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Mercoledí 20:00

Di sentire Vilde parlare dell'amore, della
bellezza di "quel sentimento che ti scalda il cuore" non ne avevo propria voglia.
L'amore era una cazzata secondo me, un sentimento che serviva solo per darti gioia, per pugnalarti alle spalle subito dopo.
Tutte le volte che ho visto il viso di mia madre rigato dalle lacrime, per colpa di un uomo, mi ha fatto capire che non mi ridurrò mai in quegli stati per una persona.
Quindi si, non so per quale motivo, o forse si, sono qui seduto sulle panchine della palestra della scuola, alle 20:00 di sera, ad ascoltare Vilde che parla e straparla di cose che a me poco interessano.
E il motivo è abbastanza ovvio: Magnus.
Quello stronzetto, che si è preso una strana cotta per la biondina pazza, ha deciso di coinvolgere i suoi migliori amici per fare in modo che Vilde cada ai suoi piedi.
Io da stronzo gli ho fatto capire che era una missione impossibile, anche perché l'idea di congelarmi il culo non mi attirava molto.
Quindi sono qui, a questo incontro sull'amore, organizzato da Vilde, o come lo chiama lei "Kosegruppa".
" Ora vorrei cortesemente che vi alzaste tutti in piedi " Sbuffo e mi alzo, seguito dai miei amici.
" Se vado in bagno risulto maleducato? " Sussurro all'orecchio di Jonas, mentre mi passo le mani sulle cosce, coperte dai jeans.

"Basta che non ti veda Vilde " Alle sue parole, giro subito alla mia destra e mi intrufolo nel lungo corridoio.

+++

20:45

Stavo tranquillamente giocando a uno stupido gioco nel mio telefono, quando sento qualcuno entrare in bagno.
Infilo velocemente il cellulare dentro la tasca dei jeans ed esco dalla toilette.
Ok forse era meglio se non uscivo.
Davanti a me c'era Even, che in tutta la sua bellezza si lavava le mani.

" Isak, ciao di nuovo " Mi sorride, guardandomi dallo specchio, davanti a lui.

" Ciao " rispondo privo di emozioni e apro il rubinetto

" Ti nascondi sempre? Prima alla festa e poi qui " Chiede mentre si asciuga le mani con delle salviette.
Non rispondo alla sua domanda, concentrato nel vederlo finire tutte le salviette.
" Che stai facendo? " Chiedo mentre indico il porta salviette.

" Opss, ti serviva? " Lo guardo con un sopracciglio alzato, come se la sua domanda fosse più che ovvia.

" Tieni " Mi porge la salvietta , che stava per usare, per poi afferrare la sigaretta che teneva dietro il suo orecchio.

" Vieni fuori " Mi soffia nell'orecchio, per poi uscire dal bagno, lasciandomi col fiato sospeso.

Dopo alcuni minuti a pensare, col cuore a mille, decido di uscire e capire cosa volesse da me una volta per tutte.

Esco dell'edificio e lo vedo seduto su una panchina, mentre si fuma una sigaretta.

" Eccoti " Mi dice appena lo raggiungo e mi offre la sigaretta.

" mm grazie " La afferro titubante e me la porto tra le labbra

" Abbiamo iniziato male, volevo soltanto dirti che non sono così stronzo come sembro, soltanto che con le persone che mi piacciono lo posso diventare " Mi rivela appena mi siedo su quella panchina fredda.

Persone che mi piacciono.

Io gli piaccio? Ma ha la fidanzata, non è gay e io lo sono?

" Aspetta, ma hai la fidanzata " Affermo sicuro, mentre gli ripasso la sigaretta, quasi finita
" Lei crede di essere la mia fidanzata, ma io non la amo sinceramente, sto con lei per pietà " Mi svela mentre mi fissa intensamente negli occhi.
" E io cosa c'entro scusa? " Chiedo mentre mi sistemo il capello
" Mi piaci, tutto qui " Lo dice con una naturalezza che quasi mi uccide.
Mi fa sentire emozioni strane, mai provate.
" Ma nemmeno mi conosci " Lo dico quasi esasperato, non capendo se tutto questo sia un gioco per lui.

" Ti conosco più di quanto tu possa pensare, Isak " Il mio nome lo sussurra piano e mi fissa negli occhi.

Non capisco se questa situazione mi inquieti o mi faccia piacere, però una cosa di cui sono certo è che non sono mai stato così in bene in vita mia come lo sono adesso.

A Parallel Universe →EvakDove le storie prendono vita. Scoprilo ora