Purple Conjuction - Shades of Love

34. Un giorno ...

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E' così che deve andare.

Cosa succede a un genitore quando il proprio figlio scompare? Scatta qualcosa, un istinto primordiale, che ti spinge a voler fare tutto ciò che è in tuo potere per ritrovarlo, nonostante non rientri purtroppo nelle tue competenze, non ti importa se spetta alla polizia il compito di riportare tuo figlio a casa, dai genitori, l'unica cosa che sai e che non riesci ad accettare è il fatto di non voler più startene con le mani in mano, di aggrapparti alla sola speranza, perché alla fine anche la speranza può svanire, a poco a poco, lasciandoti un gran vuoto dentro al cuore. E' per questo che con coraggio ma anche con tanto timore appoggio Jack in questa nuova sfida che lo aspetta, che ci aspetta. Soprattutto lui, un soldato, non riuscirà mai a trovare pace rimanendo qui, con le mani in mano, senza almeno aver provato a far qualcosa per nostro figlio, per riuscire a riprenderselo e a riportarlo a casa, dalla sua famiglia. So che ha temporeggiato solamente per riuscire a recuperare un po' le forze, a causa della ferita e del problema alle gambe, e che comunque è sempre stato nei suoi pensieri uscire là fuori, andare fino in capo al mondo per ritrovare suo figlio. L'ho sempre saputo e temuto, malgrado sia giusto così. Non mi sta abbandonando, sarei una sciocca a pensarla così, sta andando a salvare il nostro bambino e, anche se questo comporta lasciare momentaneamente me e sua figlia, lo sta facendo per una ragione più che valida.

Non posso comunque evitare di sentirmi vulnerabile, indifesa e debole, al pensiero che Jack vada via, l'unico che può darmi la forza per andare avanti e a non crollare è proprio lui e se adesso mi lascia potrei finire col cedere definitivamente. Ho bisogno di Jack Lewis, questo è innegabile, ma ho bisogno anche di poter riabbracciare Jason. Il mio bambino è là fuori, da solo, con quell'uomo spregevole, non posso sopportarlo più, neppure Jack può più sopportare il pensiero di lui con quel bastardo di suo fratello, quindi stringerò i denti e cercherò di sopravvivere anche alla sua assenza, di nuovo, e terrò alta la speranza affinché i miei due uomini tornino a casa, da me e Mary Jane, il prima possibile, fino a quando finalmente questo brutto incubo avrà fine e il sole tornerà a splendere sulle nostre vite.

Jack vorrebbe raggiungermi, ma ha timore di fare o dire la cosa sbagliata. Leggo nei suoi occhi tanta pena e tristezza, non vorrebbe lasciarci ma deve, e di questo non posso proprio fargliene una colpa. Serra le palpebre e irrigidisce la mascella, come se stesse conducendo una lotta interiore contro se stesso, contro la dura scelta a cui si sta sottoponendo, uscendone distrutto. Vedendolo così sofferente, non riesco a starmene in disparte, lo raggiungo e, alzandomi sulle punte, gli prendo il volto tra le mani, facendogli sentire la mia vicinanza e tutto il mio appoggio. «Jack, non hai motivo di ... sentirti così male per me. Io ce la farò. Ci saranno tanti altri al mio fianco, ad aiutarmi, mentre tu starai via. Non stai lasciando me e Mary Jane da sole ... ».

Lo sento tremare sotto al mio tocco, come un bambino indifeso che ha bisogno di protezione. «Vorrei potesse esserci un'altra soluzione», bisbiglia. «Ma non posso più aspettare, ogni giorno è come se ... mi strappassero un pezzetto di cuore dal petto, un po' alla volta, è un dolore atroce con cui non riesco più a fare i conti. E' stata colpa mia, se quel verme è riuscito a portarlo via, spetta a me riprendermelo. Spero di riuscirci e di riportare a casa il nostro ometto, piccola mia».

Mi solleva da terra e mi prende tra le sue braccia, invogliandomi a intrecciare le gambe intorno ai suoi fianchi. «Adesso sono pronto a fare l'amore con te».

Nascondo il viso contro il suo petto forte, lasciandomi andare a un sospiro sofferente. «Non ci riuscivi ... per questo? ».Mentre avanza verso la nostra camera da letto, ne approfitto per ascoltare i battiti accelerati del suo cuore, come se si trattasse di un'ultima volta.