39. Perdite

3.3K 253 83
                                    

39

Non so se esista al mondo un modo per salutare per sempre qualcuno che non rivedrai più, penso che forse ricordarlo in silenzio sia l'unica cosa che ci resti da fare affinché il dolore per la sua perdita si cicatrizzi. Conoscevo John da poco, quasi un anno, avevo scambiato con lui pochissime parole, frenata dai racconti di Jack su chi era veramente quell'uomo, nonostante questo ho sin da subito visto qualcosa in lui, qualcosa che mi faceva sperare in un miracolo. John era la soluzione, era la pace, era la redenzione per quell'uomo bellissimo e tormentato, grazie a lui avrebbe potuto vincere le ombre e i demoni del suo passato, si sarebbe reso conto dell'essere meraviglioso che era in realtà, così lontano dal mostro che vedeva dentro di sé. Il suo sacrificio non è stato vano, ha innescato qualcosa di veramente potente dentro Jack, in un modo o nell'altro suo padre è riuscito a salvarlo, ad ottenere il suo perdono, a indurlo ad aprire gli occhi e a vedersi per quello che è realmente. Adesso potrà guardarsi allo specchio, potrà deporre l'ascia da guerra e smettere di condurre la battaglia che lo ha visto protagonista sin da quando era solo un bambino per poter finalmente vivere e amare.

Intreccio le nostre mani, mentre ascoltiamo il Prete celebrare il funerale di John, davanti a noi la sua lapide, che presto verrà calata sottoterra, intorno a noi tanti volti tristi, primo fra tutti quello di mia madre, la mia vera e unica madre. Vederla in lacrime e disperata mi strugge il cuore dalla pena; per lei è già il secondo amore che muore, non meritava una simile sofferenza. Accanto a lei nonna Jane cerca di darle conforto, esattamente come vent'anni fa, quando l'ha consolata per la morte di mio padre. Fa così male guardarle e non poter dire loro la verità, ma anche se lo facessi, se dicessi a entrambe che lui è ancora vivo, procurerei soltanto altro dolore, nient'altro. Perciò meglio così, preferisco saperle rassegnate alla sua morte, mentre ricordano il valoroso eroe e marito esemplare che non è mai stato, che pensino a lui come un angelo custode, anziché vivo e lontano con il suo amore tormentato. Sposto lo sguardo su Kate, che tiene tra le braccia la nostra Mary Jane, mentre appoggia il capo contro la spalla di Will, suo marito, con un sorriso amaro sulle labbra. E' una donna forte, buona, dopo aver saputo quello che era accaduto non ci ha pensato due volte a presentarsi al funerale del suo ex compagno, dell'uomo che un tempo le ha fatto del male, un male imperdonabile, ma che allo stesso tempo ci ha insegnato una cosa: cambiare è possibile. E' la prova vivente che anche un mostro possa trasformarsi in un uomo buono e onesto, nonostante tutto, pentirsi di tutto il male e il dolore che ha causato, dedicare il resto della propria esistenza a rimediare agli errori fatti, ma per fare questo occorre che gli altri, quelli che hanno subìto, imparino a perdonare. Perdonare è difficile, molto più difficile che cambiare, c'è chi non ne è capace, chi gli riesce abbastanza facile, anche troppo, e chi non imparerà mai, nonostante gli sforzi. Jack non sapeva perdonare, questo è stato il suo peggior nemico; l'incapacità a perdonare, anche l'imperdonabile. E' l'unica arma che abbiamo per continuare a vivere, per cicatrizzare le ferite e andare avanti, lasciandoci il passato, il dolore, tutto alle spalle, guardando al presente, al futuro, speranzosi in un avvenire migliore, ma prima di questo, prima di proseguire lungo la strada, dobbiamo per forza perdonare chi ci ha fatto del male, chi ha lasciato quella cicatrice indelebile nella nostra anima, perché solo in quel modo riusciremo ad essere in pace anche con noi stessi. Spero che il cammino di Jack adesso sia più facile e meno tortuoso, comunque vada io gli starò accanto, mano nella mano proprio come in questo momento, pronta a prendermi cura di lui, a guidarlo quando non saprà quale strada prendere, a consolarlo quando tutto questo tornerà a far male ancora, perché tornerà spesso, in un modo o nell'altro, è impossibile sbarazzarsene per sempre.

Avverto la sua mano scivolare dalla mia, lentamente, alzo lo sguardo sul suo volto serio, impassibile, chiedendomi cosa starà sentendo dentro di sé, cosa starà passando, poi sfoggia un sorriso forzato e mi colpisce dritta al cuore, facendomi un male incredibile. Mi fa un leggero cenno col capo, guarda il Prete con aria scocciata, dopo di che mi dà le spalle, passa accanto a Tom ed Annie, i quali si tengono l'uno stretto all'altra, mentre il piccolo Edgar è in piedi davanti a loro e si guarda curioso intorno, appoggiando la manina alla gamba del suo papà. Jack scompiglia i capelli del bambino e di sicuro guardandolo gli sarà venuto in mente il suo ometto, quando aveva poco più di un anno, perché il suo volto si è subito trasformato in pura sofferenza, ponendo fine a quel gesto e proseguendo per la sua strada, allontanandosi da tutti.

Purple Conjuction - Shades of LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora