Just Love

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Non so bene cosa sia questo, ma mi sentivo di farlo, perché questa storia ormai finita ora come ora non mi soddisfa, non perché non mi piaccia la trama o altro, ma perché questo è propriamente un racconto romantico, d'amore, ma quando l'ho scritto non sapevo cosa l'amore fosse, e rileggendo non ritrovo questo sentimento nella mia storia.
Ora, ragazzi miei, so cosa significhi amare, e voglio raccontarlo a voi, spero qualcuno ci sia ancora a leggere qualche mia parola, se così non fosse prenderò queste righe come uno sfogo personale, un diario.
Ora, come ultima cosa, vi prego di non prendere questo ultimo scritto come un capitolo, ma unicamente come una trascrizione di ciò che l'amore è per me.
Buona lettura.

***
Mi stendo nel mio letto, nella vecchia casa in Inghilterra, la casa in cui sono nata.
È un lettino ad una sola piazza, vecchio e cigolante.
Quando lui si stende al mio fianco stiamo vagamente stretti, ma stiamo così bene.

Spengo la luce, allungando il braccio verso l'interruttore alla parete dietro di me.
Sento il suo corpo incastrato al mio, sotto le coperte non troppo pesanti, nessuno dei due parla, finché lui mi prende il braccio e me lo mette intorno alla sua vita. La posizione mi fa quasi sorridere, avendo un non so che di ironico, ripenso a tutti i film che ho visto in cui era il ragazzo ad abbracciare la ragazza da dietro, e per quanto possa essere solo un piccolo particolare, mi rendo conto del fatto che anche nel modo sbagliato, insieme a lui mi sento estremamente giusta.

Appoggia la sua mano sulla mia, sul suo ventre, e stringe le nostre dita, non palmo a palmo, ma con il suo palmo a toccare le mie nocche.

Sbagliati, ma così infinitamente giusti.

Appoggio il viso dietro il suo collo, respirando ormai solo il suo odore, -sta sera non ha messo nessun tipo di profumo, lo preferisco così- rifletto tra me.
Gli poggio un bacio sulla spalla, non sul collo, come ci si può aspettare, non so subito il motivo della mia scelta, ma poi mi rendo conto di aver pesato le mie azioni.
Penso a quanto un bacio sul collo possa sembrare peccaminoso o vagamente eccitante, e ora di tutto questo non ci deve essere nulla, è sentimento allo stato puro, il sentimento crudo, quello che respiri nell'aria e ti pesa nei polmoni, fino a spaccarteli, fino a farti perdere il fiato.
Quando ripenso ai miei stessi ragionamenti mi sento quasi ridicola, un bacio sul collo non è poi così diverso da uno sulla spalla, ma rovinare anche la minima cosa mi costerebbe tutto, i gesti, la maggior parte delle volte, sono più importanti delle parole, e pesarli è un dovere, la conseguenza un piacere.

Mi risveglia dai miei pensieri girandosi verso di me, la luce è spenta ma il suo viso è illuminato dal fioco chiarore della luna che entra dalla finestra alle mie spalle.
Lo guardo negli occhi, anche se non sono sicura che lui veda i miei, sospira, e penso che il mio petto, che ormai tocca il suo, potrebbe scoppiare.
Sentire il cuore di una persona che va allo stesso ritmo del tuo è una sensazione puramente magica, quasi surreale, il suo respiro che si infrange sul mio viso mi inibisce i pensieri, ed è meraviglioso.

Appoggia la fronte sulla mia, e restiamo così, le labbra che si sfiorano, ma senza alcun bisogno di toccarsi bruscamente e rozzamente in un contatto carnale che di emozione ha poco, la sua mano dietro la mia schiena, stretta, quasi a dirmi "non andartene", la mia tra di noi, a sfiorare la parte di pelle tra la sua clavicola e il collo.
E in quel momento lo amo, come lo capisco non lo so, ma è così, lo amo come se lo ammassi da una vita, lo amo e vorrei urlarglielo, ma neanche glielo sussurro.
Perché sarebbe il momento perfetto per dirlo, ma forse no, potrei lasciargli un "ti amo" sulle labbra, in modo che rimanga lì, a ricordarglielo ogni qualvolta si guardi allo specchio, ma non lo faccio.
Non lo so, io, se è paura o insicurezza, ma perché rovinare un tale momento con le parole? Ma lui lo sa.
Lui lo sa che mi inibisce i sensi, mi smorza il fiato e mi fa battere il cuore a ritmo della musica più bella che esista, lui lo sa perché lo sente, perché io voglio che lo senta, perché non glielo dirò, voglio che non lo sappia, non ne abbia la certezza, voglio che abbia io dubbio del mio amore dentro, non per dargli pensieri, ma per non farlo pensare troppo.

Alzo una mano sul suo viso, accarezzando la pelle morbida della sua guancia, lo riguardo, ancora e ancora, lo guardo solo perché so di poterlo fare, perché è un piccolo piacere che mi concedo.
E poi lo amo, ancora e ancora e ancora, silenziosamente, perché posso e perché lo voglio.
Poi lo ascolto dormire, e mi addormento insieme a lui.

Un sonno senza sogni, solo nero.
Da piccola, quando mi chiedevano che colore fosse l'amore, rispondevo rosso, perché pensavo alla passione, allo stereotipo classico, ora direi nero, perché l'amore è una lastra nera posta davanti ai tuoi occhi, che ti copre la vista, che non ti fa vedere il mondo, vedi solo nero, ed è meravigliosamente autodistruttivo, così tutto estremamente e unicamente amore nero.

***i

Non lo so come volete prendere questa cosa, non so se avete letto tutto o se siete arrivati qui, non so se ci trovate un senso o un nesso con la storia oppure no, ma devo essere sincera, l'ho fatto più per me che per voi, però devo ringraziarvi, perché si, ed è inutile che vi spieghi i motivi perché non li capireste, ma vi ringrazio di tutto.
Ringrazio gli scrittori dei libri che leggo tutti i giorni, ringrazio me stessa e ringrazio lui, lo ringrazio per essere stato il mio primo amore, per avermi fatto provare cose che mai avevo provato prima, per avermi insegnato cose su me stessa che non sapevo, lo ringrazio per avermi dato tanto, e per non avermi dato altro, lo ringrazio perché le cose che non mi ha dato ora le cerco in qualcun altro, ma con il ricordo di lui vivo in me, sempre.
Lo ringrazio per me, perché mi ha fatto capire che la mia felicità è più importante della sua, deve esserlo.
Ti ringrazio e ti amo ancora, sempre.
Perché io sono sempre io, e tu sei sempre tu.
E sono qui.

Now dance with Me||L.T.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora