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- Claudio - 

Quella sera Claudio finisce di piangere tra le braccia di Luca. Sente di aver buttato fuori tante emozioni represse, di essere più leggero e allo stesso tempo più vuoto.

Si tira su e aiuta Luca ad alzarsi. I suoi occhi sono così gonfi da dimezzarne la grandezza. Accende la luce, va verso il frigo, tira fuori una birra. La apre, sospira, fa un sorso e si siede sul piano cucina appoggiando la tempia sinistra al frigo. «Stai un po' meglio?». Anche Luca si prende una birra.

Claudio fissa davanti a sé, alza le spalle. «Sto. Meglio non saprei, ma almeno sto».

Luca annuisce. «Cla, ora che mi sembri tornato in te, posso dirtelo. Io non ti riconoscevo più. Mi facevi una certa paura, come se avessero preso il mio amico e l'avessero sostituito con la versione peggiore».

Claudio si gira, aggrotta la fronte. «Che vuoi dire?».

Luca si sistema i capelli. «Cazzo, non ti sei accorto? Non siamo stati fermi mezzo secondo da quando sei tornato. Sempre fuori da qualche parte, sempre in mezzo alla gente, sempre a fare cose. Non è stato semplice starti dietro...».

Claudio ripensa alle ultime settimane. Sospira. «Mah, se lo dici tu. Io so solo che stavo cercando di non pensare». Un velo di tristezza cala sul suo viso. Luca gli mette una mano sul ginocchio. «Lo so Cla, lo so. Infatti, non te ne faccio una colpa, dico solo che sono felice di rivedere il mio amico». Entrambi fanno un mezzo sorriso. Un attimo di silenzio in cui Luca tentenna. «Cla...». Claudio alza lo sguardo dall'etichetta della birra, lo guarda. «Posso sapere cos'è successo oggi? Perché oggi e non domani oppure ieri?».

Claudio scende dal piano con un salto e va verso le sigarette. Ne tira fuori una direttamente con la bocca. Fa una mezza risata amara. «Perché, vuoi sapere?». Si accende la sigaretta. Luca annuisce. Claudio fa un tiro, butta fuori. «Perché nonostante i miei sforzi oggi hanno fatto in modo che pensassi a lui».

Luca ha un'espressione confusa. «Tutto questo solo perché ti sei ricordato che esiste Mario?». Claudio sussulta sentendo il suo nome. Luca continua. «Anche noi l'abbiamo nominato ogni tanto ma non è successo nulla».

Claudio si morde il labbro inferiore. «No, voi l'avete nominato per mezzo secondo e poi non vi siete più azzardati. Ma non c'entra. Oggi hanno fatto leva sul mio punto debole, sull'unico mio lato che non saprò mai controllare, che mi trasforma».

Luca pensa, riflette. «Cioè? La gelosia?».

Claudio sorride scuotendo la testa. «Non è semplice gelosia, non nel senso comune». Fa un sorso chiudendo gli occhi e buttando giù il groppo in gola. «È la gelosia per lui. È possessione. Lui è mio».

Claudio guarda Luca con gli occhi lucidi. Quella cazzo di gelosia per ogni centimetro del suo corpo, per ogni angolo delle sue pupille, per ogni respiro che fa, è la causa di tutto il suo dolore. Luca abbassa le spalle. Capisce Claudio, glielo legge negli occhi. «Scusa Cla, non mi sono mai reso conto di quanto potere avesse questo sentimento su di te. Sapevo che te ne eri innamorato ma non sapevo fino a che punto. Io vi ho lasciato ad Ibiza e poi ti ho visto tornare così. Mi mancano dei pezzi».

Claudio non è pronto a rivivere tutte quelle emozioni, soprattutto quelle belle, quelle uniche, quelle che appartengono solo a loro due. Sorride. «Lo so, tranquillo. Non lo pretendo, nemmeno io capisco niente che abbia a che vedere con lui». Claudio va verso la felpa appoggiata sul divano.

Luca continua. «Chi ha fatto leva su questo? Il tizio con cui sei andato via?».

Claudio improvvisamente si ricorda di quello che ha fatto e si sente morire. «Porca puttana, il ragazzo».

Si mette una mano in fronte. Guarda Luca con imbarazzo. «Ho fatto una cazzata Lu, ho perso totalmente il controllo, non mi era mai successo. Faccio sesso violento ma non faccio mai male all'altra persona, mai. Tutta colpa di quello stronzo. Non poteva stare zitto e lasciarmi in pace? No, ha avuto bisogno di uccidermi con quel cazzo di messaggio». Il suo respiro aumenta ed anche il tono. Luca non lo sta seguendo. «Cioè capisci? Io sono qui che sopravvivo e quello mi invia un messaggio del genere. Come vuoi che reagisca io? Come cazzo vuoi che mi senta anche solo al pensiero che lo possa toccare?». Le mani nei capelli. «Tutto mi poteva scrivere, tutto. Mi poteva dire che sono un bastardo, uno stronzo, ma non questo. Non che ci pensa lui». Le lacrime iniziano ad uscire, il tono è più disperato. «Mi dici tu come cazzo faccio adesso? Come faccio a vivere pensando a loro due? Come posso concentrarmi su una qualsiasi cosa se il mio unico pensiero è quello dei suoi occhi su di lui? Come faccio a stare tranquillo pensando che quello vuole prendermi l'unica persona che io abbia mai amato?». Claudio si ferma. Mentre dice quelle parole si rende conto di quello che sta dicendo, di come lo sta dicendo, e di come risulta il suo viso. Davanti a lui, Luca in totale confusione e silenzio. Il fiatone di Claudio nella stanza.

Luca deglutisce. «Cla, non sto capendo a cosa ti riferisci...».

Claudio fa un grosso respiro, si lascia andare sul divano. Si mette le mani in faccia come per soffocare un urlo. Luca si siede di fronte a lui sulla poltrona, i gomiti sulle ginocchia. Claudio toglie le mani dal viso e lo guarda. Si tira su il cappuccio e appoggia la testa sul divano. «Mi ha inviato un messaggio mentre eravamo alla festa». Il suo tono è piatto.

«Chi?».

«Quel... Il suo... Al...». Claudio non riesce. «Giuro, non riesco nemmeno a pronunciare il suo nome».

Luca è stanco. «Dai Claudio smettila».

Claudio chiude gli occhi e sospira. «Il suo ex, il suo primo amore, quello che gli ha fatto capire di essere gay, con cui ha fatto sesso la prima volta, con cui ha condiviso le prime esperienze, quello che era innamorato di lui, quello di cui anche lui pensava di esserlo, l'unica altra persona che ha avuto lui per più di pochi giorni, l'unica altra persona che lo ha vissuto, Alex».

Luca è spiazzato dalla gelosia di Claudio. È sorpreso da quante cosa sappia di Mario. Non l'ha mai sentito parlare così della vita di qualcun altro. «Ah, ho capito... Ti ha scritto qualcosa di grave?».

Claudio non ci deve pensare nemmeno un secondo, lo ha letto una volta, una sola volta, ma quelle parole sono chiare, limpide, fissate nella sua mente.

«Tu non lo meriti. Lui non ha bisogno di te. Sei riuscito solo a fargli male. Adesso ci penso io a lui. Questo mi ha scritto. Capisci adesso?».

Luca annuisce. «Che cambiava se fosse stato qualcun altro?».

Claudio sorride malinconico. «Niente cambiava, non posso pensare a nessuno vicino a lui. Ma Alex è diverso. Lui è il motivo per il quale l'ho perso».

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