Caro papà,
è strano pensare che anche gli eroi nascano, no? Sembrano eterni, senza nascita né morte, invulnerabili. Forse se Elisa l'avesse saputo, che non siamo invulnerabili, forse non avrebbe chiesto il divorzio e non si sarebbe chiusa nel mutismo più assoluto.
Quanto eri felice quando è nato Giorgio, il più grande. Hai fatto in tempo a vedere solo lui per i primi anni, ma amavi Nicholas ancora quando stava nel pancione, e pure Scott che nemmeno esisteva nelle nostre previsioni.
E chissà come avresti reagito se fossi vissuto abbastanza da venire a sapere che tuo figlio è un supereroe. Magari mi avresti fatto i complimenti, magari mi avresti rimproverato o magari mi avresti semplicemente detto che ti dispiaceva.
Immagino che, alla fine, avresti detto sempre qualcosa di meravigliosamente giusto. Quando avevo bisogno di sentire qualcosa di questo tipo venivo sempre da te che eri bravissimo a dire le cose giuste al momento giusto.
Mi manchi immensamente, sai? Forse tu stesso mi avresti consigliato di mollare, ad un certo punto. Forse avrei evitato il divorzio e pure l'esaurimento, e forse ora sarei felice.
Ma cos'è poi la felicità? Non lo sa nessuno, e magari nemmeno esiste. Come sarei potuto essere felice di una vita con mia moglie e con i bambini, ma una vita bugiarda e fatta di sospetti? Era inevitabile che si finisse per rompere, e meglio prima che trascinarsi avanti facendo soffrire i bambini. Meglio che io rimanga il cattivo e loro abbiano una certezza falsa, piuttosto di continui "forse" che mettono solo insicurezza.
Ma vorrei essere per loro quello che tu sei stato per me. Come posso? Non si torna indietro, ormai.
Che penseresti di me, papà, se mi vedessi ora? Sono sul divano, scrivo con un mozzicone di matita, Steve è qui vicino e mi guarda, e ogni tanto guarda la tv che ha il volume bassissimo e dice cose che comunque non mi interessano. Miagola, si stiracchia, cerca di superare la barriera che lo divide dal gelato (il mio corpo), un gelato affogato al cioccolato, di cui ultimamente sto facendo largo uso e che non sono nemmeno sicuro che Steve possa mangiare.
Probabilmente ti metteresti a ridere e mi manderesti a quel paese. Mi diresti di uscire e cercare di riprendermi quello che mi sono negato per anni.
Ma sai cosa? Hai ragione. Da domani torno a lavorare e mi scrollo di dosso Steve (sta diventando pesante, avvinghiato al mio piede che non vuole lasciarlo passare) e tutto il resto.
Proviamo ad essere normali e vediamo cosa viene fuori!
Tuo figlio che, dopo essere stato un eroe, è entrato in crisi, ha perso tutto, e come al solito un tuo consiglio l'ha salvato.
PS: te l'ho mai detto che ti voglio un bene immenso?
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Lettere di crisi
General FictionUn eroe in crisi e un supercattivo che ha perso tutto. Quanto saranno diversi, una volta tolta la maschera?