la cella

3.7K 158 3
                                    


Cora POV

Era ormai due giorni che ero rinchiusa in quella buia, sudicia e gelida cella, le catene bruciavano sulla mia pelle, ero stanca e affamata, sola e ferita, ma non solo ero ferita fisicamente ma anche psicologicamente, mi mancava troppo Axel ogni ora lontano da lui era come perdere un anno di vita, si il dolore di averlo perso era così logorante che ormai non c'era più niente dentro di me.
Il freddo ormai mi avvolgeva tutto, non lo sentivo più intorno ma fin dentro le ossa. Sentii dei passi provenire da fuori, alzai lo sguardo e vidi quel "rigetto di sua madre" che si avvicinava con passo pesante a me -Allora cosa facciamo oggi?- disse con un ghigno stampato in faccia, gli sputai addosso per la rabbia e il dolore che mi aveva fatto covare per lui, il suo ghigno si trasformò in una smorfia arrabbiata.
-Questo non lo dovevi fare - slegò le manette e mi prese con la forza e lo seguii contro la mia volontà fuori dalla cella.
- Adesso penserai che l'inferno non sarà così peggiore di quello che ti aspetterà- mi irrigidii a quelle parole, il corridoio era spoglio e senza finestre, oltrepassai la porta che conduceva all'inferno e da lì iniziarono le torture.

La mia pelle bruciava sotto il tocco del ferro bollente, la mia pelle diventava violacea al contatto con il bastone, la mia pelle si graffiava per la frustate che mi infliggeva, la mia fronte era sudata e i capelli mi si appcicavano su di essa -E così che hai ridotto la ragazza che hai prima picchiato, poi incisa e buttata nel nostro territorio- dissi alzando la testa per guardarlo più che potevo visto che ero bloccata con due catene che partivano dal soffitto e si chiudevano sui miei polsi doloranti - No la sua morte è stata veloce la tua sarà lenta- disse ridendo -E la sai la cosa buffa?- mi guardò negli occhi e si avvicinò a me -Che il tuo Axel non verrà mai a salvarti lo sai ?- mi arrabbiai, non poteva nominare quel nome, perché pensando solo ai suoi occhi mi metteva angoscia per la sola ragione che non potevo più abbracciarlo, baciarlo o farci l'amore, perché mi avevano portato via da lui con l'inganno.
-Cos'è che hai brutta piccola insulsa cagnetta? Sapere che nessuno ti potrà salvare e così brutto?-
- No non è per questo che sono triste e che almeno io se muoio ci sarà qualcuno che piangerà la mia morte e te invece non ci sarà nessuno a piangere la tua- la soddisfazione di averlo ferito era troppa, il suo volto si contrasse e il suo sguardo non era più impassibile ma si fece avanti con un alone temporaneo dorato di tristezza -Tu non sai niente- sibillò con rabbia per poi afferrarmi i capelli e strattonarmi, urlai per il dolore che si propagava per tutta la cute - Non ti permetterò mai più di parlarmi così chiaro- poi continuò- ti lascerò qui tutta la serata e poi faremo i conti- sussurrò al mio orecchio, poi uscì sbattendo la porta.

****
(In terza persona)

Axel stava impazzendo, erano giorni che non dormiva, la cercò in tutto il bosco e non la trovò, il suo profumo non lo sentiva come non sentiva il suo cuore -Axel la troveremo- disse il suo beta -Manda i migliori segugi a gruppetti di due, in tutte le quattro direzioni- ordinò con voce ferma Axel, il suo beta annuì e se ne andò.

Il giorno seguente a svegliarlo non furono le grida di Black, ma il dolce profumo che gli era mancato terribilmente in quella settimana d'inferno, corse giù come una saetta e non gli fregava niente se era in mutande e basta, quando arrivò in salotto, vide quel corpicino della sua compagna tra le braccia del suo beta
-Lascia faccio io- disse Axel, averla trovata era come prendere una boccata d'aria dopo giorni di agonia.

**********
Angolo autrice

Grazie per le visualizzazioni e i mi piace! Lupette e lupetti ecco a voi il decimo capitolo! Finalmente l'hanno trovata? Che fine avrà fatto "l'ombra nera" che aveva rapito Cora?
Commentate e mette mi piace!

~ele~

The Dark Moon Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora