Fidati di me!

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E' tutto buio, intorno a me non c'è nulla, sono confusa fino a quando non sento di nuovo la voce di mia madre cantare, mi accascio a terra stavolta non mi va di correre di cercarla, ho paura, poi da lontano una sagoma indefinita si avvicina, quando è più vicino riconosco Alex, ho ancora più paura e decido di correre, corro e corro ancora in questo posto nero e infinito, ad un tratto sbatto contro qualcosa che mi fa cadere in terra. Mi rialzo confusa e davanti a me vedo Jorge che mi guarda e sorride, Alex si sta avvicinando, << Devo scappare! >> gli dico, lui non risponde e continua a guardarmi, << Presto sta arrivando! >> e lui ancora non si muove, intanto la voce di mia madre piano piano smette di cantare. Sono stordita, non capisco, lentamente Jorge allunga la mano << Vieni con me >> dice con una voce pacata, la cosa che mi stupisce di più di tutto è la voce di mia madre che ad un tratto rimbomba in quel posto cupo e freddo, << Vai con lui... Lui può aiutarti. Martina vai con lui! >> Alex è sempre più vicino e io velocemente afferro la mano di Jorge.

Mi sveglio di scatto e mi alzo a sedere, respiro affannosamente, i presenti nella stanza si voltano per fissarmi, sento qualcosa nella mia mano sinistra e quando mi giro per guardare confusa vedo la mano di Jorge nella mia. Lui mi sta guardando a occhi aperti, sembra sciupato, come se non ha dormito per giorni interi, lo vedo muoversi piano e posare la sua mano sulla mia guancia e io al suo tocco mi lascio accarezzare. Mio padre, Clara, Vittorio, Isabella e Lodo si avvicinano al letto preoccupati, << Martina stai bene? Come ti senti? Forse è meglio chiamare il medico! >> mio padre parlava talmente veloce che facevo fatica a seguirlo, il mal di testa mi perseguita e sono piuttosto confusa. Dopo un po' di esitazione mi decido a parlare << Da quanto sono qui? >>, << Tre giorni quasi quattro >> mi risponde Lodo con gl'occhi lucidi << Vado ad avvertire gl'altri che ti sei svegliata, sai sono davvero molto preoccupati, a momenti Mechi non ammazza un infermiera per poterti vedere >> fa un piccolo sorriso quando una lacrima gli scende sul viso e esce dalla stanza. << Come stai? >> chiedo guardando Jorge nei suoi occhi vedo un senso di conforto ma anche di rabbia << Io? Sei tu quella in un letto d'ospedale! >> risponde lui con un piccolo sorriso, << Non è colpa tua! >> dico e lui mi fissa non capendo << Ti ho sentito dire che è colpa tua ma non è così >>. Il medico entra nella stanza con mio padre dietro di lui, << Buongiorno signorina Martina! Sono lieto di vederla con gl'occhi aperti, ma stia sdraiata ha una costola incrinata ed è meglio se rimane stesa >> alle sue parole mi stendo e sento una fitta di dolore proprio alle costole, faccio una smorfia e Jorge si avvicina a me velocemente per aiutarmi, << Cosa le ha fatto venire voglia di svegliarsi? >> mi domanda il medico con un sorriso mentre sta controllando i miei parametri, << La mamma >> dico guardando Papà che in apre gl'occhi, << L'ho sentita, lei mi ha detto di fidarmi >>, il medico è sconvolto dalle mie parole e poi continua a fare i suoi controlli, Clara si avvicina al letto e mi guarda, credo abbia pianto per tanto tempo mi sorride e mi dà un bacio sulla nuca, i signori Comello mi sorridono e Isabella mi dice che era spaventata a morte, << Dov'è lui? C-cosa gli è successo? >> domando ricordandomi di Alex, << Non è il momento di parlare di lui! >> mi guarda Jorge, << No, io lo devo sapere! >> voglio sapere dov'è, << Beh dopo che Jorge lo ha messo K.O. la polizia l'ha portato via! >> risponde mio padre, << Già per fortuna che Jorge è rientrato prima in casa >> parla Isabella, << Cosa hai fatto? >> guardo Jorge spaventata, << Troppo poco per quel che si meritava! >> dice lui, stringe un pugno chiuso dalla rabbia, nei suoi occhi vedo lo spavento e la paura. Quando il medico finisce di visitarmi mi dice che devo restare lì qualche giorno in osservazione e per qualche accertamento, << Andate a casa, io sto bene davvero >>, infondo nemmeno io credo a quello che ho appena detto ma qui in ospedale mi sento sicura in qualche modo, << No >> risponde mio padre, io guardo Clara e lei capisce subito << Ha ragione devi dormire un po', ti fai una bella doccia e poi torniamo qui >> lui la guarda, << Rimango io qua! >> afferma ad un certo punto Jorge, << Jorge sei qua da quando siamo arrivati e quanto hai dormito? Due ore al giorno? >> gli dice Vittorio, a quelle parole lo guardo confusa, Jorge è rimasto sempre qua con me e non se ne è mai andato via e non vuole farlo neanche ora, << No io non me ne vado! >> risponde quasi arrabbiato. Tutti se ne vanno e Jorge si siede sulla sedia in parte a me. << Vai a casa, io sto bene davvero! >> lo guardo e lui abbassa la testa << Ma io no Martina! >> sono confusa << Quando ti ho visto lì in terra con le lacrime agl'occhi e non reagivi qualcosa dentro di me si è rotto, io... io credevo che... >> la sua voce è spezzata dal dolore credo << Ehi! Io sto bene e solo grazie a te, sei tu che mi hai salvato, sei tu il mio supereroe! >> e gli afferro la mano e lui mi guarda negl'occhi, mi posa piano un bacio delicato sulla guancia, anche se sono qui in un letto di ospedale quel contatto mi fa venire i brividi, << Ora dormi un po', se non vuoi andare a casa ok, ma almeno dormi >> dico quasi supplicandolo. Poco dopo dormiva vicino a me con la testa appoggiata sulla mia gamba e la mano ancora stretta nella mia.

E' sera e sto mangiando, non so esattamente cosa, in ospedale, Lodo è seduta in parte a me e mi sta raccontando ciò che è successo in questi quattro giorni, Jorge si sta mangiando un panino seduto sulla sedia dall'altro lato del mio letto, Vittorio e Isabella stanno parlando tra di loro vicino alla finestra, poi noto mio padre che è in piedi difronte al letto e in parte c'è Clara e lui le avvolge il fianco con un braccio << Voi due dovete dirmi qualcosa? >> dico guardandoli con una faccia buffa << N-no perché? >> mi guarda mio padre imbarazzato << Tranquillo a me va bene! >> e sorrido, << Va bene cosa? >> domanda lui, Clara non parla e guarda me e mio padre in alternanza, << Che state insieme! >>, << C-cosa? Non è così! >> lui sbarra gl'occhi << Si invece, dovete solo ammetterlo! >> mio padre sta per parlare e Clara lo fissa quando dalla porta sento delle voci, si spalanca e entra l'infermiera, dietro di lei ci sono tutti i miei amici, mi viene da ridere ma non riesco mi fanno male le costole, << I tuoi amici sono qua per vederti >> dice quasi infuriata << Queste ragazze sono davvero toste! >> dice guardando gl'adulti come per scusarsi dell'irruzione dei miei amici, Mechi, Cande e Alba sono dietro di lei con le braccia incrociate e lo sguardo soddisfatto. Entrano tutti e si avvicinano a me, Mechi mi abbraccia e parla velocemente non capisco nulla di quello che dice, Cande piange e mi tiene la mano e borbotta qualcosa, Alba saltella e gira su se stessa battendo le mani, Ruggero e Xabi sono infondo al letto e mi fanno domande, Facu in parte a loro mi sorride sembra quasi commosso e Diego mi mette una mano sulla spalla. << Uno alla volta! >> dico io confusa, << Allora come stai? >> parla Cande, << Abbastanza bene >> e alzo le spalle, è una bugia, non mi sento per niente bene, ho paura e non riesco a capire cosa mi sta succedendo, ma non volevo far preoccupare tutti, gl'adulti escono perché siamo in troppi nella stanza, i miei amici non se ne sarebbero andati sicuramente subito. << Sai che dovrai raccontare tutto quello che è successo alla polizia e poi anche in tribunale vero? >> chiede Cande e tutti la guardano storta, << Dovrà saperlo prima o poi no? >> parla Mechi, << Lo immaginavo! >> dico io con gl'occhi bassi, << Noi saremo insieme a te, non dovrai fare tutto da sola >> mi dice Lodo con due grandi occhi dolci, << Lui è arrivato a casa quando... >> inizio a parlare << Ehi non devi raccontarcelo se non sei ancora pronta! >>, << Io credo di poter raccontarlo solo voi, non so se riuscirei a raccontarlo a mio padre o a qualche adulto soprattutto a qualcuno che non conosco. >> dico e loro in silenzio mi guardano, lentamente e cercando di stare calma inizio a raccontare loro cosa è successo, le loro facce sono sconvolte dal mio racconto ma è quella di Jorge che mi colpisce di più, sembra sentire il mio dolore, lo vedo stringere la mano intorno al bracciolo della sedia dalla rabbia e stringere sempre più forte ogni volta che dico, che mi ha colpito. Un'oretta dopo tutti se ne vanno perché l'infermiera gli ha detto che sono rimasti fin troppo e io devo essere visitata, rimaniamo io e Jorge perché Lodo è andata ad accompagnare Diego, << Stai bene? >> mi chiede con lo sguardo triste, << No se stai con quella faccia! >> sorride a malapena e si risiede accanto a me mentre il medico entra a visitarmi, << Tu stai bene? >> gli domando << Si io sì! >>, << Bugiardo >> dico facendo una smorfia, << Volevo chiederti... come mai sei tornato a casa quel giorno? >> e deglutisco, lui mi guarda con gl'occhi sbarrati, << Dimmelo ti prego! >> gli dico con la voce rotta, << Io non lo so, ho provato a chiamarti, io ho sentito che qualcosa non andava, sono tornato a casa e appena sono entrato ho sentito la tua paura, sono corso nella tua stanza e poi ti ha colpito >>, << Grazie >> gli dico piano e appoggio la testa al cuscino e la medicina inizia a fare effetto e mi addormento.

Finalmente sono a casa, dopo altri tre giorni all'ospedale mi hanno lasciato uscire, non vedo l'ora di mangiarmi un bel piatto di qualcosa di buono. Stiamo un po' in salotto e Rosa mi porta un tè caldo, le costole mi fanno ancora un po' male ma si stanno sistemando piano piano, il mal di testa finalmente mi è passato. Prima di cena decido di andare in camera mia per farmi un bagno caldo, quando entro nella stanza mi siedo sul letto, decido di sdraiarmi un po', qualcosa mi turba, quando chiudo gl'occhi sento l'ansia salirmi, faccio fatica a respirare e mi alzo di scatto a sedermi, rivedo tutta la scena davanti a me, la paura, il male li sento dentro. Mi aggrappo al letto e mi alzo correndo fuori da quella stanza, ho bisogno di un posto sicuro e so già dove andare e so già che nessuno mi cercherà li. Busso piano per vedere se non ce nessuno nella stanza, quando nessuno risponde entro piano e mi richiudo la porta alle spalle, sono nella camera di Jorge, mi siedo sul letto e abbraccio le mie gambe e inizio a buttare fuori tutta la paura che ho dentro in un pianto. Qua mi sento al sicuro, posso liberarmi di tutto, so che qui nessuno può farmi del male. Sarà passata già un ora e sono sicura che mi stanno cercando ho sentito qualcuno andare nella mia camera e poi tornare giù velocemente. Vedo una foto di Jorge da bambino e fisso quei occhioni verdi e non so perché ricomincio a piangere, ne ho bisogno e basta. Qualcuno entra in camera, vedo Jorge appoggiarsi al muro con la spalla e guardarmi io alzo la testa nascosta dalle ginocchia che tengo strette, sembra frustrato, mi si avvicina piano, si siede in parte a me mi fa stendere e poi si stende di fianco a me sono sul fianco e lui mi abbraccia dolcemente accarezzandomi la testa, << Come mai ti sei nascosta qui? >> domanda piano, << Perché non riuscivo a stare in quella camera e qua mi sento al sicuro >>, << Ci hai fatto preoccupare, perché non mi hai avvertito? >> dice poi lui, << Perché volevo stare un po' sola >> è strano come sia riuscita a tranquillizzarmi così in fretta tra le sue braccia. << Non farlo mai più >> e nel dirlo mi stringe un poco più forte, << Ora vado a dire agl'altri che ti ho trovato e ti porto qua la cena e non dire di no! >> ed esce dalla sua camera. Abbiamo finito di cenare, nessuno è ancora venuto a controllare, Jorge ha detto agl'altri che volevo stare un po' sola e che lui mi avrebbe tenuta d'occhio, poi mi passa una sua maglietta << Il tuo pigiama, ma se vuoi vado a prenderti qualcosa in camera tua >> mi dice io faccio no con la testa, vado nel suo bagno e mi faccio una doccia veloce, indosso la sua maglietta che mi sta lunga e ha il suo profumo, rientro in camera, mi siedo sul letto e poi mi sdraio in parte a lui, mi mette un braccio intorno al collo << Ti senti meglio? >> chiede, << Si ora sì >> rispondo, lo sento sorridere appena, << E' la prima volta che sono nel letto con una ragazza da soli e non ci faccio nulla >> e ridacchia, << Che idiota che sei Blanco >> e ridacchio anche io, << Volevo solo farmi insultare da te, mi è mancato in queste settimane >> dice e si volta a guardarmi, mi accarezza il viso << Sono contento che tutto sia finito bene, che tu stia bene! >>, << E io sono contenta che tu sia arrivato a salvarmi >> appoggio la mia testa sul suo petto, sono esausta e mi addormento senza nemmeno accorgermene.

Questa volta è tutto vivido, cammino sempre nello stesso sentiero ma è più luminoso delle altre volte, la voce di mia madre risuona ancora, << Dobbiamo trovarla! >> dico a Jorge che mi sta tenendo per mano, come se fosse lui la luce che prima mancava in questo sentiero, << Tu devi fidarti di me >> dice lui guardandomi.

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