CAPITOLO 20

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Mi ritrovo a piangere nel mio letto, avvolta dalle coperte anche se fuori ci sono 25 gradi, davanti al computer, solo perchè Damon Salvatore è un completo idiota. Un completo idiota che però amo moltissimo.
Guardo il telefono, lo sblocco e mi ritrovo 3 messaggi. Tutti di Cameron.

Cam

Ciao, so che l'ultima cosa che vorresti fare in questo momento è leggere questo messaggio, ma ho bisogno che tu lo faccia. Ho bisogno di parlare con te. Mi manchi.     h 23:48

Credo che mi pentirò molto presto di quello che sto per fare, ma devo vederti. Alle 18 a casa mia.  h 00:25

Ho bisogno di sapere che non mi stai ignorando. Per favore, chiamami, anche se è l'una, chiamami, risponderò.  h 1:13

Gli manco? Deve parlarmi? È tutto matto non c'è altra spiegazione.

Apro il libro di storia che come sempre significa solo una cosa. Suicidio.
Guardo Shawn dall'altra parte della classe. I suoi capelli mossi sono perfettamente spettinati, le sue labbra rosee sono semiaperte, segno che non sta capendo nulla della spiegazione.
Alzo gli occhi al cielo. Sento qualcosa toccarmi il braccio e mi volto di scatto.
«Mi hai spaventata» dico vendendo Cameron togliere la mano dal mio braccio.
«Scusa, non volevo.» sussurra
«Ehm... cosa c'è?»
«Ah, volevo sapere... no, c'è io vorrei sapere... no. Niente. Scusa.»
Lo guardo con sguardo interrogativo, ma lascio stare.

Finalemente suona la campanella dell'intervallo.
Vado verso Shawn, lo prendo per il polso facendolo girare e noto che non è lui. Mi scuso con il ragazzo e mi allontano.
Mi appoggio al muro, aspettando che Shawn arrivi o che Damon Salvatore venga a prendermi, mi trasformi in un vampiro cosí per trascorrere l'eternitá insieme.
«Ehi» dice Ashton, un ragazzo del mio stesso piano, strafatto in un modo assurdo, appoggiando  le mani al muro in modo che io non possa andare via. Alita qualcosa di incomprensibile, sento solo l'odore dell'alcool che esce dalla sua bocca.
«Lasciami stare Ashton» grugnisco
«No, tu non te ne vai da nessuna parte.» sussurra accarezzandomi la guancia con la sua mano lurida.
«Che cazzo fai?! Non toccarmi!»
«Ehi ehi ehi, abbassa i toni troietta» dice strattonandomi
«Vattene!» dico con le lacrime agli occhi mentre cerco di dimenarmi.
«Tu non hai capito che qui decido io, ho detto che non te ne vai.» dice mentre inizia a toccarmi il corpo, avvicinando le sue labbra alle mie
«Lasciami stare bastardo» urlo
In questo momento desidererei che arrivasse Damon Salvatore e che mi salvasse, come fa sempre con Elena, ma   devo accontentarmi del fatto che c'è cosí tanto frastuono in corridoio che il suono della mia voce è solo un fiebile rumorino.
Ashton si stacca dal muro, e anche da  me, spinto da una figura che poi riesco a riconoscere come Cameron.
«Lasciala stare, hai capito? Non ti azzardare a toccarla!» grugnisce Cameron mentre Ashton si allontana.
Io sono ancora appoggiata al muro, sconvolta.
Cameron mi viene incontro.
Mi prende il viso con le mani, mentre cerco di fare respiri profondi.
«Va tutto bene, ci sono qui io» dice mentre, continuando a tenermi il viso mi abbraccia.
«È tutto finito, stai tranquilla» sussurra
«Sab, cos'è successo?» chiede preoccupato Shawn venendo verso di noi.
«Tu dove cazzo eri mentre Irwin tra poco la stuprava davanti a tutti!? Ah giá, stavi pensando alla prossima ragazza da farti!» urla mentre continua ad abbracciarmi
«Sabrina, mi dispiace io...» cerca di dire Shawn
«Stai zitto per una volta cazzo!» sputa acido Cameron
«Andiamo a casa» dice Cameron
«M-ma non sono maggiorenne, non posso uscire» dico ancora singhiozzando
«Io ho giá 18 anni, tranquilla, esci con me» sussurra, come per non rompermi, in mi tratta come se fossi cosí fragile che al suo tocco mi potrei rompere.
«No, lei non esce con nessuno!» dice Shawn
Cameron non bada a lui, iniziando a camminare, con me a seguito, verso la segreteria.
«Salve, noi due dovremmo uscire prima» dice educato Cameron
«Nomi?» chiede la segretaria visibilmente stanca e scocciata
«Dallas e Carpenter»
«Classe?»
«4C»
«Bene, firmate qua e potete andare»
Firmo il foglio e torniamo in classe per prendere la roba.
Ossevo per qualche secondo Shawn, che mi guarda dispiaciuto e preoccupato.
«Arrivederci» dice Cameron al professore

Ci sediamo su una panchina, poco distante dalla scuola.
«Vuoi qualcosa? Hai fame?» mi chiede Cameron
«No grazie, sono a posto» dico io
Dopo una manciata di minuti, di un silenzio che però riusciamo a comprendere, in cui ci capiamo, credo sia il momento di parlare.
«Grazie» dico
«Per cosa?» chiede
«Per avermi aiutato, se non fossi arrivato tu non so come sarebbe andata a finire.»
«Tranquilla, se sei con me andrá tutto bene»
Mi appoggio alla sua spalla, ritornando a quel silenzio magico, che parla tanto.

Sono seduta sulla stessa panchina,  qualche ora piú tardi.
«L'ho guardato negli occhi mentre lo faceva, mi guardava con disprezzo, sperando in qualche modo di potermi toccare.»
Sento Shawn sospirare.
Alzo lo sguardo, che quasi scoppio a piangere.
«Tu dov'eri Shawn?» chiedo tra le lacrime
Mi guarda negli occhi, dispiaciuto e colpevole.
«Non dovevo andar via» dice con tono triste
«Ti prometto...-dice apoggiado una mano sulla mia gamba, stringendola leggermente- che non ti lascerò, mai piú... sola.»
Annuisco debolmente mentre cerco di sorridere.
Annuisce anche lui, con uno sguardo piú dispiaciuto che mai.

Sono quasi le sei, ho deciso che andrò da Cameron.
Esco di casa, iniziando a percorrere quelle poche centinaia di metri che mi separano da casa Dallas.
E in quei metri chi vedo? Shawn, con Charlotte, che si baciano. Charlotte? Stai scherzando vero? Quella troia? No no no, non lo posso sopportare. Inizio  a sentire le gambe molli, e il respiro affannato. Dopo tutto quello che mi ha detto oggi pomeriggio? No, Shawn non può baciare un'altra, no. Non ci posso credere. Cerco di non mettermi a urlare, non voglio che sappia che sono qui.
Corro via. Non so dove, ma corro. Senza una meta precisa.

Sento il mio cellulare vibrare, molteplici volte.
Sblocco lo schermo e rispondo. È Cameron.
«Ehi, non dovevi essere da me circa mezz'ora fa?» ridacchia
«Hai ragione, scusa. Se vuoi vengo ora.» cerco di dire senza scoppiare a piangere
«Sabrina, cosa succede? Stai bene?» chiede Cameron preoccupato
«Si» singhiozzo io
«Dove sei?» chiede ancora piú preoccupato di prima
«Al parco, quello vicino al centro commerciale.»
«Arrivo» dice chiudendo la chiamata

Spazio autrice
ciao, spero che il capitolo vi sia piaciuto. fatemi sapere i vostri pareri nei commenti.
un bacione🌈

gwen

Disaster||Sabrina CarpenterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora