Claudio sente una fitta, fa male. Una strana sensazione. Di doversi dare, di doversi aprire. Sentire Mario così duro dentro di lui però, gli fa smettere di pensare al dolore, gliene fa desiderare di più. Ne vuole ancora, vuole che Mario sia tutto dentro di lui. Respira.
«Tutto bene?». Mario si ferma, sa che non è facile stare per la prima volta da quella parte.
Claudio stringe ancora di più la sua mano. Stritola il cuscino. «Sì, continua per favore».
Mario sorride, non sa nemmeno lui il grado di felicità che sta provando. Avere Claudio lì, davanti a lui, per lui, solo per lui. Gli gira piano il viso. Vuole vedere i suoi occhi. Claudio li ha chiusi. «Guardami». Li apre. Un verde scuro, un verde mai visto prima, lo guarda. Lo bacia piano. «Sei bellissimo visto da qua». Claudio sorride. Si baciano davvero e Mario ricomincia, con più decisione. Prende il dolore di Claudio con il suo bacio. Il piacere inizia a farsi sentire. Mario non si è mai sentito così parte di qualcuno. Claudio non si è mai sentito così al sicuro. La sua mente inizia ad adattarsi e a fargli sentire il vero piacere. Inizia ad ansimare. Ripete il suo nome. «Mario». Non ha altre parole con cui definire quello che sta provando. Quel nome racchiude tutto. La voce gli si spezza, la schiena si inarca sempre di più. «Mario». Mario lo stringe e va ancora più a fondo. Quella persona tra le sue braccia è completamente unita a lui. Sentirlo dire il suo nome gli provoca delle fitte che gli tolgono il respiro.
«Cla...». Respira più forte. «Voglio...». Non riesce a finire le frasi.
Claudio gli prende i capelli. Mario colpisce il punto giusto. Claudio urla dal piacere. «Ti prego... Mario». Mario colpisce sempre di più. Gli occhi di Claudio si ribaltano. «Io...non...». Il piacere invade Mario. Non ce la fa più. Dà un ultimo colpo sul punto debole di Claudio e insieme, stringendosi ancora di più, si liberano come mai nella loro vita.
Continuano a tenersi, stretti ed uniti come una cosa sola. Cercano di calmare il respiro. Non si lasciano. Stanno in silenzio e cercano di riprendersi dall'emozione più potente della loro vita. Mario si sfila piano, con delicatezza. Accarezza i capelli di Claudio da dietro. Claudio rimane di schiena. Ha bisogno di più tempo per riprendersi da tutto quello che ha appena provato. Le carezze di Mario tra i suoi capelli gli cullano i pensieri. Poi si gira. Si guardano. Loro sanno, loro sanno il luogo dove sono appena stati.
«Tutto bene?», chiede Mario avvicinandosi al viso di Claudio.
Il ricordo di Claudio che se ne va dopo la doccia, chiaro nella sua mente. Claudio lo guarda. «Ma chi sei tu?», dice con un filo di voce. Mario sorride.
«Ti è piaciuto?».
Claudio gira il viso verso il cuscino. Si nasconde. Si rigira. «Cos'è appena successo?».
Mario ride. Vedere Claudio così nuovo a qualcosa riguardante il sesso gli fa venir voglia di stare per sempre in quel letto. Non c'è bisogno di altro. Poi diventa serio.
«È successo che abbiamo fatto l'amore».
Claudio sgrana gli occhi. Poi pensa. Se deve esistere una sensazione, dev'essere questa. Claudio vive il momento, come sempre. «Be', mi piace fare l'amore».
Mario si gira di scatto. L'hai davvero detto? Hai davvero detto quella parola? Claudio sorride nel vedere la sorpresa sul viso di Mario. Mario apre la bocca per parlare. «Shhh non dire niente». Claudio lo bacia. Si baciano. «Vieni con me». Lo tira per un braccio. Mario lo segue. Nudi. L'uno una parte dell'altro. Claudio lo porta in bagno. Chiude la porta. Accende l'acqua. «Adesso fai la doccia con me».
Mario sorride. Si baciano. Si stringono nudi. Claudio apre la porta della doccia. Entrano. L'acqua è tiepida. Claudio stringe Mario a sé. Lo bacia. Lo porta sotto il getto. L'acqua scorre tra le loro bocche che non si separano. Poi si guardano. A lungo. Stanno sciacquando via tutto ciò che era in più tra di loro.
Mario sorride. «Cla, cosa significa questo?». Lo guarda.
Claudio sa che deve rispondere, che Mario ha ed avrà bisogno di risposte.
«Non so... Che siamo bravi a letto?». Sorride. «Dai scemo, hai capito quello che voglio dire». Claudio gli sposta i capelli bagnati dalla fronte.
«Sì, ho capito». Lo guarda. «Non è che nel giro di dieci minuti fai qualcosa che cambia totalmente questo momento?».
Claudio smette di sorridere. Sa che Mario lo chiede davvero. Che non si fida di lui e che ha davvero paura di quello che potrebbe fare. Anche lui, in realtà, si fida poco di se stesso. «Ehi...». Gli prende il viso. «Sarò pazzo, avrò spesso delle reazioni difficili da prevedere ma in quel letto c'ero anche io». Lo bacia. «Sarà difficile che mi dimentichi quello che mi hai fatto provare». L'acqua scorre.
Mario lo guarda pregando che sia la verità. «Sarà meglio per te Claudio. Questa volta non so se riuscirei a perdonarti». Scusa ma lo devi sapere, soprattutto dopo quanto è successo.
Claudio si aspettava che Mario fosse arrivato a questo punto. «Lo so. Devi avere pazienza. Ci sto arrivando».
Mario sospira. «A cosa stai arrivando?». Claudio abbassa lo sguardo. Oggi è giornata di parole dette senza troppi giri.
«Sto arrivando a capire chi sei tu per me».
Mario sorride. «Sei un po' lento lo sai?». Ride.
Claudio lo guarda sorpreso e divertito. «Eeeeehi, cos'hai detto scusa?». Gli dà una pacca sul braccio.
Mario continua a ridere sempre di più. «Scusa Cla ma vederti così tutto serio mi fa ridere, è più forte di me». Ride senza freni.
Anche Claudio non riesce a trattenersi. «Poi sono io lo stronzo. Ma guarda questo».
Mario è piegato. «Scusa...». Prende fiato. «Non è per quello che hai detto. Anzi...». Ride e ride.
Claudio ride guardandolo. «Era ora cazzo». Ride, scivola con la schiena e si siede per terra. Ride e in realtà sta piangendo. Ride e si libera di quella paura di perdere Claudio per mille possibili motivi, quella paura che lo attanaglia. Ride per la felicità. Claudio scivola accanto a lui e si siede. «Be' puoi anche smettere adesso eh... con calma, io sono qui per essere preso in giro figurati».
Mario respira a fondo, cerca di smettere. Claudio sorride, lo guarda. Mario smette di ridere. Appoggia la testa al muro stremato. «Che c'è? Perché mi guardi?».
Claudio alza le spalle. «Niente, quando ridi mi togli il fiato, sai?».
Cristo santo Claudio, avverti prima. Mario viene colpito da queste frasi di Claudio dette senza mezze misure. «Grazie...». Si gira, lo guarda. Tempie appoggiate al muro. «Non ci credo ancora che mi hai concesso di stare dentro di te».
Le guance di Claudio arrossiscono. «Anche io faccio fatica a crederci... in realtà non ho dovuto pensarci più di tanto. Mi è venuto naturale dire di sì a te».
Mario lo accarezza. «Non lo scorderò mai». La fame inizia a farsi sentire. «Be', ci laviamo o passiamo la giornata nella doccia?».
Claudio si alza, gli porge una mano. Mario alza gli occhi al cielo. «Sempre il solito».
Si lavano a vicenda. Escono. Claudio prende il suo accappatoio. Ne passa un altro a Mario che se lo mette e si asciuga i capelli con il cappuccio. La mente di Claudio va indietro alla prima volta che Mario è andato a casa sua. A quando lo ha trovato in accappatoio lì dentro, di mattina. A quel bagno. A quello che hanno passato. Lo prende all'improvviso, lo tira. Lo spinge alla porta. Gli va dritto nel viso. «Sai che stavo pensando?». Mario guarda gli occhi verdi, le labbra rosse dal calore della doccia. Deglutisce. Scuote la testa.
«Qui ci siamo baciati per la prima volta». Lo bacia.
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Occhi dentro occhi
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