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Tornano in cucina sorridenti. Mattia sta assaggiando la pasta. «È pronta».

Claudio inizia a sedersi, Mario prende il vino. Sono tutti a tavola. Luca è davvero un bravo cuoco.

«Allora Mario? Com'è lavorare al Bambù?».

Deglutisce. «Be' oddio, abbastanza stancante, però è divertente».

Guardano tutti lui. «È stato facile trovare lavoro?».

Mario sorride, ripensa al colloquio. «Diciamo che il signor Ramos mi ha messo alla prova».

Claudio pensa a Sergio, lo conosce bene. «Che ha fatto?».

Mario lo guarda. «Mi ha fatto capire che per avere il lavoro avrei dovuto fargli un pompino, lì, durante il colloquio».

Luca quasi sputa l'acqua. Claudio è sicuro di una cosa: parlerà con Sergio. «Che??». Mattia emozionato. «Sei stato assunto per questo??».

Mario lo fulmina. «Neanche morto. Non lo farei mai. Gli ho detto che piuttosto avrei preferito pulire il bagno con la lingua».

Luca e Mattia ridono. «E lui?».

Mario mette il boccone in bocca. «E lui mi ha assunto».

A Claudio gli viene duro. Non è sorpreso che sia andata così ma sentirglielo raccontare, con quel suo orgoglio, quella sua totale certezza su come comportarsi, lo fa eccitare.

Ridono e commentano l'esperienza di Mario. «Be', almeno avevi esperienza come barista?».

«Sì, cioè, ho fatto per tanto tempo il cameriere mentre studiavo».

«Studiavi?».

Claudio non lo sapeva. Aveva sempre dato per scontato che Mario fosse un barista. Non che ci vedesse niente di strano ma non si era mai posto domande sulla vita di Mario. Tutto quello che ha provato da quando l'ha conosciuto, gli ha tolto il tempo di riflettere.

«Sono laureato in biologia».

Oddio. Claudio è sinceramente sorpreso. Quante cose non sa di lui.

«Davvero?». Luca e Mattia guardano Claudio. «Ma come? Tu non lo sapevi?».

Claudio scuote la testa. Mario sorride. «Diciamo che Claudio non è uno che si perde in chiacchiere».

Ridono. «Be', dovresti vederlo durante un processo. È micidiale».

Mario se lo immagina in giacca e cravatta, che parla con un linguaggio forbito e fa venire voglia di scoparselo anche al giudice. Dio. Claudio non dice niente.

«A Padova è conosciuto il signorino. 110 e lode. Tesi pubblicata. Gli studi legali hanno iniziato a chiamarlo».

Mario si sente orgoglioso come se fosse merito suo.

Claudio lo guarda. «Be', che io fossi meraviglioso già si sapeva».

Alzano tutti gli occhi al cielo. Mario continua a raccontare dell'università. Escono tutti nel patio a fumare e continuare a bere.

«E che mi dici dell'amore? Hai avuto relazioni?».

Claudio sente una fitta. Cazzo, non aveva mai pensato nemmeno a questo. Come aveva fatto a non pensarci? No, aspetta. Fino a due mesi fa non gli fregava un cazzo delle relazioni, perché avrebbe dovuto pensarci? E poi, tolta la nota iniziale di Luca, Claudio non aveva mai considerato Mario insieme a qualcun altro.

Mario butta fuori il fumo. «Ho avuto una relazione». Cazzo. Con chi? Quando? Per quanto tempo? «A dire il vero, se non fosse stato per lui, ci avrei messo molto di più a capire di essere gay».

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