Capitolo 14

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Il tempo passò inesorabile, la notte lasciò spazio all'alba di un nuovo giorno.Un giorno triste, un giorno che sapeva di addii, di partenze, di rabbia e delusione.

Anna non aveva chiuso occhio e lo stesso fu per Ignazio.

Alle 8.30 il trillo del telefono la destò dai suoi pensieri. Era la reception che l'avvisava dell'arrivo del taxi per le 9.00.Ignazio aveva pensato proprio a tutto pur di rispedirla a casa.

Non impiegò molto per sistemare le valigie intanto rifletteva cosa fare con Ignazio, voleva chiamarlo per chiedergli di nuovo scusa, per fargli vedere la bambina prima di riportarla in Italia, semplicemente per rivedere quegli occhi profondi dei quali si era innamorata.

Fece una foto alla bimba che stava giocando e gliela inviò, di nuovo, senza scrivere nulla.

Stavolta Ignazio però rispose.

''vengo a prendermela tra cinque minuti e te la riporto prima dell'arrivo del taxi'' 

Ad Anna le si bloccò il respiro, nel messaggio si parlava solo di Caterina, Ignazio non faceva alcun cenno a lei, alla sua rivelazione, non chiedeva spiegazione, non sfogava la sua rabbia. Nulla.

Il tempo di mettere le scarpine a Caterina che bussarono alla camera ritrovandosi gli occhi gonfi e rossi di Ignazio, il suo viso stravolto, il suo aspetto trasandato.

-'dov'è?'- chiese lui guardando oltre la figura di Anna

-'possiamo parlare?'- rispose lei mentre lo lasciava entrare

-'non abbiamo nulla da dire'- disse senza neppure guardarla negli occhi, si avvicinò alla bimba, la prese tra le sue braccia e fece per uscire

-'Ignazio ti prego'- lo bloccò lei per un braccio

Lui non si degnò di alzare gli occhi dal pavimento, era troppo concentrato a non piangere, a non urlarle contro la sua delusione 

-'te la riporto in tempo per il taxi'- si limitò a dirle per poi uscire da quella stanza che sapeva di loro, dell'odore nato dall'amore consumato il giorno prima.

Ignazio si dedicò alla figlia , la fece giocare, le fece il solletico, provò a farle fare i primi incerti passi. Il tutto con un nodo alla gola.

-'amore di papà mi mancherai tanto, papà ti penserà sempre'- le disse mentre lei giocava a tirargli il pizzetto facendo strane smorfiette

-'tu occupati di mamma, falla sorridere e amala come papà non riesce più a fare e sopratutto tienila lontana dagli altri uomini'- si raccomandò alla figlia come se lei potesse capire e potesse tenere fede a queste promesse.

Il suono di una sveglia impostata sul cellulare ricordò al tenore di dover riportare la piccola alla mamma. Asciugò alla bella e meglio i suoi occhi, abbracciò forte forte quel fagottino di bimba che profumava di talco e vaniglia, un misto tra il profumo dei bimbi e quello di Anna, della sua Anna. 

Uscì dalla camera e bussò a quella della moglie.

Lo accolsero due occhi gonfi.

-'Il taxi già sta giù'- annunciò lei funerea per rompere il ghiaccio, per sperare che lui le chiedesse di restare.

-'è già tutto saldato'-l'avvisò invece lui mentre la bimba si lanciava tra le braccia della mamma

-'quando finisci il tour ti aspetto a casa'- si raccomandò lei 

-'mandami le foto della bimba'- rispose lui senza premurarsi di dare seguito alla frase di Anna circa il suo ritorno dopo il tour, si voltò e se ne andò lasciandola nella disperazione più totale.

Anna si recò in aeroporto con la morte nel cuore, ripensò a quel discorso senza senso avuto con Ignazio prima di andare via, un discorso con troppi dubbi e nessuna certezza, ripensò a quanto vissuto con Ignazio fino ad ora: alla nascita di Caterina, alle loro nozze, alle loro vacanze, ai momenti felici e spensierati condivisi con lui e inevitabilmente il pensiero cadde anche sui momenti tristi dell'abuso, del timore che Caterina non fosse figlia sua, della precaria salute di Caterina, della distanza dovuta al suo lavoro, delle fan che lo tentavano spudoratamente nonostante sapessero fosse sposato e con una figlia.  

Ne avevano superate di difficoltà e avrebbe superato anche quella, decise di illudersi la donna.

Immersa com'era nei suoi pensieri non si rese conto di essere atterrata a Bologna, lì un altro taxi l'aspettava.

Sorrise amareggiata della premura di suo marito. Premura rivolta principalmente al benessere e alla tranquillità di sua figlia, pensò incattivita Anna.

Giunta a casa, inviò un messaggio a Ignazio per avvisare di essere arrivate a casa, ovviamente il messaggio aveva come allegato una foto della loro piccina che felice giocava nel box.

Mentre Anna disfaceva la valigia portata con se e mai usata, le arrivò una chiamata di Piero.

''Ciao Piè''- salutò incolore lei 

''Ciao Annarè, dove state?''- chiese il tenore speranzoso che l'amico avesse cambiato idea

''A casa''- rispose mogia 

''quella testa di minchia''- sbottò Piero 

''io...lui in realtà...''- provò a dire Anna ma ogni parola le moriva in gola.

Voleva dire tante cose ma proprio non riusciva a fare uscire quelle maledette parole

''Anna so tutto e mi spiace''- tentò di andarle incontro Piero per facilitarla

''sono stata una stupida ma non voglio perderlo''- vomitò d'un fiato singhiozzando

''dagli un pò di tempo e vedrai che gli passa. Sai che è gelosissimo di te e sapere che la sua donna ha baciato un altro uomo lo ha devastato''

''lo so ''- ebbe la forza di dire

''dagli del tempo, fallo sbollire e vedrai che gli passa. Ti ama troppo per perderti''- la rassicurò il narese

''Piè stagli accanto, ti prego. Non fargli commettere nessuna cretinata altrimenti non me lo perdonerò mai''- si raccomandò lei 

''mi ha mandato un sms, stasera prende il volo per tornare da noi. E' già un buon segno''- la fece riflettere

''ah..ok''

''tu non lo sapevi?''- chiese Piero temendo la risposta

''no, l'ho avvisato del nostro arrivo a Bologna , ha visto ma non ha risposto''- ammise lei con una voce flebile.

Conosceva ormai il suo uomo, sapeva che quando era ferito si chiudeva in una gabbia di orgoglio dalla quale era difficile uscire. Ciò nonostante sperava che , davanti alle foto della figlia, potesse sciogliersi. Capì di sbagliarsi. Purtroppo.

Non poteva sapere che in realtà Ignazio stava piangendo davanti a quella foto che ritraeva sua figlia serena a casa sua.

Piangeva nel pensare che avrebbe potuto averla con lui, coccolarla, abbracciarla, ascoltare le sue parole sconnesse cercando di capirci qualcosa, aiutarla a rialzarsi quando sarebbe caduta dopo i suoi passi barcollanti.

Piangeva nel pensare una vita senza la sua famiglia, nell'immaginare sua moglie tra le braccia di un altro. E fu a quel pensiero che una rabbia indescrivibile gli montò tanto da prendere a cazzotti un'anta dell'armadio della sua camera .

Dolorante ad una mano, dispiaciuto, ferito nell'animo, scese giù in reception per dare comunicazione del danno e pagarlo per poi lasciare quell'albergo e dirigersi verso l'aeroporto.

Ieri vi ho lasciato con Piero e Giada e oggi vi saluto con Ignazio e Anna :)

Ignazio ha davvero rispedito moglie e prole in Italia. Riuscirà mai a perdonare Anna?

Buon anno a tutti voi, possa essere un anno sereno.

Un abbraccio



Posso solo amarti così -(sequel di Hablando de ti)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora