26. La rinascita

4K 313 166
                                    

POV JACK

Non faccio che sospirare, un sospiro dietro l'altro mentre guardo fuori dalla finestra, seduto su una dannata sedia a rotelle ormai privo di vita. Ben è in piedi, a braccia incrociate, e continua ad avere quello sguardo insopportabile fisso su di me, in attesa che gli dia retta una volta per tutte.

«Voltati», ripete, per la quinta volta. «Jack, cazzo. Voltati».

Di scatto volgo lo sguardo nella sua direzione, soltanto per farlo tacere. «Cosa vuoi? »

«Ti manca, inutile che provi a negarlo».

«Ben, cosa vuoi? », ribadisco, irrigidendo la mascella. «Lasciami in pace».

«No, non ti lascio in pace! », sbotta, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi. «Anch'io sto soffrendo per quel bambino, maledizione! Tutti noi stiamo soffrendo, non sei l'unico a sentirti così».

«Tu non sei suo padre. Non spettava a te proteggerlo», mormoro, con il senso di colpa che mi divora giorno dopo giorno.

«Non potevi prevedere quello che è accaduto, quel verme ti ha sparato alle spalle», mi ricorda.

Scuoto il capo, irremovibile. «Dovevo salvarlo».

Ben avanza a piccoli passi verso di me, sospirando. «Tu lo hai già salvato una volta, Jack. Lo hai salvato quando hai scelto di prendertene cura e di crescerlo come tuo figlio».

Istintivamente alzo lo sguardo per incontrare il suo, non riuscendo in nessun modo a reprimere la curiosità. «Chi te lo ha detto? »

Si stringe nelle spalle, sorridendo appena. «Zio Ryan. Dopo che mi avete aiutato a cacciarmi fuori dai guai, con quella faccenda di Fanny e il marito, mi ha preso da parte e mi ha raccontato tutto. Avrei preferito fossi tu a dirmi la verità». Si piega sulle ginocchia, mettendomi una mano sulla gamba. «Perché ti sei preso la colpa di tutto? Hai lasciato che me la prendessi con te, che ti odiassi! Stavi attraversando un periodo difficile, in seguito a quel terribile incidente, non dovevo metterti in mezzo, maledizione. Sono stato così cieco e stupido. Ero innamorato di quella ... puttana, sono caduto nella sua trappola come un idiota».

«Basta», sussurro, dandogli un colpo leggero sulla fronte. «Siamo stati entrambi degli ingenui. Tu a fidarti di lei e io a fidarmi di quel bastardo».

«Ma sono stato io a fartelo conoscere, accidenti», si rimprovera ancora. «Non potevo pensare che voi due eravate fratelli».

«Tu sei mio fratello», lo correggo, serio. «E non devi sentirti in colpa per nulla. Eri un ragazzino innamorato, l'amore rende ciechi».

Curva le labbra in un mezzo sorriso. «Quello non era amore. Ora lo so. L'amore è un'altra cosa. E' quello che tu e Rubi sentite l'un per l'altra. E' quello che tu, per nessun motivo al mondo, devi lasciarti sfuggire». Mi prende il viso tra le mani, parlandomi a cuore aperto. «Vattela a riprendere finché sei in tempo. Lei è tua. E si vede lontano un miglio che stai soffrendo da cani».

E come potrei fingere che non sia così? A volte mi sembra quasi di soffocare da quando lei se n'è andata; da quando ho deciso di mandarla via dalla mia vita. Le giornate sono diventate talmente prive di senso, non mi accorgo nemmeno se sia giorno o notte, non m'interessa sapere che ore siano o se è il momento di mangiare oppure di andare a dormire. Non so cosa mi permetta di restare ancora in vita, malgrado mi senta ormai morto dentro, non capisco perché la mia esistenza debba continuare quando l'unica cosa che vorrei veramente è poter chiudere gli occhi per sempre.

Ogni notte spero di non svegliarmi mai più. E, da quando Rubi se n'è andata, questo desiderio si è fatto più forte, quasi incontrollabile. Non ho fatto altro che procurare dolore a tutti coloro che ho avuto accanto, durante la mia vita, penso sia giunto il momento di lasciarli vivere in pace, senza di me a complicargli l'esistenza.

Purple Conjuction - Shades of LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora