Capitolo cinque.

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“Io credo fermamente che qualcuno stia giocando contro di noi” esclama una voce che nel giro di poco tempo è diventata conosciuta e che mi fa ancora provare quel senso di pacatezza nello stomaco, nonostante tutto quello che è successo, nonostante tutto quello che ho il sentore possa succedere.
“Io credo che invece stia andando tutto secondo i piani” ribatto senza sentire la necessità di girarmi a controllare e continuando a fissare il mio composto di latte caffè e cannella “si accomodi Signor Tomlinson, non vorrei che qualcuno pensasse che sia un maleducato.” Purtroppo il bar è frequentato da molti studenti della sua scuola, e non potrei mai perdonarmi che vedendoci insieme possano fraintendere.
“Perché quello che vedo davanti a te non è caffè caffè e solo caffè?”  si siede elegantemente di fronte a me a dispetto delle sue parole infantili e sfacciate ma io rimango come al solito stupito dalla sua presenza disarmante e dagli sguardi che sento bucarmi la schiena non sono l’unico: è bellissimo nella sua camicia nera che ingabbia ogni suo stralcio di pelle e di muscoli e crea un contrasto incredibile con i suoi occhi oggi quasi luminosi.
“C’è del caffè, posso giurartelo” rispondo con fare ancora divertito, ignorando quella voce nel mio cervello che mi prega di chiedergli come dovrei comportarmi, cosa dovrei fare davanti agli altri, come poter trasformare il giorno di sole a Mosca in un’estate perenne in California
“Questa è la mia seconda caffetteria preferita e tu ti sei impossessato di lei” spiega dopo aver sorriso ad una cameriera che subito ha comunicato ad un altro ragazzo l’ordinazione, cazzo non ha neanche parlato!
“Ho notato che anche qui pendono dalle tue labbra” ammetto quasi desolato, non sono l’unico che dal primo sguardo si é sentito stregato, non sono né il primo né l’ultimo, lui potrà essere per me l’eccezione, ma io non lo sono, eppure la connessione è arrivata fin sotto i diversi personaggi, che indossa quasi come pelli, che si sono adattate al suo corpo come acqua
“è un dono che mi porto dietro da quando sono un bambino” dice come se fosse qualcosa di magico “ho lo stesso effetto su di te, bocca di rosa?”
“Sì” scuoto la testa divertito ed i suoi occhi sono fuochi d’artificio per un istante, non si aspettava una risposta così incredibilmente sincera “ma non lo diciamo a nessuno Signor Tomlinson non vorrei che pensassero sia un privilegiato”
“Mi duole comunicarti che non sei l’unico a soffrirne” specifica beandosi della sua bevanda calda contro il palato “molti fotografi hanno cercato informazioni su di me”
“interessante” fingo di non risultare arrabbiato o forse geloso, perché stiamo giocando no?
“mentre tu no” sottolinea come se non fosse abbastanza evidente “tu che avresti l’opportunità di chiedermi qualcosa che potrebbe farti scegliere me ad occhi chiusi non lo fai”
“Perché dovrei?” faccio guardandolo di sottecchi, freddezza Styles, non fare passi falsi, sai chi sei, sai quanto vali, non pressare, non stressare, il destino è dalla tua parte, rendi tutto casuale e magico “voglio solo il migliore, non sono certo che tu lo sia”
“Cosa?” la sua faccia si trasforma sotto i miei occhi e vorrei davvero baciargli via quel broncio, ma non posso, per questo mi costringo a bere ancora “sai benissimo che se vuoi vincere devi scegliere me”
“non so un bel niente” rispondo ed i suoi occhi diventano leggermente più neri, come se la pupilla stesse inghiottendo il blu, come se il buio si stesse facendo spazio “abbiamo bisogno di tempo, no?” lui annuisce e per un momento ritorna quel ragazzo timido e da difendere dal mondo “lasciamo a lui le carte in mano, e vediamo come gioca”
“Per me questo non è un gioco” le sue labbra si contraggono quasi fino a diventare bianche “c’è troppo in ballo, c’è il mio destino, c’è tutto”
“lo so” annuisco più a me stesso che a lui “per questo il destino lo saprà meglio di me chi ti potrà far vincere” gli prendo la mano proprio come ieri sera solo a ruoli invertiti, ed i nostri occhi lo sanno cosa proviamo, i nostri occhi sanno cosa sta succedendo nei nostri cuori, ma il resto della gente non può saperlo ancora, e lo lascio, è stato un tocco breve ma per noi è stato un universo diverso “non ti arrendere, non farlo” mi implora e questi sono gli occhi che vorrei vedere ogni mattina al risveglio, solo gli occhi con i quali vorrei discutere i nomi dei miei figli, dei nostri figli, sono gli occhi che potendo mi tatuerei sotto le palpebre
“Giuro che fin quando vedrò per noi una sola speranza, non lo farò” preciso con un tuffo al cuore al pensiero che quel momento possa arrivare.
“Non lo potevi perdere quel treno?” propone con fare sarcastico una volta terminato il suo caffè e ancora con quegli occhi belli da morire addosso “mi stai facendo credere di nuovo che qualcosa di buono ci sia nella popolazione umana, e non va bene zuccherino, non va assolutamente bene” mi dà un bacio sulla guancia e mi lascia qui, sorriso ebete in viso e cuore pacificamente in guerra.






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