Andai davanti allo specchio della e osservai l'immagine che rifletteva.
Era una ragazza bionda con gli occhi chiari. Aveva l'aspetto di chi aveva già vissuto troppo nonostante l'età. Ed era un angelo.
Non sembravo io. Eppure lo ero.
Mi sedetti sul davanzale imbottito della finestra e guardai fuori.
Il nulla. Solo nebbia.
Mi spostai sul letto sedendomi a gambe incrociate e provai a pensare.
Come faccio a uscire di qui?
Stavo per rinunciarci che sentii il rumore della chiave che girava nella toppa.
Mi rimisi in piedi alzando i pugni come se mi aspettassi nonsochecosa e attesi mentre la porta si spalancava per rivelare...una ragazza con un vassoio in mano.
Sconcertata abbassai le braccia e la osservai mentre richiudeva la porta e posava con cura il vassoio pieno di cibo sulla scrivania.
"Ciao..." provai a dire
Si girò, quasi stupita del fatto che le avessi rivolto la parola.
"Cc..ciao"
"Che...cosa fai?" Chiesi esitante.
"Ti...le ho portato la sua cena signorina"
Mi dava del lei??
"Ah...grazie..."
Fece per uscire, ma la fermai.
"Aspetta!"
Si voltò verso di me. Mi avvicinai in fretta a lei.
"Potresti rimanere un attimo per favore?"
"Ehm...certo. Cosa c'è? Il bagno è sporco? È finita la carta? Fa troppo freddo?"
Rimasi scioccata dalla raffica di domande che mi stava rivogendo.
"No no!!"
Si fermò.
"E allora che c'e?"
"Volevo solo chiederti...alcune informazioni su questo...luogo" dissi facendo un gesto ampio con le braccia.
Mi guardò sbattendo gli occhi più volte e poi annuì.
"Che cosa vuole sapere?"
"Chiamami Elly e dammi pure del tu"
"Ok...Cosa vuoi sapere Elly?"
"Tutto"
Sospirò e io le feci cenno di sedersi accanto a me sul letto.
Si sedette composta, le mani in grembo.
"Questo è uno dei tanti luoghi chiamati rifugi. I rifugi sono posti in cui demoni e angeli possono appunto rifugiarsi se tipo un umano lo ha visto compiere atti...anomali oppure se hanno visto le ali di un angelo"
"E tu sei qui perché...?"
"Io non sono una rifugiata. Non ne voglio parlare ora e con una sconosciuta per di più"
"Hai ragione. Posso farti altre due domande?"
"Certo"
"Perché io mi trovo qui?"
"Tu sei...diversa. Anch'io lo sento. Non so perché"
Annuii piano. Me lo dicevano tutti da sedici lunghi anni. Io ero diversa.
"Devo andare ora"
La osservai andare alla porta ed aprirla. Un attimo prima di chiuderla si girò verso di me.
"Qual è l'altra domanda che volevi farmi?"
Sorrisi.
"Se potevo farti una domanda"
Mi fissò un attimo e poi vidi gli angoli della sua bocca piegarsi all'insù formando un timido sorriso.
Era un inizio.Mi svegliai a causa della luce che filtrava dalla tenda della finestra.
Mi stiracchiai e mi alzai.
La sera prima avevo mangiato poco e avevo una fame blu e non vedevo l'ora che tornasse la ragazza dell'altra volta. Non sapevo nemmeno come si chiamasse.
Aprii l'armadio in cerca di qualcosa che fosse diverso dalla tenuta del giorno prima e per mia grande fortuna trovai un paio di skinny jeans, una maglietta maniche corte in cotone grigia e una felpa con con cappuccio.
Mi vestii sentendomi finalmente comoda e trovai un paio di scarpe in tela tipo Converse che infilai subito.
Ma chi avrà trovato tutti questi vestiti? E della taglia giusta poi...
La ragazza del giorno prima tornò con un grande vassoio con caffe e brioches.
"Scusa ieri non ti ho nemmeno chiesto come ti chiami..."
"Taylor"
"Perfetto...ascolta Taylor, chi ha preso questi vestiti della mia taglia?" Chiesi indicandomi gli indumenti e le scarpe.
"La stessa persona che ti ha dato questa stanza e che fa arrivare il cibo" disse sorridendo.
"E...chi è?"
"Victor. È un uomo molto gentile. Infatti è stato lui ad accogliermi qui"
Ah. Tuttavia questo Victor continua a non piacermi.
"Ah. E Victor quindi è...un angelo?"
"Oh no. Lui è un demone. Ma un demone molto gentile. Certe volte penso addirittura che sia..."
Come accorgendosi di aver detto troppo si tappò la bocca con la mano e corse via dalla stanza dimenticandosi di chiudere a chiave la porta.
Aspettandomi quasi che tornasse indietro, trattenni il fiato, ma non tornò.
Mangiai una brioches e bevvi la tazza di caffè caldo che mi aveva portato.
Sarei potuta uscire subito dalla stanza, ma avevo troppa fame. E se io avevo fame non riuscivo a ragionare. Quando finii di mangiare, uscii piano dalla stanza e vidi che il corridoio terminava con una porta chiusa. La raggiunsi e provai ad aprirla, ma era chiusa.
Tornai indietro e scesi la rampa di scale che si trovava di fronte alla mia stanza.
Al piano di sotto c'era la sala dove ero entrata il giorno prima con Thom.
Sentii delle voci provenire da una porta socchiusa sulla destra.
Mi avvicinai attenta a non far rumore e sbirciai dalla fessura della porta.
C'erano una decina di persone sedute a un tavolo ovale in legno chiaro.
Nessun volto mi era familiare. L'uomo che mi colpì di più fu quello seduto giusto di fronte alla porta.
Aveva i capelli brizzolati sulle tempie e grandi occhi azzurri, ma quello che mi colpì fu il collo. Aveva una lunga cicatrice che partiva dalla mascella e spariva in un collare argentato, che probabilmente serviva a nasconderla.
A capotavola vidi Victor in piedi che stava parlando, mentre tutti gli altri pendevano dalle sue labbra.
"Noi abbiamo la ragazza. La Double. Ma sapete che non ci basta per vincere questa guerra..." stava dicendo cose che non avevano senso.
Chi era la ragazza? Ero io? Che significava Double?
Avevo il cuore a mille e avevo inconsciamente paura che lo sentissero al di là della porta in legno di...noce? Ciliegio? Non ero mai stata molto attenta alle spiegazioni sui materiali, figuriamoci sul legno.
"Quindi ora come procediamo?"
Ripresi ad ascoltare e mi resi conto che volevo assolutamente sentire la risposta di Victor.
Mi sporsi ancora di più per riuscire a sentire ciò che dicevano, ma all'improvviso due braccia muscolose mi cinsero da dietro tappandomi la bocca , trascinandomi via dalla porta in legno e io non riuscii a sentire la risposta di Victor.

STAI LEGGENDO
Double
ParanormalCome ti sentiresti se dovessi fingere ogni giorno di essere qualcun'altro? Se dovessi nascondere quello che sei perché potresti morire? Fare attenzione a tutto quello che dici o fai per paura di essere scoperta? Come ti sentiresti? Io devo farlo ogn...