25°capitolo

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Aaron's pov

Il legno del pontile si muove sotto il mio corpo disteso e aprendo gli occhi vedo solo una piccola figuara allontanarsi da me.

Un sbuffo di aria gelida usce dalla sua ombra e tutto quello che riesco a fare è solo stare in silenzio.

La guardo immobile allontanarsi sentendo il mio cuore sempre più pesante.

"Ero ubriaco"
La mia voce rimbomba nell'eco della notte sorprendendo anche me di essere riuscito a parlare.

La ragazza mora si volta lentamente senza però venirmi in contro.
Vuole di più.

Mi schiarisco la voce e cerco di buttare fuori le parole così come vengono.

"Il giorno in cui scoprì della morte della mia famiglia andai in un bar ad ubriacarmi e dopo qualche bicchiere di troppo cominciai a inveire su chiunque mi stesse attorno e ruppi metà del vetro presente nel bar,non mi piace ricordare quella parte della mia vita Calliope."

Chiudo gli occhi prendendo un grande respiro.

"Mi dispiace non aprirmi,ma dopo il tuo rifiuto..."

Un soffice peso sulle labbra mi fa aprire di scatto gli occhi per trovare davanti al mio volto una piccola Cally abbandonata ai suoi istinti.

Le palpebre in un attimo si chiudono da sole e con la passione nella vene riprendo a baciarla,forse per dirle tutto quello che a parole non riesco a dimostrarle.

Un bacio morbido,casto,nessun secondo fine,solo il bisogno di dirsi mille parole senza usare la voce.

Quando d'improvviso apro gli occhi sentendo la pelle delle guance umide interrompendo quel dolce bacio.

Convinto che siano di Cally adagio il palmo sulle sue guance che però sono asciutte.

Lo sguardo apprensivo della ragazza minuta mi fa capire che si tratta delle mie lacrime salate che non esita ad asciugare con i suoi modi accoglienti e delicati.

Un gioco di sguardi,un dialogo silenzioso nei nostri occhi.

La dolcezza nel suo sguardo,i grandi occhi neri circondati da quelle folte sopracciglia e quelle piccole lentiggini.

La tristezza nel mio sguardo,circondato ai lati da qualche lacrima che attende di scorrere sulla mia barba ormai evidente.

La luce della luna che illumina il viso niveo della creatura che mi siede di fronte,la fa sembrare così bella,come una vera proprio fata della notte.

Il rumore delle onde che si infrange nei grandi scogli risuona nelle mie orecchie un po a sventola.

"Andiamo a casa Aaron"
-mi porge gentile una mano per invitarmi ad alzarmi-

Non appena in piedi la sua minuta figura si aggrappa a me cercando di avvolgermi con le magre braccia,una piccola fata che cerca di abbracciarmi.

I suoi capelli che profumano di mare mi convincono che non servono parole per aiutare qualcuno,a me è bastato averla vicino, essere sicuro che fosse lì solo per me e per nessun'altro.

***

"Aaron questo stupido film è finito sono le due del mattino,posso andare a dormire?"

Le braccia incrociate che fanno sporgere il seno dalla canottiera mi fanno perdere la concentrazione dalla faccia arrabbiata di Cally.

Siamo al terzo film che le ho costretto a vedere,non tanto per il film,al diavolo il film,ma volevo passare un po di tempo con lei,non volevo essere solo avvolto dai brutti ricordi e già so che stanotte i miei incubi mi faranno visita.

Mi guarda spazientita con espressione quasi isterica,ci manca solo che si metta a battere i piedi come una bambina.

Le sorrido compiaciuto e mi alzo per andare a salire le scale.

Non appena salgo il primo gradino vengo interrotto da un forte colpo di tosse e voltandomi incontro una Calliope al quanto confusa.

"Dove vai?"
-mi chiede con voce più calma e gentile-

La osservo per un po per innervosirla di più e continuo a salire le scale invitandola con un gesto della mano a salire con me.

Ormai nella stanza Calliope non si decide ad arrivare perciò sono costretto a scendere di corsa e portarla in camera in braccio.

"Aaron mettimi giù,muoviti mettimi immediatamente giù!"

I pugni sulle mie spalle non fanno altro che farmi cominciare a ridere spontaneamente,una risata cristallina che mi ricorda che voglio davvero lottare per lei.

"Stanotte dormo qui con te,per favore"
-la adagio nel suo letto e la guardo spargendo il labbro-

Un leggero sbuffo prima di parlare mi comunica già la risposta che non le faccio nemmeno dire interrompendola con un bacio a stampo che la lascia credo molto alla sprovvista.

Una volta uscita dal bagno la vedo indossare solo una grande maglietta dell'Università,i capelli raccolti in una lunga treccia che termina a metà della schiena quasi a toccare il sedere con il ciuffetto dopo l'elastico.
Il viso completamente struccato mi fa accorgere che tutto il viso è ricoperto da lentiggini del colore della sabbia.
Le labbra gonfie e le sopracciglia spettinate.

Si rannicchia lentamente accanto a me cercando di abbracciarmi come la scorsa volta che abbiamo dormito insieme.
La mia testa poggiata sul suo ventre e le sue braccia avvolte attorno alla mia testa.
Le piccole mani che giocano con i miei ricci.

"Qualche volta non ti piacerebbe tornare a quando era tutto perfetto?

La sua voce impastata dal sonno rimbomba nella stanza illuminata dalla piccola lampada sul comò.

"Credo che dovrei tornare al presente Cally"

"E perché?"

"Perché credo che con te ora sia tutto perfetto"

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