Capitolo quindici.

1.4K 70 14
                                    



"Sì ti prego" la voce di Louis di solito squillante esce soffocata dal cuscino nel quale ha la faccia affondata, io osservo il suo corpo modellarsi sotto le mie dita con gli anelli che formano una serie di linee pallide sulla sua pelle come fanno le onde sulla battigia e mi rendo davvero conto di quanto possa mancarmi la sua presenza in momenti casuali della giornata, sia quando non c'è e perfino quando c'è ed ora che è qui sotto le mie mani mi rendo conto che vorrei sentirlo più vicino "proprio lì Dio mio, fai piano però"
"Piccolo" il soprannome deformato dal sorriso, cerco di bloccargli le gambe e lui smette di calciare, ammansendo i movimenti del suo corpo per permettere al mio ti toccarlo sempre più in profondità facendolo mugolare di piacere "stai fermo e vedrai che andrà tutto bene"
"Stai zitto e continua a fare il tuo lavoro" un gemito gli spalanca le labbra ed io sento una scarica di calore caracollarmi giù dalla schiena per concentrarsi nel mio stomaco "ricordami di ringraziare tua madre per averti dato queste mani meravigliose"
"Stai zitto e rilassati" gli impongo aumentando ancora la pressione
"mhmhhhm" mugugna inarcandosi sotto il mio tocco "non riesco a stare zitto lo sai"
"Non ho mai conosciuto una persona così rumorosa durante un massaggio" lo rimprovero bonariamente con uno schiaffo sulla natica soda "se non la smetti di muoverti non ti tocco piu"
"Sto fermo lo giuro" mi implora
"Come è andata a scuola?" Chiedo per farlo rilassare e allo stesso tempo per conoscere come ha trascorso la giornata
"mh" mugugna distrattamente "bene"
"Ogni volta che parli della scuola mi emoziono per la tua loquacità" scherzo frizionandomi contro il suo sedere
"Bastardo" si inarca alla ricerca di aria e di frizione "è andata benissimo amore mio, i problemi sono iniziati a lavoro"
"Sì?" Stuzzico ancora la sua libido mordicchiandogli il lobo e facendolo ansimare
"Ho forzato troppo i muscoli della schiena" cerca di continuare mentre mi ancoro del tutto al suo sedere muscoloso senza smettere di massaggiargli la schiena "mi sono strusciato contro quel palo sperando che fossi tu"
"Louis" lo rimprovero nonostante stia rispondendo al mio gioco "non abbiamo tempo per i tuoi giochetti, Liam ci ha invitato a casa sua"
"Ufficialmente è ancora anche casa mia" precisa ed io non riesco davvero a smettere di darmi del coglione ma lui riesce a risvegliarmi alzando il bacino "e poi è 2 Aprile, fuori sta nevicando, manda a cagare Liam"
"Sai bene che non mi tiro mai indietro davanti ad un impegno" preciso non smettendo però di massaggiarlo "e poi dobbiamo passare pure a prendere la cena da Wasabi"
"Sei davvero un morto di fame" mi accusa arrabbiato stringendo il cuscino tra le sue mani e digrignando i denti "tanti soldi e ci offri la cena da quel cazzo" gli massaggio le natiche, facendo scivolare un dito tra la piega del suo sedere senza però spingermi in profondità "porca puttana"
"Stai calmo amore mio" lo prendo in giro continuando il mio massaggio leggermente fuori dagli schemi
"Come cazzo pretendi che stia tranquillo se sei duro come una pietra contro il mio culo" mi accusa con la voce stridula per colpa mia
"Mi hai chiesto un massaggio" ribatto cospargendolo di olio al cocco fino al fondoschiena "ed è quello che ti sto facendo"
"Ero convinto di essere io il sex worker tra i due" scuote il sedere per avvicinarsi ancora ed il mio stomaco di conseguenza si svuota per far scendere maggiormente il calore "ma potrai pur essere più grosso ma io ho più esperienza"
"E chi ti dice che a me manchi?" gli blocco le mani contro la testiera del letto e gli lecco la spina dorsale facendo galleggiare sulla superficie abbronzata della sua pelle tanti piccoli brividi di eccitazione "non devi ringraziare mia madre solo per le mie mani Tomlinson" gli mordo una natica piena e automaticamente alza il bacino mantenendosi sulle ginocchia mostrandomi il mio punto di arrivo
"Signor pornodivo se non si sbriga a finire quello che ha iniziato" il mio dito scivola finalmente all'interno del suo corpo e si snoda ancora al mio cospetto, come se dipendesse dalla mia presenza "ti prego"
"Cosa amore mio?" soffio direttamente sulla sua apertura lasciandoci un bacio a bocca aperta subito dopo "Parlami"
"Metti la tua cazzo di lingua nel mio cazzo di culo" sbotta urlando spingendo il suo sedere contro la mia faccia ed io sono costretto ad accontentarlo di buon grado in realtà "ora iniziamo a ragionare" si rilassa contro il cuscino ed io muovo la lingua prima lentamente poi sempre più velocemente stringendo le sue natiche contro la mia bocca "ancora là Rapunzel" mi tiro indietro soffocando la risata contro la sua pelle
"Sai di non essere assolutamente nella posizioni di prendermi in giro?" senza nessun preavviso lo penetro con due dita e lui sembra quasi andare in apnea mentre farfuglia versi di piacere "proprio per niente"
"Ride bene chi ride per ultimo" riesce a scandire perfettamente ma si interrompe ancora quando accompagno alle due dita la lingua e riesco a raggiungere la sua prostata, mentre con l'altra mano cerco di raggiungere il suo membro ormai teso all'inverosimile "no, solo con la tua lingua" sospira quasi senza fiato "voglio venire solo con la tua lingua e le tue dita a riempirmi"
"Tu mi farai impazzire" aumento il ritmo e lui ride di me quando però non sente più niente, quando perde la cognizione di tutto quello che lo circonda tranne del suo corpo e del mio che lo spinge al limite fino al momento in cui le sue ginocchia crollano contro il materasso e si riversa contro le lenzuola scure, portandosi le mani sugli occhi per voltarsi sulla schiena "Fatti baciare" sussurro stendendomi sul suo corpo accarezzandone ogni lembo e facendomi spazio tra le sue labbra socchiuse che accolgono la mia lingua ed è la sua che ben presto prende il sopravvento, con quella pallina maledetta che può essere solo la rappresentazione del peccato, che sbatte contro il mio palato accaldato, contro la mia lingua, la sua lingua che mi spinge all'esterno della sua bocca
"Ti giuro che ti urlerò contro e non penserò nulla di quello che dirò" le sue parole ormai sempre scollegate dalle sue azioni, la mente che vola al momento in cui ci allontaneremo e le mani che mi cercano con crescente necessità, mi accarezza il braccio con i polpastrelli freddi mentre con l'altra mano si insinua all'interno dei miei pantaloni neri "non andare via nemmeno se te lo chiederò urlando" mi abbassa i pantaloni ed io sono preda delle sue parole e dei suoi gesti che mi masturbano contemporaneamente
"non l'ho mai fatto" ansimo contro le sue labbra, inseguendo la sua lingua "non l'ho fatto quando non ci conoscevamo, figurati adesso" ribatto mordicchiandogli il collo "ti rimarrò sempre vicino, ti amerò anche di più, ti stringerò più forte"
"e se dovessi scappare?" mi domanda con un fil di voce invertendo le posizioni e sedendosi a cavalcioni sul mio bacino "se dovessi sfuggire dalla tua presa?"
"mi stai chiedendo di stringerti fino a quando non sarà tutto passato?" me lo tiro più vicino, come è sempre stato necessario nel nostro rapporto, perché abbiamo sempre voluto di più, più contatto, più calore, più amore. Le sue mani sono ferme sui miei pettorali la mia erezione svetta tra i nostri corpi, ma le parole scalciano per essere ascoltate, per farsi spazio in questa intimità improvvisa "un giorno mi dicesti che io non ti avevo mai costretto a fare nulla, che ti tendevo la mano senza pretese"
"ti chiedo di passare le dita nei passanti dei miei jeans e di prenderti i pugni sul petto che ti meriterai sicuramente" gioca con il lobo del mio orecchio, poi passa al mio collo e ai capezzoli, fin quando fronteggia il mio membro "di abbracciarmi senza soffocarmi e di aspettarmi se andrò via in silenzio" mi ingloba completamente ed io non riesco ad emettere nessun suono fin quando la pallina gelida non incontra il mio glande ed io mi ancoro ad i suoi capelli ma il ritmo lo detta ancora lui, andando ancora più veloce, senza nessuna remora, senza interrompere mai il contatto visivo, ed il piacere mi fa perdere all'interno dei suoi occhi, occhi che chiunque può notare quanto meravigliosi siano ma solo io riesco a camminare al loro interno, dove ho dovuto forzare un po' la serratura, ho dovuto togliere un po' di polvere e di ragnatele ma alla fine il tutto si è dimostrato molto meglio di quanto apparisse dall'esterno, ma i pensieri vengono spazzati via dalla sua bocca che succhia con forza la mia concentrazione, con il metallo che si concentra sull'estremità e le mani che lavorano sulla lunghezza ed il mio cervello è ormai riempito solo dallo schiocchiare della sua lingua, della saliva, dei miei respiri, dei miei sospiri, della sua voglia di donarsi senza remore, della mia voglia "andremo oltre" sussurro grattandogli leggermente la cute, ed è l'unica cosa che riesco a dire, una delle poche locuzioni che può rappresentarci al meglio "oltre il tempo, la distanza, i pregiudizi" ed i suoi occhi incatenati ai miei sono peggio di qualsiasi stimolazione sessuale, sono gioia, promesse, brividi, sono la goccia che fa traboccare il vaso "andremo oltre qualsiasi storia d'amore".


Raccontami una storia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora