Joey
"Allora? Lo hai fatto, gli hai parlato?" mi porto una mano davanti agli occhi, che socchiudo in due fessure, per proteggermi dai raggi del sole che a mezzogiorno risultano accecanti. Serena è seduta davanti a me al tavolo di legno nello spiazzo dell'area ristoro, affollato da molti studenti durante la pausa pranzo. È persa nei suoi pensieri e la mia domanda la riporta alla realtà. "Cosa? Ah, quello. No, non ho ancora detto nulla a Lucas e non ho visto Ben. Dio, quest'ansia, mi uccide!" risponde agitandosi sulla sedia. "E allora liberatene" la incoraggio, ma lei alza gli occhi al cielo e sbuffa.
Io e Serena pranziamo sempre insieme e ci sediamo a questo tavolo ogni giorno, perché, a mio parere, è quello che ha la vista migliore sull'altopiano e la vegetazione dell'entroterra. Oggi la temperatura è perfetta e il sole tiepido, ma luminoso, mi mette allegria. Sono felice di aver ascoltato il suo consiglio e essere uscita dalla mia camera.
Un gruppo di ragazze, vestite con la divisa da cheerleader, mi passa accanto: hanno tutte lo sguardo fisso su di me, si scambiano tra di loro occhiate allusive e soffocano dei sorrisetti maliziosi, prima di sedersi al tavolo dietro al nostro. Alzo gli occhi al cielo e le ignoro, ma non posso fare a meno di sentire i loro pettegolezzi, pronunciati volutamente con un tono elevato: "Guardala, è tutta sola adesso" dice una; sarò anche paranoica, ma so per certo che si stanno riferendo a me. Faccio finta di non avvertire le loro provocazioni e mi caccio una bella forchettata di maccheroni al formaggio in bocca, masticando con decisione. Tuttavia un'altra prosegue: "Chissà come farà a passare il corso di informatica, senza poter più ripagare il Professor Collins per la generosità che ha sempre dimostrato nelle sue valutazioni." "Adesso è davvero troppo" Serena, attenta alle malignità pronunciate alle mie spalle, fa per alzarsi e ribattere, ma io la blocco, costringendola a rimanere seduta. "Lascia, stare, non fa niente. Non ne vale la pena" le dico, scuotendo la testa e tenendo lo sguardo basso. Una terza ragazza, non contenta, aggiunge: "Non c'è nemmeno più nessuno pronto a difenderla: si è lasciata sfuggire quel figo di Campbell e quel delinquente di Chicago non le ronza più intorno, avrà capito che non è così santarellina come sembra e quindi ha lasciato perdere." La prima voce ad aver parlato replica: "E chi se ne frega! Che schifo, quello viene dal ghetto! Scommetto che le stava dietro solo per i soldi. Ho sentito che ha provato a rubare una macchina nel parcheggio dei dirigenti, qui al campus! Ora probabilmente si starà sballando con della roba di pessima qualità importata dalla feccia da cui proviene." "Secondo me invece è già passato oltre: non mi sembra uno che si fa problemi a portarsi a letto chiunque e credo che nel campus poche ragazze si tirerebbero indietro" conclude con tono malizioso un'ultima ragazza.
Ora basta però! Ma come si permettono queste stronzette?! Mi alzo di scatto e mi volto, fulminandole tutte con lo sguardo: "Scusatemi?!" sibilo con voce furiosa "Avete qualche problema? Se è così ditemelo pure in faccia invece di parlarmi alle spalle. Anzi, sapete una cosa? Dovreste voltarvi e fare attenzione alle vostre di spalle, perché se ci fate caso lo spettro della perfidia vi perseguita. È quello che si riflette nell'immagine mediocre che vedete quando vi specchiate!" Afferro la borsa dalla mia sedia e mi allontano, seguita subito da Serena: "Ben detto furia scatenata" mi da un colpetto leggero con il fianco contro e il mio e io le sorrido, abbassando lo sguardo. "Chi se ne frega delle false malignità che dicono su di te, ma sia mai che qualcuno osi parlar male del tuo Jesse!" mi provoca Serena, fissando gli occhi nei miei e alzando un sopracciglio allusiva. "Ma dai!" la spintono divertita e scuoto la testa. Però ha ragione: io e Jesse abbiamo sempre combattuto insieme le battaglie dell'uno e dell'altra, l'uno per l'altra. È ancora così? Non posso fare a meno di chiedermi.
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CHI NON RISCHIA NON VINCE
RomantikSTORIA COMPLETA (Fan Fiction: The O.C.) (Prequel de IL CORAGGIO DI AVERE PAURA) Jesse, un ragazzo della periferia di Chicago ormai quasi ventenne, ha imparato presto a colpire duro almeno quanto fa la vita per sopravvivere nel posto in cui è cres...