Graffiai le grosse braccia che mi bloccavano la testa e scalciai invano cercando di liberarmi.
L'uomo però non mi lasciava andare.
Gli morsi la mano con cui mi tappava la bocca e finalmente mollò la presa.
Gli tirai un calcio all'addome e mi liberai del tutto.
Piegato in due cercò di riafferrarmi, ma io fui più veloce e corsi su per le scale. Tuttavia non ero mai stata una tipa con molta fortuna.
"Ellen?"
Victor
Mi girai lentamente togliendo la mano sudata dal corrimano.
"Io...io...stavo cercando il...bagno"
"Ah sì?"
Mi stava prendendo in giro.
"Sì...ma poi lui mi ha afferrata...e..."
"Fred! Quante volte ti ho detto che devi andarci piano con la tua forza bruta?" Esclamò deluso Victor rivolgendosi a quello che doveva essere Fred.
"Mi scusi Padrone"
Dal modo in cui pronunciò la parola Padrone capii che la "p" era maiuscola.
"Ellen come hai fatto a uscire dalla tua stanza?"
"La...la porta...era aperta" odiavo balbettare.
"Capisco. E chi l'ha lasciata aperta? La cameriera che ti ha portato la colazione immagino. Potresti descrivermela?"
"Ecco...io..." non volevo mettere nei guai Taylor "io stavo dormendo e non so chi mi abbia portato la colazione."
Deglutii. Se prima avevo il cuore a mille ora l'avevo a cinquemila.
Se non mi credeva era finita. Non volevo tornare nelle segrete.
Incrociò le braccia al petto.
"Ellen ora Fred ti riaccompagnerà nella tua stanza" disse terribilmente serio.
Fred mi raggiunse in poche falcate e prendendomi per un gomito mi scortò in camera.
"La prossima volta non la passerai liscia bambolina" mi sussurrò
Gli avrei tirato uno schiaffo solo per il "bambolina", ma mi trattenni, soprattutto quando vidi quanto era grosso.
Mi spinse dentro e fece due giri di chiave. Neanche fossi una tigre del bengala affamata.
Per pranzo si ripresentò Taylor.
Posò velocemente il vassoio e poi si allontanò in direzione della porta.
"Aspetta Taylor!! Per favore..."
Si fermò restando girata di schiena.
La sentii mormorare qulcosa sottovoce, ma non capii nulla.
"Scusa Taylor potresti ripetere che non ho capito?" Chiesi titubante
"Nessuno mi aveva mai chiesto per favore..." ripeté
Mi alzai e le andai vicino per posarle una mano sulla spalla. Quando lo feci sussultò.
"Ti prego. Resta un attimo"
Si girò verso di me e sembrava chiedermi aiuto con gli occhi.
Aveva gli occhi scuri screziati d'oro.
"Ti prego..."
Annuì.
Chiudemmo la porta e ci sedemmo sul davanzale imbottito sotto la finestra.
"Taylor...di me ti puoi fidare. Davvero"
"Lo so"
Rimasi spiazzata da quell'affermazione.
"Mi hai coperta con Victor e te ne sarò per sempre grata" spiegò.
Annuii, ma non dissi nulla. Dopo un attimo riprese a parlare.
"Vedi...le sue punizioni sono...terribili"
"Punizioni?"
"Sì" alzò gli occhi incrociandoli con i miei " se sbagliamo qualcosa lui ci punisce"
"E come...vi punisce?"
Sospirò. Si alzò in piedi e si slacciò la gonna del grembiule. Sotto aveva un vestito bianco immacolato.
Si aprì i polsini di una manica e la arrotolò sul braccio. Quello che vidi mi lasciò senza fiato.
Cicatrici. La pelle era lucida e tesa sull'avambraccio.
Allungai una mano per sfiorarla, ma all'ultimo momento ci ripensai e rimasi con le dita tese sospese in aria.
"Cosa...cosa ti ha fatto?"
"Mi ha bruciata. E questo non è nulla. Se combini qualcosa di davvero pericoloso ti conviene scappare e non farti più rivedere. Se non ci riesci...be allora....allora è meglio che tu abbia una fortuna sfacciata"
"Perché? Cos'altro vi ha fatto quel mostro?" Il mio tono era pieno di rabbia.
Taylor si portò le mani al viso e si lasciò cadere in ginocchio sul pavimento rivestito di moquette.
"Non chiamarlo mostro! Lui ci ha salvati accogliendoci qui!"
"Vi sta sfruttando!"
Mi inginocchiai davanti a lei prendendola fra le braccia, le spalle scosse dai singhiozzi.
"No...no...no...no"
"Non ne ha il diritto..." le sussurrai all'orecchio.
"Lui...lui...ha ucciso mio fratello!!" Esclamò singhiozzando.
Smisi di accarezzarle la schiena.
"Cosa ha fatto??"
Si asciugò gli occhi e mi guardò.
Si mise seduta e cominciò a raccontare.C'era il sole quel giorno. Io e mio fratello eravamo appena stati accolti da Victor. Avevamo poco più di dieci anni.
Stavamo giocando a pallone insieme.
Lui me la tirò con le mani. Era da un po' che stava cercando di insegnarmi a giocare a calcio e quel giorno stavamo facendo solo dei passaggi. Lui mi tirava la palla con le mani e io gliela rispedivo indietro con un calcio.
Ma a un certo punto io lo presi di punta sferrando un calcio fortissimo e la palla andò a rompere una finestra del primo piano.
La finestra era quella della stanza da letto di Victor e sua moglie. Lei in quel momento era nella stanza e stava spostando le tende di velluto per far entrare i raggi di sole.
Le schegge di vetro le deturparono il volto per sempre. Quel bellissimo volto che Victor amava tanto. Da allora lei rimase chiusa nella sua stanza. Non voleva che gli altri la vedessero.
Da lì fu tutto com se lo vedessi dall'esterno, come al cinema.
Vidi Victor precipitarsi in giardino e mio fratello farmi scudo con il suo corpo.
Victor era infuriato come non l'avevo mai visto. Ci gridò contro ogni genere di insulto.
Io ero più piccola di mio fratello di circa un anno e mezzo ed ero rimasta talmente scioccata che lì per lì non mi ero nemmeno resa conto di quello che era successo.
Mio fratello si era preso tutta la colpa.
Victor prese mio fratello per un gomito e lo portò sul ponte che si affacciava sullo strapiombo.
Io lo stavo guardando. Vidi tutto.
E rimasi ferma a guardarlo mentre lo prendeva in braccio come per abbracciarlo, vidi gli occhi di mio fratello osservare quelli di Victor, si fidava di lui.
Poi accadde.
Victor lo alzò e lo lanciò nello strapiombo come una bambola di pezza. Io ero lì. Sentii le sue grida mentre precipitava, le sue grida che si affievolivano mano a mano che cadeva. Vidi Victor spolverarsi la manica della giacca e sorridere.
Io ero lì e non avevo fatto nulla. Nulla per salvare mio fratello.
Tutto per colpa di quel calcio.
Un innocuo calcio in una splendida giornata di sole.
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Double
ParanormalCome ti sentiresti se dovessi fingere ogni giorno di essere qualcun'altro? Se dovessi nascondere quello che sei perché potresti morire? Fare attenzione a tutto quello che dici o fai per paura di essere scoperta? Come ti sentiresti? Io devo farlo ogn...