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Avevano lottato e ceduto alle provocazioni dell'altro per tutta la notte. Claudio aveva cercato di mantenere la sua posizione e aveva provato a resistere alle tentazioni di Mario. Nessuno aveva mai avuto potere su di lui, al contrario, quando e se fare sesso era sempre stata una sua decisione. Aveva cercato di mostrare a Mario chi comandava per poi guardarlo negli occhi, baciarlo e ricominciare tutto da capo. Mario al contrario gli aveva voluto dimostrare che quel legame non poteva essere sconfitto così facilmente dalla presunzione e dalla paura. Si era divertito a giocare con Claudio, a farlo cedere alla passione e ad averlo poi tutto per sé, tutto dentro. In quei momenti, sarebbe potuta succedere qualsiasi cosa al di fuori di quella casa, di quella stanza, di quel letto, e nessuno dei due se ne sarebbe accorto. È la droga più potente su questa terra. Ti rende infinitamente debole, irreversibilmente dipendente e allo stesso tempo protetto e invincibile come non mai. Così Mario aveva festeggiato i suoi ventisei anni, sbronzo di passione e fatto e strafatto di Claudio.

Non l'avrebbe mai dimenticato.

Sono le sei del mattino. Claudio è disteso, riflette. Si accende una sigaretta, stremato dal sesso. Mai si è sentito così stanco dopo una notte di sesso. Perché? Cos'è cambiato? Quando oltre al fisico, metti la testa e le emozioni, alla fine sei colmo di nuova vita ma vuoto di energia. Lui non lo sapeva. Mario lo osserva mentre fuma. Cos'ha voluto dire tutto questo? Ripensa ad alcune frasi dette da Claudio mentre gli entrava dentro o mentre lo toccava o mentre lo guardava.

«Tu mi farai impazzire».

«Come faccio con te?».

Difficile dire se erano state dette in momenti di totale euforia o se quella era la vera persona di Claudio. I dubbi nella testa di Mario girano e rigirano e la paura lo invade.

Claudio si gira. «Devo lavorare tra tre ore, meglio se mi avvio e vado a dormire un po'».

Una fitta. Mi lasci qui? Sparisci per altri dieci giorni? Ti rivedrò? La confusione negli occhi di Mario. Guarda Claudio che si alza. No aspetta, un ultimo bacio, non sono pronto. Claudio spegne la sigaretta, raccoglie i vestiti. Mario guarda fuori dalla finestra. Sa che comunque non può pretendere un cambiamento radicale, sa che anche lui ha la sua parte di colpa, Claudio è fatto così e lui ci si è buttato a capofitto.

Sì, ma potevo fare altrimenti? Potevo davvero scegliere un'altra strada e non seguire la volontà di ogni cellula che mi appartiene? No. Anche se sa che niente sarà facile, il destino ha messo Claudio sulla sua strada e non ha avuto altra scelta. Devo trattenermi, devo essere forte e pensare a tutti i momenti accaduti stanotte.

Claudio è vestito. Non chiedermi altro per favore. Non spingermi ad essere chi non sono, a darti di più di quello che a mio modo ti sto dando. È sulla porta. Si gira, guarda Mario nudo, appena coperto dal lenzuolo bianco, che fissa fuori dalla finestra. La quantità di pensieri che passano nella sua testa è quasi visibile ad occhio nudo. Posso cedere un'ultima volta, oggi ormai è andata così. Va verso il letto, Mario lo vede e si gira verso quel lato. Claudio piega le ginocchia quasi fino al pavimento, mette i gomiti sul letto e lo guarda. Passano degli istanti. Claudio prende il lenzuolo e copre Mario, l'aria del mattino è fresca.

«Buonanotte, dormi anche per me». Si alza, Mario lo tira per un braccio, lo bacia, il suo profumo, le sue labbra. Grazie, grazie per stanotte gli sta dicendo. Claudio si stacca, sorride guardandolo dall'alto. Se ne va.

Ti prego, fa' che non sia l'ultima volta.

-Claudio-

Torna a casa, si fa una doccia lunga, piena di interrogativi, piena di odori della notte, di sensazioni ancora vive sulla sua pelle. Quegli occhi neri li vede dappertutto. Ma che succede? Può davvero esistere una persona capace di cambiare la mia natura, la mia vita? Claudio non sa rispondere, si lascia trascinare via dall'acqua che scorre. Nel pomeriggio sta lavorando, deve inserire i dati dei suoi documenti per comprare un biglietto online. Apre il portafoglio, cade un foglietto con un numero di telefono.

Magari un giorno ti potrà servire.

Mario

Un'idea strana, pensare di poterlo chiamare e sentire quando vuole. Pensare che dall'altra parte risponda una persona che aspetta di sentirti, che ti vuole ascoltare. Sale al piano di sopra, si mette dei pantaloncini comodi, si sdraia. Prende il telefono. Rubrica, nuovo contatto, Mario. Dubita un secondo. Salva. 

-Mario-

Era stato complicato ma alla fine era riuscito a dormire, il corpo ne aveva bisogno. Un panino, un caffè, si veste e va a lavoro. La testa è occupata dalle immagini della notte prima. Prepara cocktail, stappa birre, conta i soldi e nemmeno si rende conto di farlo. Quella sensazione. Quando stai effettivamente facendo qualcosa ed in automatico la tua testa si concentra per farla bene, dici parole, fai azioni, ma c'è un pensiero fisso che ti lascia in pace solo per pochi minuti e poi ritorna con forza. Il cellulare vibra nella sua tasca. Un salto al cuore.

Sai, quando sorridi mi diventa duro.

-Claudio-

Si era svegliato, aveva cenato e si era fatto bello. Aveva voglia di essere bello, di essere attraente per lui. Eh no, questo non lo riusciva a negare. Mentre si infilava i boxer, mentre si metteva i pantaloni e la camicia, mentre si legava i lacci delle scarpe, immaginava quello che Mario avrebbe pensato guardandolo.

Piacere a Mario lo fa sentire pieno di adrenalina. Esce. Bambù. Entra, saluta i conoscenti e intanto con lo sguardo lo cerca, da lontano, lo vuole guardare da lontano. Parla con le persone e lo osserva, lì che lavora, che fa piccoli gesti, che taglia un limone, che prende la menta, tritura il ghiaccio. I ragazzi che gli parlano, lo sa, lo vorrebbero in tanti. Ne è pienamente consapevole. Guardatelo, potrebbe avere qualsiasi persona su questa terra se lo volesse. Claudio si appoggia ad una colonna e continua ad osservare. Un ragazzo si sporge parecchio sul bancone per parlare con Mario. Lo so che lo vorresti, ti capisco, come darti torto. Mario sorride. Dio, fa male. È come se lo vedesse al rallentatore, le labbra che si stendono, il sorriso che esce. Pensa ai sorrisi della notte prima. Non posso darti quello che vuoi, qui davanti a tutti. Ma tu, continua a sorridere, come facevi ieri quando mi baciavi dappertutto, quando venivi sotto di me. Tu, continua a sorridere e fai vedere quanto sei bello. Claudio appoggia la testa alla colonna, pensa a Mario la notte prima. «Cla, continua e non ti fermare».

Prende il cellulare, cerca delle parole, non l'ha mai fatto per qualcuno. Lo guarda ancora e pensa a quello che sente. Non ha dubbi.

Sai, quando sorridi mi diventa duro.

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