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"Perché non vi prendete un pomeriggio di pausa voi due?"

Alzò lo sguardo incuriosito verso Mame nel sentire pronunciare quelle parole, lo stesso sguardo che aveva distolto mentre ammetteva alla donna le sue colpe, le parole che aveva omesso, la verità che stava celando.

Non erano passati che un paio di giorni da quando aveva tentato per l'unica volta di mettere al corrente Michelle circa ciò che sapeva sulla salute di Nina. Da allora, da quella sera, aveva rinunciato all'impresa con due consapevolezze, quella di essere l'unico adatto a darle quella notizia e quella di non esserne minimamente in grado.

Ma poi quel fardello era diventato troppo pesante. Nina respirava bene, le medicine sembravano ottenere l'effetto richiesto e Michelle stava bene, Michelle sorrideva, camminava quasi saltellando da un angolo all'altro di quel villaggio, all'apparenza piena di energia e vitalità. Ma lui sapeva la verità, conosceva la realtà dei fatti. Così di giorno, quando era impegnato, continuava a cercare con gli occhi la neonata per capire quali fossero le sue condizioni di salute e di notte, nonostante sapesse che Michelle spesso restava a dormire con lei, si svegliava con ritmo frequente per passare davanti a quella stanza, tendere l'orecchio, cercare di percepire qualsiasi rumore sospetto, un respiro diverso dal precedente.

Così aveva deciso di parlarne con Mame. Non Claudia, non i suoi amici, non Connor o Oliver. Soltanto Mame avrebbe potuto aiutarlo, forse privarlo di quel compito infausto, nonostante sapesse con certezza che lui doveva occuparsi di quella notizia, lui doveva occuparsi di Michelle.

"Non guardarmi così, ragazzo. Sai meglio di me quali siano le tue condizioni e quelle di Michelle?"

"Quali condizioni?"

"Fisiche, Marco. Le vostre condizioni fisiche! Entrambi avreste bisogno di riposarvi e dormire, lei per Nina, tu per questo pensiero che non ti fa dormire la notte."

"Come fai a saperlo?"

"Dimentichi che questo è il mio villaggio e che io ho ben più di due occhi!"

Sorrise di quelle parole sperando però vivamente che Mame potesse essere l'unica ad essersi accorta di quelle sue fughe notturne dalla sua stanza per recarsi nell'altro dormitorio a controllare il respiro di Nina. A controllare la serenità di Michelle.

Ad osservare Michelle.

Dalla notte in cui si erano ritrovati improvvisamente a passeggiare da soli in spiaggia le cose, tra lui e Michelle, non solo avevano preso una piega decisamente migliore, ma tutto era sembrato in discesa, tutto così naturale e semplice, tanto che aveva stentato a credere che quel cambiamento fosse realmente possibile, che non fosse soltanto un miraggio o frutto della sua immaginazione. Fino alla sera in cui Ashley si era avvicinata a loro con quei due braccialetti, fino a quando Michelle non aveva parlato in maniera più esplicita, fino a quando non gli aveva fatto quell'ultima richiesta, quella di continuare a ritornare.

"Sono un codardo, e forse anche egoista!"

"Marco?"

"Non riesco a dirlo a Michelle perché ho paura che questo possa rovinare tutto ciò che si è instaurato tra di noi in quest'ultima settimana.."

"Marco.."

"E' così, Mame. Non c'è altra soluzione. Perché so che Michelle darebbe di matto, so che sprofonderebbe, e io non voglio che questo accada."

"Marco.."

"Perché ora c'è pace tra di noi, ora stiamo bene, così tanto da riuscire a parlare senza troppi peli sulla lingua e io.. io.."

Proteggiti da me (#3) - Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora