CAPITOLO 11

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Salgo le scale, percorro il corridoio, fino ad arrivare alla mia aula.
È veramente presto, stanotte non ho chiuso occhio e quindi alle sei ero giá sveglia.
La classe è deserta, ci siamo solo io, Olimpia e Shawn.
Mi siedo al mio banco, speranzosa che arrivi qualcuno, Olimpia riceve una telefonata e la usa come scusa per poter uscire dall' aula.
Perfetto, ora ci siamo solo io e Shawn. Vorrei potergli dire qualcosa, ma non so cosa, ho paura di peggiorare ancora di piú la situazione.
Si siede sulla sedia e aspetta anche lui l'imminente arrivo di qualcuno.
Row è malata, altrimenti sarebbe in classe da almeno cinque minuti.
Aspetto in silenzio, buttando l'occhio su Shawn per vedere cosa sta facendo.
Dopo qualche minuto arriva Cameron, entra in classe, sorrido leggermente quando lo vedo e lui sembra accorgersene, ricambiando dolcemente il sorriso.
Shawn ha assistito a tutta la scena e l'ho notato benissimo, un po' mi dispiace.
Cameron va da lui, che sembra sollevato nel vederlo.
Iniziano a parlare e dopo poco la classe si popola e tutti iniziano a prendere posto all'arrivo della professoressa.
Cameron si siede accanto a me.
«Ciao Sabrina» mi saluta timido
«Ehi» ricambio
«Ieri non siamo riusciti a fare molto del progetto, ci conviene vederci un'altra volta, se non ti da fastidio»
Sospiro.
«Si, hai ragione.» dico
Sorride d'impulso e io ricambio il sorriso involontariamente.
Le lezioni proseguono e io non vedo l'ora di uscire da qui. Abbiamo deciso che io e Cameron ci vedremo a casa mia alle 15:30 quindi arrivata a casa mi tocca pure sistemare la camera.
La mancanza di Shawn inizia a farsi sentire. È il mio migliore amico, non gli sono mai stata "tanto lontana". A dir la veritá mi manca da morire.

Il suono dell'ultima campanella segna la fine delle lezioni.
Esco da scuola, l'autobus passerá a momenti quindi mi devo sbrigare.
È ancora fermo per fortuna, ma par non rischiare corro verso la fermara e salgo di fretta. L'autobus è quasi pieno ma riesco lo stesso a trovare un posto decente.
Aspetto la mia fermata, guardando fuori dal finestrino le persone indaffarate di Los Angeles.
Finalmente posso scendere.
«Ciao mamma» urlo entrando in casa
«Ciao, ti stavi aspettando, vieni o si raffredda tutto!»
Il pranzo procede come tutti gli altri: mia mamma mi chiede come va la scuola, io le risponde che va bene, mi chiede dei ragazzi, io le rispondo che non c'è nessuno.
Le ho parlato di Shawn, sembrava molto dispiaciuta, mi sono trattenuta dal non piangere, perchè parlarne mi fa stare malissimo.
Sono le 15:00, devo almeno sistemare i vestiti o non avremo spazio per questo dannato progetto.
Mi sdraio sul letto aspettando che arrivi Cameron, ascoltando la musica.
Suona il campanello, deve essere lui.
Scendo le scale controvoglia per aprirgli ma vedo che mia madre ha già fatto al posto mio.
«Ciao, tu sei?» chiede mia madre curiosa
«Cameron, piacere.»
Appena si accorge della mia presenza fa un sorriso e io, dalle scale, ricambio leggermente.
Mi avvicino a loro e prendo Camero. per il polso, lo trascino di sopra e apro la porta di camera mia.
Resta fermo sul ciglio della porta, a fissarmi.
«Cosa vuoi?» sbotto infastidita
«Ehm... no, niente. Scusa.»
«Smettila di scusarti in continuazione, sei irritante.» concludo
Abbassa lo sguardo deluso.
Prendiamo tutti gli occorrenti e iniziamo a fare questo lavoro.
C'è davvero un silenzio imbarazzante, cue non mi fa pensare ad altro che non sia Shawn e quanto Cameron possa essere presuntuso.
Non so perchè ma mi infastisce, ha tutte le ragazze che gli sbavano dietro e deve rompere proprio a me che nemmeno lo guardo.
Dopo circa un'ora di totale silenzio si decide a parlare.
«E, per la precisone cosa è successo con Luke?» chiede
Avrebbe fatto meglio a starsene zitto, Dio quanto lo odio.
«Non sono affari tuoi!» sbotto spazientita.
Non posso credere che mi abbia fatto davvero una domanda del genere
«Sempre gentile vedo.» dice sarcastico
«Sempre un idiota vedo.» ribatto facendo il suo stesso gioco
«Faresti incazzare un ragazzo nel giro di tre secondi, ma tornerebbe subito da te in metá del tempo con cui lo hai fatto arrabbiare» sorride
Lo guardo malissimo ma decido di rispondergli.
«Perchè scusa?» gli chiedo fredda
«Lo sai benissimo il perchè, fai la menefreghista, stronza strafottente, sei fredda e isterica, ma sappiamo benissimo tutti e due che non è cosí. Per le persone a cui vuoi bene daresti tutto, lo so. Una persona non riesce a stare troppo lontana da te, e questo è quello che sta succedendo a me.» dice alzandosi.
Rimango ferma a pensare a quello che mi ha detto.
Mi alzo e vado verso la scrivania, per appoggiarmi.
Sento i sui passi avvicinarsi.
Mi cinge i fianchi, sobbalzo leggermente al contatto con le sue mani.
Mi fa girare e mi guarda negli occhi.
Il mio sguardo è fisso sulle sue labbra rosse.
Si avvicina ancora di piú a me, riesco a sentire il suo profumo e il suo calore.
Non vorrei, non dovrei.
È come se io avessi bisogno di qualcuno. È quel qualcuno pian piano sta diventando Cameron, ma io non lo accetto, lo sto rifiutando.
Non dovrei ma mi sento come costretta a restare qui.
Il mio sguardo si sposta dalle sue labbra ai suoi occhi.
Il mio respire comincia a farsi piú veloce e piú affannoso, una strana senzazione alla pancia inizia a farsi piú forte e incontrollabile.
Si mordicchia il labbro inferiore.
L'unica cosa che riesco a vedere prima che le sue labbra incontrino le mie.
Le muove delicato sulle mie, cingendomi i fianchi e attirandomi ancora di piú a se.
Una mano la appoggio attorno al suo collo, mentre l'altra sprofonda nei suoi capelli castani.
«No, Cameron, è sbagliato.» sussurro
«Tu lo vuoi, e lo ammetterai presto.»
Mi spinge contro il muro, continuando a baciarmi.
Le sue labbra combaciano con le mie prefettamente.
Non capisco piú nulla, non so perchè lo sto facendo.
Mi stacco un attimo per ammorare i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi.
Lentamente si riavvicina a me, portando una mano ai miei capelli.
Cosa sta succedendo?
Sto baciando Cameron Dallas?
No, no, no.
Lo respingo dolcemente, ma lui sembra esserci rimasto male lo stesso.
Sono tutta accaldata e direi anche molto rossa.
Mi sta scoppiando la testa.
Il progetto è quasi finito, ho bisogno che Cameron se ne vada, non può succedere piú nulla.
Fortunatemente mi dice lui di doversene andare, stavo giá pensando ad un modo carino per farlo uscire.
Lo accompagno alla porta.
«Ciao dolcezza» dice lasciandomi un rapido bacio sulla guancia
Non mi da nemmeno il tempo di dire ciao, che è giá fuori dalla porta.
Passo una buona ora e fare i compiti e un'altra a guardare la tele.
Credo che molto probabilmente salterò la cena, con tutto quello che sta succedendo non ho fame.
Vado a letto davvero confusa e senza parole. Avrei davvero tanto bisogno di Shawn in questo momento.
Mi manca da morire.
Il vuoto riinizia a farsi sentire.
Passo la maggior parte del tempo a volerlo al mia fianco ma allo stesso tempo so che non posso dipendere da lui.

Spazio autrice
ciao a tutti, spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere i vostri pareri. scusate se il capitolo assomiglia un po' all'altro.
un bacione🌈

gwen

Disaster||Sabrina CarpenterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora