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-Claudio-

Notte. Claudio sta dormendo. La vibrazione lo sveglia. Mario accanto a lui sta dormendo. Prende il cellulare sul comodino.

Dobbiamo parlare.

La freddezza delle parole di Luca lo svegliano completamente. Cosa gli dico?

Vuoi parlare ora?

Guarda fuori dalla finestra, notte fonda.

Sì, ti aspetto nel patio.

Claudio non ci pensa due volte. Glielo deve. Si alza piano, toglie il lenzuolo. Non vede un cazzo. I vestiti? Si fa luce col cellulare. Sbatte su un mobile. Cazzo. Per fortuna non si è svegliato. Si veste, apre la porta piano.

«Dove vai?». Invece è sveglio.

Claudio si gira. «Devo andare da lui».

Silenzio.

«Capisco. È giusto. Non sparire».

Claudio apprezza la sensibilità di Mario per queste cose ma adesso deve pensare solo a Luca. Chiude la porta, esce, sale in macchina. Quando scende, sente l'aria fresca del mare che lo sveglia definitivamente. È lucido, è pronto, vuole parlare con lui. Luca è seduto su una sedia nel patio. Fuma. Si vede che non ha dormito. Claudio non dice niente, sposta una sedia e si siede un po' distante. L'occhio di Luca è gonfio, Claudio si sente in colpa, gli ha fatto male, in tutti i sensi.

«Fa male?».

Luca risponde dopo qualche secondo. «Tu che credi».

Claudio capisce che non si riferisce all'occhio. Guarda il pavimento, non sa che dire.

«Quando?», Luca lo guarda. «Quando vi siete baciati la prima volta?».

Claudio non vuole rispondere ma non ha molte opzioni. «Alla festa».

Luca alza un sopracciglio. «Un po' più specifico, grazie».

Claudio sospira. «La festa che abbiamo fatto qui». Parla quasi sottovoce.

Luca si accende un'altra sigaretta. «Che stronzo». Mai sentite quelle parole dalla sua bocca se non per scherzo.

«Lo so».

Claudio continua a guardare giù. Luca scuote la testa. «Lo so che è stupido. Lo so che era un'avventura estiva, un ragazzo incontrato in vacanza, una scopata, ma mi piaceva sul serio sai».

Claudio si sforza di non soffermarsi sul pensiero di loro due insieme. Ora è il momento sbagliato. «Ti giuro che l'ultimo dei miei desideri era fare del male a te». Claudio adesso lo guarda.

«Sì be', bel modo di dimostrarlo».

Claudio si innervosisce. «Però sei ingiusto cazzo. Dimmi quando mai ho fatto una cosa del genere. Quando?».

Luca ride. «Ah adesso ti offendi pure?».

«Non rigirare le mie parole. Però tu lo sai, sai che non l'avrei mai fatto se...». Claudio si interrompe.

«...Se che?». Luca alza il mento. Claudio non risponde. Non sa dire a parole quello che pensa. Luca si alza. «Vabbè sono stanco, vado a dormire».

Claudio sente un vuoto, una distanza. «Mi perdonerai vero?».

Luca si ferma sulla porta. Si gira. «Era proprio necessario? Dopo tutti questi anni di amicizia. Non lo potevi evitare?».

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