, in alcuni istanti, era parso quasi più disperato e addolorato di lei. Come biasimarlo? Sua nonna aveva accolto lui e Laurel come altri due nipoti dal primo istante, ma lui in particolare, lui che era stato rifiutato dalla sua famiglia, era diventato imprescindibile agli occhi di quella donna, fondamentale e importante.

Al come sarebbe cambiata la sua vita, a partire da quel momento, non voleva e non riusciva a pensare. Il presente era così doloroso da annebbiare e offuscare qualsiasi altro pensiero e quindi qualsiasi idea di futuro. D'altra parte, non avendo mai preso realmente in considerazione il fatto che sua nonna potesse morire, non aveva mai nemmeno pensato ad una vita senza la presenza di quest'ultima.

Se soltanto sua nonna l'avesse aspettata.

In alcuni istanti la rabbia per quel pensiero la invadeva tanto da dover stringere i denti per impedire a se stessa di urlare. Era adirata, irata, infervorata. Come aveva potuto? Abbandonarla così, senza preavviso, senza lasciarle indicazioni, istruzioni. Non aveva mai avuto una guida più sicura e più solida di sua nonna, e ora lei se n'era andata senza nemmeno salutarla, senza degnarla di un ultimo discorso, senza avvisarla del vuoto che presto avrebbe lasciato.

Proteggiti da me (#3) - Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora