3.

867 42 44
                                    

Non poche volte in quell'anno e mezzo si era scoperta ad immaginare gli eventi e le sensazioni che avrebbero caratterizzato un loro ipotetico incontro futuro. A volte complici, altre volte sconosciuti, oppure nemici, mai semplici amici. Un'unica costante in quel mare di immagini che la sua mente produceva: un certo imbarazzo iniziale. Esattamente ciò che mancava in quel momento.

Marco la stava seguendo, ma senza mai restare indietro. Le loro spalle si erano sfiorate già più di un paio di volte. C'era silenzio, un estremo silenzio, ma non era imbarazzante, non era fastidioso. Era quel genere di silenzio che si sfruttava per riordinare i pensieri, per progettare le parole future, per concretizzare l'entità e la forza di quella mancanza che ora non c'era più, che ora era stata annullata perché non c'era più distanza se non quella dei centimetri che si creavano ad un passo e che si annullavano a quello successivo.

Quell'assenza d'imbarazzo però la stupiva. D'altra parte, però, non aveva mai immaginato che il loro incontro potesse avvenire in una situazione così triste e amara. Forse quell'anomala circostanza era la spiegazione più plausibile. Ciò che non la sorprendeva, invece, era quel cuore che continuava a battere all'impazzata, come se si fosse risvegliato dopo un lungo letargo, come se fosse lui il primo a percepire quel contatto che camminando si instaurava con Marco, come se non aspettasse nient'altro da chissà quanto tempo ormai.

Il freddo le pungeva sulle guance così come faceva bruciare ulteriormente quegli occhi già doloranti per le troppe lacrime versate. Si stavano dirigendo silenziosamente verso quello che era il bar preferito di sua nonna nel centro del paese, di fronte ai giardini. Lì l'avrebbero riconosciuta, le avrebbero chiesto come mai non si trovasse al cimitero col resto della sua famiglia, forse avrebbero notato anche la presenza di Marco e questo avrebbe portato chiacchiere e pettegolezzi, ma che importava? Cosa poteva turbarla in quel momento più della morte improvvisa di sua nonna?

Che Claudia avesse avvisato Marco circa ciò che era accaduto era palese e scontato. Un po' meno ovvio ai suoi occhi era il motivo per cui quest'ultimo ora si trovava lì, accanto a lei, dopo aver preso parte al funerale e quindi dopo aver intrapreso un viaggio appositamente per essere lì. Aveva desiderato che lui potesse essere presente, anzi, forse aveva addirittura bramato il suo arrivo, ma non si capacitava di come quella sua semplice volontà fosse diventata realtà perché non riusciva a trovare alcuna spiegazione plausibile.

Si chiese se la fidanzata di Marco sapesse dove si trovava quest'ultimo in quel momento, ma poi scacciò via all'istante quel dubbio dalla mente perché quello non era il suo territorio, non erano affari suoi, non più, e quindi quella domanda non era plausibile, non era lecita.

Entrarono nel bar ancora in silenzio. Il rumore della porta che si chiuse automaticamente alle loro spalle dopo alcuni istanti le lasciò una sensazione di distacco, di totale distanza da ciò che stava accadendo nel cimitero del paese in quel momento. Si sentì salva, al sicuro, come se non partecipare a quell'evento potesse attutire il colpo e quindi allontanare dalla sua mente i cattivi pensieri circa ciò che era successo solamente il giorno precedente.

"Michi.."

Laura, la proprietaria sessantenne del bar, si apprestò ad allontanarsi dal bancone principale per andarle incontro. Pochi istanti dopo si ritrovò tra le sue braccia. Si domandò per quanto tempo avrebbe continuato a ricevere quell'affetto che ormai da quella mattina continuava a circondarla. Avrebbe trascorso le vacanze in quel paese, così come lei, Connor e Oliver avevano deciso da settimane e mesi, quindi non sarebbe stato semplice sviare quelle profusioni, e d'altra parte quella non era la sua intenzione. Tutte quelle persone conoscevano sua nonna e l'avrebbero abbracciata e coccolata sinceramente, così come sinceri erano stati i sentimenti di bontà che avevano provato nei confronti di chi ora non c'era più.

Proteggiti da me (#3) - Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora