-Mario-
Le labbra di Claudio toccano le sue, con forza. È un bacio semplice, solo labbra decise. Tu di qui non ti muovi e ascolti quello che sento. E Mario lo ascolta, non può fare altrimenti. Poi ragiona per un secondo e lo spinge.
«Che fai?».
Claudio lo guarda sorpreso. «Come che faccio?».
Riprova a baciarlo, Mario si scansa. «Sì, hai capito, che stai facendo?». Si toglie dal muro. Sbatte le braccia nervoso. «Ancora? Ancora non capisci. Che io non sono il tuo segreto, che anche io sono una persona, che quello che ti do lo voglio ricevere in cambio».
Claudio si ricompone, mette le mani in tasca, sospira. «Tu eri presente, hai visto cos'è successo con Luca». Lo guarda chiedendo comprensione.
«Sì Claudio ero presente, ho visto, ho capito, ti ho capito e ti ho lasciato andare nel cuore della notte a parlare con lui, proprio perché avevo capito. Tu, invece, ti ricordi cosa ti ho detto prima che te ne andassi?».
Mario non alza la voce, non è nella sua indole, ma il tono, quello non si fraintende. È arrabbiato. Claudio sta zitto. Mario fa per andarsene. Lo blocca. «Fermo cazzo, non fare così. Mi ricordo, mi ricordo tutto».
Mario si ferma. «Cosa ti avevo detto?». Il tono sempre lo stesso.
«Mi hai detto di non sparire». Claudio lo guarda un secondo.
«E tu cosa hai fatto tanto per cambiare?». Mario fa dei passi nervosi. «Cazzo Cla, non ci voleva molto, bastava un messaggio in più, bastava ci vedessimo una volta».
Claudio butta indietro la testa. «Ti ho mandato un altro messaggio e tu non hai risposto».
Mario sente il fastidio nelle sue parole. Ride. «Davvero? Tu credi che mi puoi scrivere due righe dicendomi che non ci possiamo vedere per una settimana e poi chiedermi di sorridere?».
Allora l'aveva letto. Il beneficio del dubbio, Claudio, non se l'era voluto ancora togliere. Silenzio.
«Vabbè, vedo che il tempo passa e tu non cambi». Mario fa di nuovo per andarsene.
Claudio lo riprende, non ce la fa. «La smetti cazzo. Non te ne andare».
Mario si ferma, non ce la fa nemmeno lui.
«Tu credi che per me sia facile? Stiamo parlando del mio migliore amico, ho passato tutta la mia vita con lui e mai, mai Mario, qualcuno si era messo nel mezzo. Tu hai fatto la tua parte».
Mario sente queste parole dritte nello stomaco. Sa che è vero, riconoscerebbe la sincerità di Claudio in qualunque momento. Il fatto che lui sia stato il primo a causare un loro litigio gli fa male e allo stesso tempo lo riempie di gioia. Come tutte le cose che riguardano Claudio. Si addolcisce un po'. «Lo so, so che non è facile per te. E so», gli prende una mano, «che tu non hai mai affrontato niente del genere prima d'ora». Gli accarezza un braccio.
«Tu pensi che in mezzo a tutto questo, sentirmi ripetere tutti i giorni che voi due siete stati insieme, sia stato semplice?».
Mario non si aspettava queste parole. Non sa che dire. Claudio lo guarda, la sofferenza nei suoi occhi. «Credi che aver vissuto tutta una vita in un modo e poi incontrare qualcuno che te la fa crollare, sia semplice?». Continua a guardarlo, gli occhi lucidi. «Credi che cambiare, essere messo alla prova di continuo, e non fare del male a nessuno, sia semplice?». Mario è senza parole. Claudio è duro nella voce ma ha le lacrime agli occhi.
«No... Cla... Non dico questo...». Lo accarezza, Claudio si scansa. «Ma devi capire... Io voglio solo...».
Claudio sorride con le lacrime. «Vedi che sei tu a non capire». Si gira per andarsene. Mario gli prende la mano. «Cla... Per favore...».
Claudio si asciuga le lacrime con il braccio, sfila la mano da quella di Mario. «Devo andare, ho detto che sarei andato in bagno». Se ne va.
Vedi che non capisci? Dovresti dire che mi vuoi parlare, non che devi andare in bagno. Mario lo guarda andare via, soffre. Torna a casa.
-Claudio-
Claudio rientra. Si siede. Il viso visibilmente sconvolto.
«Cla tutto bene?», chiede Mattia guardando Luca che smette di parlare.
Claudio non risponde. Guarda il piatto. Luca sa che è successo qualcosa, non l'ha mai visto così. «Cla, dove sei stato?».
Claudio sta zitto e si morde il labbro per non ricominciare a piangere pensando a Mario. «Lasciatemi stare». Prende le sigarette ed esce.
Luca lo segue subito. Sono fuori. «Cla, parlami, che succede?».
Claudio accende la sigaretta, fa un tiro lungo per non parlare.
«Si tratta di lui?».
La domanda di Luca gli arriva dritta in viso. «Lù, per favore, non ne voglio parlare con te».
Luca abbassa le spalle, tutto ad un tratto non ha più voglia di litigare. Vuole sapere come sta il suo migliore amico. «Cla». Lo gira, gli mette le mani sulle spalle, lo guarda dritto. Claudio gira la testa, se lo guarda inizia a piangere, a crollare per tutto quello che ha passato nell'ultimo mese, nel bene o nel male, è stato tanto, troppo. «Tu lo sai che saremo sempre fratelli. Mi sei piaciuto dal primo giorno che ti ho visto a scuola, e da lì non ho mai pensato per un secondo di stare senza di te nella mia vita». Claudio si trattiene. «Guardami». Gli gira il viso. «Ci sono rimasto male, mi ha fatto male, ma niente potrà mai cambiare quello che tu significhi per me». Claudio inizia a crollare. Luca lo abbraccia. «Sei proprio uno scemo sai?». Gli accarezza la testa. «Hai perso tempo a mentire a me, al tuo migliore amico, invece di raccontarmi che finalmente lo avevi incontrato».
Claudio è nascosto nella sua spalla, al sicuro, senza freni, vero e puro. Luca continua ad accarezzarlo. «Shhh, calmati. Non è successo niente. Io l'ho sempre saputo, l'ho sempre aspettato questo momento, sai? Anche se tu continuavi ad essere un coglione». Claudio ride nel pianto, nella sua spalla. «Ho sempre saputo che questo giorno sarebbe arrivato».
Claudio si stacca, soffia forte per calmare il pianto. «Che giorno?».
Luca sorride, dolce, gli sposta i capelli dalla fronte. «Il giorno in cui Claudio Zanca si sarebbe innamorato».
A Claudio arrivano quelle parole di colpo. Non ci aveva ancora mai pensato. Ancora non l'aveva preso in considerazione. Tutti i ricordi con Mario gli passano veloci nella testa. Le litigate, il sesso, la gelosia. Pensa che hanno appena litigato e sente male. «Che...».
Luca lo guarda, la confusione sul suo volto.
«Non ti preoccupare, presto lo capirai». Lo bacia sulla guancia e lo lascia lì, perso nei suoi pensieri.
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Occhi dentro occhi
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