40. L'essenziale

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POV JACK

Do alcuni colpi contro la porta della stanza d'ospedale, entrando senza aspettare che Ben mi inviti a farlo e beccando in questo modo lui e la sua ragazza intenti a sbaciucchiarsi come due adolescenti. Emily diventa rossa in volto, non appena si accorge della mia presenza, mentre Ben non se ne cura minimamente e, anzi, vorrebbe addirittura continuare quello scambio di effusioni perfino davanti a me. Trattengo un sorrisetto, poi attendo che la ragazza esca dalla stanza, sforzandomi di tenere gli occhi fissi sul pavimento per non crearle maggiore disagio. Esce di corsa e senza neanche degnarmi di un saluto, goffa e impacciata proprio come quell'altra matta di sua cugina appena l'ho conosciuta.

«Dovete chiudervi a chiave, fratellino», gli consiglio, facendo qualche passo verso il letto. «Pensa se fosse entrata nostra madre».

Ben scoppia a ridere, facendo una smorfia per il dolore alla spalla. «Oh, ti prego. Non dirlo nemmeno per scherzo. Sapevo che foste tutti impegnati, ecco perché non ho pensato di chiudere la porta».

«Se non fossi entrato, c'avreste di sicuro dato dentro», lo canzono. «La ragazzina è alla sua prima volta? ».

Ride ancora, come se la cosa lo divertisse alquanto. «No, scherzi? Ha diciotto anni. Quale ragazza, al giorno d'oggi, potrebbe esserlo? »

Mi stringo nelle spalle, leggermente in imbarazzo. «Non puoi fare di tutta un'erba un fascio», sbotto. «Ognuno ha i ... suoi tempi, i suoi problemi, non possono mica essere tutti come ... me». Sorrido a trentadue denti, strafottente. «Ti assicuro che ha i suoi vantaggi».

«Cosa? », inarca un sopracciglio, scettico. «Cosa stai cercando di dirmi, Jack? Rubi era vergine? »

Storco il naso. «Non mi piace che si parli di mia moglie in questi termini».

Lui sembra perplesso. «Va bene, come vuoi tu. Hai aperto tu il discorso, comunque», intanto se la ride come un demente. «E che tipo di vantaggi? »

Sorrido come un ebete, ringraziando il cielo che quel prezioso gioiello destinato al sottoscritto non sia stato toccato da nessun'altro, a parte quel bastardo di mio fratello che c'è andato molto vicino; quel verme ha rischiato di contaminarla con la sua malvagità. «Non sono qui per parlare di me e di Rubi», taglio corto, tornando serio.

«Tu, fratello, hai davvero dei seri problemi quando si tratta di quella ragazza», commenta, sospirando e guardandomi con aria confusa.

Il mio sorriso s'allarga al solo pensiero di come devo sembrare agli occhi di mio fratello. «Sì, lo ammetto».

«Allora, di cosa sei venuto a parlare? », chiede, facendomi segno di accomodarmi sulla sedia posta davanti al letto. «Spero non di me e di Emily».

Scuoto il capo e mi accomodo. «No, non preoccuparti. Non abbiamo avuto modo di parlare in questi due giorni, c'era sempre qualcuno e ... volevo ringraziarti, davvero. Se tu non fossi intervenuto, non avremmo guadagnato tempo, non sarei arrivato in tempo per salvare la mia famiglia. Non so quali parole usare per dirti quanto ti sia grato per quello che hai fatto, per aver messo a repentaglio la tua vita per loro. Sei un vero eroe, più di quanto lo sia io».

«Lo avrebbe fatto chiunque». Mi guarda e nei suoi occhi vedo tanto rimorso. «E poi, era il minimo che potessi fare per rimediare agli sbagli del passato. Trevor l'ho portato io, un po' è anche colpa mia».

«Non lo avrebbe fatto chiunque, non dire stronzate», inveisco. «E non lo hai fatto nemmeno perché avevi un debito nei miei confronti».

«No, hai ragione», concorda, sorridendo amaramente. «Quando sono arrivato davanti casa tua, mi sono subito accorto che qualcosa non andava. Ho visto il ragazzino uscire di corsa con i bambini e l'ho fatto salire subito in auto, raccomandando a Emily di restare lì. Ho chiamato la polizia e poi sono sceso e ho trovato la porta spalancata, a terra il corpo di quel francese ... Rubi e Annie erano in pericolo, così io e Johnny siamo intervenuti per cercare di fermarlo. Sono riuscito a prendere la pistola, ma non a sparargli. Sono un codardo? »

Purple Conjuction - Shades of LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora