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-Claudio-

Finalmente il giorno tanto atteso è arrivato. Claudio, Luca e Mattia, come ogni sacrosanto anno ormai da quando ne avevano diciotto, sono atterrati ad Ibiza e sono andati in spiaggia a rilassarsi prima dell'evento dell'anno.

«Oh ragazzi, anche quest'anno la scommessa è aperta», dice Luca sorseggiando il suo mojito. «Tanto vinco sempre io». Claudio Zanca è, in effetti, il vincitore indiscusso della loro scommessa da ben cinque anni consecutivi: all'apertura del Bambù si era scopato il ragazzo più bello del locale, votato il giorno dopo dai tre amici a maggioranza. L'anno prima era stato il turno dello svizzero a bordo piscina, ma il suo preferito rimane il greco col culo perfetto del 2012. «Vedrete che anche quest'anno non vi deluderò e vincerò la corona di re del Bambù». Facendo la linguaccia, si alza e va a tuffarsi per tonificarsi per la serata.


-Mario-

Oggi si inizia a lavorare. Questa settimana di attesa è stata perfetta per abbronzarsi, girare l'isola, uscire con Antonio ed usare il preservativo con il bagnino della spiaggia dietro casa sua. Di solito Mario è abbastanza difficile ma a Rafael proprio non aveva potuto dire di no e quindi dopo brevi discorsi di circostanza, l'aveva seguito nella casetta di vedetta per poi farselo.

Mario si sta vestendo, scarpa da ginnastica bianca, jeans e maglietta nera ufficiale del Bambù. Sente un misto di eccitazione e paura ma non vede l'ora di iniziare. Check-list classica prima di uscire: profumo, sigarette e orologio. È pronto.

Le prime ore vanno bene, il locale inizia a riempirsi e Mario sta prendendo la mano con i cocktail. Il suo collega è un ragazzo spagnolo, Luis, molto disponibile e simpatico, con l'esperienza che manca a Mario lo aiuta in tutto. Il locale adesso è pieno, è l'una.

«Ehi scusa, mi faresti un Cuba Libre?», chiede un ragazzo sporgendosi sul bancone.

«Arriva», dice Mario sorridendo distratto.

«Italiano?».

Mario annuisce mentre prepara il cocktail.

«Ciao piacere, io mi chiamo Luca».

Mario a quel punto lo guarda con più attenzione: figo.

«Io sono Mario».

Si stringono la mano quei due secondi in più che vogliono dire: "io, tu, dopo, sesso".

«A che ora stacchi?».

«Dalle 2 sono libero e passo da quella parte del bancone».

Luca fa un sorso, «A dopo allora», e rientra nella folla.


-Claudio-

La serata va a gonfie vele. Claudio ha l'imbarazzo della scelta. Circondato da ragazzi che vogliono ballare con lui, si sente già la vittoria in tasca e non vede l'ora di vedere le facce di Luca e Mattia quando domattina dovranno ammettere per la sesta volta la loro sconfitta. In particolare, l'americano biondo dagli occhi azzurri sarà molto probabilmente il suo cavallo vincente.

Intravede Mattia poco più in là e tirandosi dietro l'americano, manco fosse un cane, lo raggiunge con un sorriso stampato sul viso.

«Ehi guarda un po' che ho trovato, niente male eh?», dice indicando l'americano e limonandoci solo per il gusto di farlo di fronte all'amico. Mattia alza gli occhi al cielo.

«Non c'è nemmeno gusto a giocare con te».

In quel momento Luca sbuca tra la gente con un'espressione soddisfatta sul viso.

«Anche quest'anno proviamo l'anno prossimo», dice Mattia mettendo un braccio sulle spalle di Luca.

«Quest'anno vinco io ragazzi».

Claudio si stacca dall'americano e si gira verso Luca ridendo spavaldo.

«Sì, certo. Ma l'hai visto scusa?», indica l'americano. «Vinco io di sicuro, voi aspettate che tra un quarto d'ora ve lo porto. Cazzo ancora non ci credo che l'ho visto per primo. Non vedo l'ora di vedere le vostre facce, stronzi».

Claudio ride.

«Non vedo come tu possa battermi. Come minimo è uno che mi sono già fatto. Nessuno mi sfugge, lo sai. Comunque, accetto la sfida». Si rimette a ballare e a baciare il ragazzo, non dando importanza alla sicurezza di Luca.

I minuti passano da quando Luca è andato a cercare il misterioso ragazzo della vittoria. «Vediamo che figura di merda fa quest'anno. Poverino, è sempre stato competitivo ed il suo orgoglio gli fa vedere cose che non esistono». Il tempo di finire la frase che si sente battere sulla spalla. «Cla, questo è Mario». Claudio si gira lento, ancora sorridendo per l'espressione languida del tipo americano. Si gira quasi scocciato, con la musica che lo avvolge prepotente. È un attimo, è tutto. L'espressione di Claudio cambia all'istante ed una fitta che parte dalla testa e finisce nel basso ventre lo invade.

Quest'anno avrebbe vinto Luca, senza discussioni. 

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