33. La speranza può renderti libero

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«Avanti», insiste Annie, imperterrita. «Non usciremo da qui, fino a che non ti sarai decisa di farlo, sappilo».

Le faccio una smorfia contrariata, come quelle che fanno i bambini piccoli quando non hanno nessuna intenzione di obbedire ai genitori. «Ma è una follia. Io e Jack non abbiamo avuto neanche modo di ... procreare, perciò non ha alcun senso».

Lei alza un sopracciglio, per niente convinta. «Ne sei sicura? »

Annuisco, abbassando lo sguardo per terra a causa dell'imbarazzo che sento a parlare di certe cose. «Jack non ... non ci riesce. E' nervoso, preoccupato, non ... sta molto bene».

Emma è sbalordita. «Mi stai dicendo che il mio fratellino ha problemi di ... erezione? »

La ammonisco con un'occhiata. «C'era bisogno di andare così nei dettagli? Non ha ... problemi. Sono successe tante cose e che probabilmente avranno influito molto anche su quell'aspetto. E vi prego di non fare battute davanti a lui, sapete com'è ... ci tiene alla sua virilità».

«Quindi tu, in poche parole, stai dicendo che ... non puoi essere incinta? », chiede Annie, studiandomi attentamente. «Quand'è stata l'ultima volta che lo avete fatto? »

Faccio spallucce. «Nemmeno lo ricordo».

Pian piano sto riuscendo a convincere quella matta a mettersi il cuore in pace. «Fallo lo stesso, cosa perdi? »

Sbuffo, innervosendomi ogni minuto di più. «Senti, non ho tempo per ... mettermi a fare test di gravidanza a casaccio, quando non c'è alcun motivo per farlo, tra l'altro. Anzi, dovrei tornare di là a studiare. Tutte dovremmo uscire da questo cavolo di bagno, a dirla tutta, e tornare di là. Erik dovrebbe arrivare a momenti».

«Quindi non vuoi farlo», conclude, riprendendo il test dalle mie mani e rimettendolo lentamente nella borsa. «Questo significa che hai paura del risultato, lo capisco».

«Cosa? Paura? Perché dovrei aver paura? », sbotto, irritandomi.

«Ragazze», ci richiama Emily, a disagio. «Vi ricordo che c'è una bambina tra noi, non mettiamoci anche a litigare, eh», dice, riferendosi a Mary Jane.

Sposto l'attenzione da Annie alla mia piccola, vedendola con gli occhi persi e tristi, quindi non ci metto molto a raggiungerla e a riprenderla tra le mie braccia, sussurrandole dolci parole all'orecchio, affinché si tranquillizzi. «Dimentichiamo questo spiacevole equivoco», dico, rivolgendomi a tutte. «Io non sto aspettando nessun bambino, la mia vita è già abbastanza incasinata perché io possa essere anche incinta».

Esco dal bagno a passo svelto, prima che Annie possa solo pensare di controbattere a ciò che ho appena detto, tornando in sala e quindi al mio studio, mentre aspetto che Erik arrivi in mio soccorso e mi aiuti a capirci qualcosa, malgrado non sia la materia in sé il problema ma la mia testa troppo occupata con altro per concentrarsi sui libri.

Anche le altre mi raggiungono, tornando ai loro posti e fingendo di occuparsi ognuna di qualcosa, pur di non tornare di nuovo sull'argomento "test di gravidanza".

Non oso alzare gli occhi dalle pagine del libro, evitando così di incontrarmi con uno dei loro sguardi, consapevole che mi sarei tradita nel giro di qualche secondo scoppiando nuovamente in un pianto isterico, degno appunto di una donna nel pieno di una tempesta ormonale causata dalla gravidanza. Continuo a scacciare via il ridicolo pensiero che io possa essere realmente incinta, attribuendo le cause della mia esagerata emotività esclusivamente a tutte le sconvolgenti rivelazioni che ci sono state nell'ultimo periodo della mia vita, sicura al cento percento che chiunque sarebbe andato di matto in una situazione assurda come quella che ho vissuto io. Ancora non riesco a capacitarmene, forse perché quei due, mia madre e mio padre, se ne sono andati senza aggiungere altro, senza nemmeno spiegarmi il perché di quell'improvvisata, nulla di nulla, sono piombati nella mia vita e un minuto dopo se n'erano già andati, dopo avermi sconvolta a dovere.

Purple Conjuction - Shades of LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora