Capitolo 60: Pronta ad ogni evenienza

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Joey

"Joey, ti devo parlare

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"Joey, ti devo parlare." È un quarto d'ora che Serena vaga per la nostra stanza in preda ad un'angoscia paranoica. Si mangia le unghie e tortura le sue povere mani, che non riesce a tenere ferme, mentre cammina in circolo. "Si può sapere che hai?" le chiedo, riponendo sul comodino l'ennesima rivista di gossip che ho provato a sfogliare nel tentativo di liberarmi dai pensieri che affollano la mia mente, ma invano. "Ho fatto un bel casino. Come al solito" confessa, buttandosi a sedere sul mio letto. "Allora centrano dei ragazzi" traggo la conclusione inevitabile. Scuoto il capo e faccio un mezzo sorriso rassegnato. La conosco fin troppo bene! Quando la invito a raccontarmi tutto per filo e per segno, finalmente Serena si apre con me, dopo settimane in cui si mostrava sfuggente. "Ho baciato Ben. A Capodanno" sputa fuori tutto d'un fiato, come se fosse il più peccaminoso degli avvenimenti, poi socchiude gli occhi, fa un respiro profondo e prosegue con più calma: "Insomma, non lo conoscevo neppure prima che tu cominciassi a frequentare Jesse, poi abbiamo iniziato a vederci e quando voi due eravate a Chicago, durante le vacanze invernali, bè è successo. Il fatto è che è super simpatico e non mi considera la classica oca, tutta tette e niente cervello, come fanno gli altri." "A te non è mai dispiaciuto che ti considerassero così" le faccio notare con delicatezza, non volendo offenderla. "Perché non credevo che potessero vedermi diversamente. Ma ho scoperto che è bellissimo sapere che qualcuno si interessa a me per parlare e spendere del tempo insieme, invece che per portarmi semplicemente a letto" si giustifica. Ha un tono diverso dal solito: è la prima volta che la sento parlare profondamente, senza la sua tendenza a essere sempre sopra le righe. "E Ben è diverso dagli altri, ma soprattutto lui ti piace. Seriamente" concludo al posto suo. Non posso fare a meno di sorridere e di essere felice per la mia amica, che sembra aver finalmente trovato una relazione sincera a cui dedicarsi. "Bè allora che aspetti: vai e diglielo. Lui non desidera altro, credimi" la incoraggio, ma noto la difficoltà e il disagio dipinti sul suo volto. Infatti mi spiega: "Ma io ora sto con Lucas. Voglio dire, lui è il ragazzo ideale: è un figo assurdo, forte, bello, muscoloso, popolare. Gli sono corsa dietro per mesi l'anno scorso e ora finalmente si è accorto di me; non voglio sprecare quest'occasione." "Si è accorto di te o delle tue tette?" la provoco. Non voglio essere antipatica, ma Serena si preoccupa tanto delle apparenze e farebbe di tutto per mettersi in vista e ottenere una posizione invidiata dalle altre. A volte vuole esagerare e comportarsi da ribelle per il semplice gusto di farlo, ma allo stesso tempo si preoccupa tantissimo di come gli altri potrebbero giudicarla. Sarà che è cresciuta in una famiglia fortemente cattolica, addirittura bigotta e antiquata, da cui ora vuole solo tenersi alla larga, dopo essere riuscita ad andarsene e a vivere la propria vita come desidera. Mi ricorda qualcuno: forse è anche per questo che ci capiamo vicendevolmente e siamo così amiche. Vengo distolta dai miei pensieri, quando Serena mi dà una sberla sulla coscia con una rivista; mi fissa offesa e replica stizzita: "Che vuoi dire?" Faccio un respiro e mi metto a sedere composta, tirandomi su dalla testiera del letto a cui ero appoggiata, poi le prendo le mani e la guardo negli occhi: "Dico semplicemente che forse Lucas è come tutti gli altri e vuole stare con te per gli stessi motivi per cui lo frequenti tu: perché ti considera figa, bella, popolare eccetera" faccio una smorfia "ma tu sei molto altro Serena e dovresti stare con qualcuno che te lo ricordi ogni giorno. Qualcuno come Ben, che, al contrario di Lucas, non ha solo muscoli e una reputazione discutibile." "Proprio non ti piace Lucas, vero?" intuisce Serena con un sorriso rassegnato, poi riflette: "In effetti lui non fa altro che stare con i suoi amici a bere birra dopo le partite di pallanuoto e quando ci vediamo mi chiede semplicemente di guardarlo allenarsi. Ammetto che non è un brutto spettacolo vederlo senza maglietta, ma sta diventando piuttosto noioso." "Non ne vale la pena Serena" le dico chiaramente ciò che penso "smetti di essere la bella statuina di Lucas e corri a parlare con Ben, perché lui non aspetterà in eterno e tu uno così non devi lasciartelo sfuggire." "Grazie Jo" Serena mi schiocca un bacio sulla guancia e con un sorrisone si alza dal letto, sollevata e leggera dopo essersi confidata con me.

Mi fa piacere esserci per sostenerla e consigliarla come lei ha sempre fatto con me e come non manca di fare nemmeno ora. Infatti si blocca all'improvviso e mi chiede: "Aspetta, perché sei ancora in pigiama? Sei già in ritardo per la prima ora di lezione" mi fa notare. "Questa mattina mi sa che salto" le confesso.

Non ho voglia di uscire dal letto. Anzi ultimamente mi manca la voglia di fare tutto. O più probabilmente mi manca il motivo per farlo. Ho iniziato a mettere in discussione la mia decisione di allontanarmi da Jesse da quando Martin è partito e noi abbiamo ripreso a vivere la nostra normalità. La mia intenzione era di capire chi solo, dimostrare a me stessa di sapermela cavare da sola e di non dover dipendere da nessuno. Pensavo che, stando per conto mio, avrei potuto scoprire lati di me che non conoscevo, sperimentarmi e magari maturare, ma finora va di male in peggio. Mi sento vuota e incrociare Jesse nei corridoi sarebbe troppo doloroso, nonostante mi chieda di continuo come si senta lui.

Serena mi legge nel pensiero e mi chiede: "Ma che hai combinato con Jesse? Dici a me di non lasciarmi sfuggire Ben e poi tu allontani l'unico uomo buono che sia mai entrato nella tua vita." "Gli stavo solo facendo del male Serena" rispondo con un sospiro arreso "lui deve tenersi fuori dai guai e io mi porto dietro fin troppi casini con cui rischio di travolgerlo, se prima non li risolvo per conto mio. Lo hai detto anche tu che ho bisogno di stabilità e prima di tutto devo essere io a trovare il giusto equilibro con me stessa. Anche se finora non sembra stia funzionando granché. Comunque è meglio così credimi, insieme abbiamo solo combinato danni e quello che è successo a Martin ne è la riprova" scuoto la testa per allontanare da me il dubbio assillante di aver fatto l'errore più grande. "Non mi convinci Joey. Ognuno è responsabile delle proprie azioni. Sono d'accordo con la tua determinazione nel provare a stare bene soltanto con le tue forze, ma allontanare quelli che ti amano non aiuta. E io ogni caso con me non ci riuscirai, quindi ora ti alzi, ti vesti e vieni a lezione, chissà che nei corridoi non scorgerai un altro delinquente affascinante da salvare" mi prende in giro, dopo avermi afferrato il polso, costringendomi ad alzarmi dal letto e spingendomi verso il bagno. "Ma per favore..." mi scanso ridendo, mentre cerco nell'armadio qualcosa da indossare. Tanto so che con Serena non si discute quando si mette in testa una cosa. "La vita va avanti Joey e tu devi essere pronta ad ogni evenienza" prova a simulare un tono saggio, ma è così buffa che entrambe scoppiamo a ridere, finchè non veniamo interrotte da qualcuno che bussa alla porta.

Serena alza gli occhi al cielo: "E' Lucas. È passato a prendermi." "Quale occasione migliore per parlargli o, ancora meglio, per scaricarlo?" la invito ad affrontare la questione. Quando apre la porta, Lucas mostra quel sorriso plastico che immagino ritenga affascinante: "Allora dolcezza, sei pronta?" Serena mi lancia un'ultima occhiata esasperata e quando si volta e fa per uscire vedo che Lucas le dà un pizzicotto sul sedere, prima che lei gli tiri una sberla sul braccio. Spero proprio se ne liberi al più presto. Penso sorridendo e immaginandomi già la scena esilarante, perché Serena sa sempre come farsi valere.

Dopo pochi minuti mi appresto ad affrontare un'altra giornata monotona e uguale alle precedenti, anche se questa volta ho intenzione di seguire il consiglio della mia amica e tenermi pronta ad ogni evenienza.

CHI NON RISCHIA NON VINCEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora