È notte fonda e le ore mancate di sonno iniziano a farsi sentire. Jacob raggiunge il punto d'imbarco, consegna il suo biglietto ad un addetto dell'aeroporto e sale a bordo dell'aereo. Insieme a lui camminano altre centinaia di persone, tutte quante assonnate. Una hostess gli lancia un'occhiata e, vedendolo disorientato, si avvicina per assisterlo; prende un secondo il suo biglietto e gli indica gentilmente il suo posto. Jake la ringrazia e poi si avvia verso la fine dell'aereo, é lì, in un posticino angusto e scomodo proprio all'altezza delle ali, che deve stare… e pensare che il padre gli aveva prenotato un volo in prima classe… le cose però non sono andate come previsto ed ora come ora lui non vorrebbe mai prendere quel volo per New York. Non é là che deve andare, almeno non ancora.
Sistema il suo bagaglio a mano nell'apposito scompartimento sopra il capo e poi si siede lentamente. Non ha mai amato i posti vicini al finestrino.
Manca poco al decollo, Jacob picchietta impazientemente le dita sul bracciolo del sedile; vuole partire, eppure teme di arrivare. Non ha idea di a cosa stia andando incontro. La tensione aumenta pian piano, gli duole la testa tanto quanto il cuore. Sente un grande groppo in gola che gli impedisce di respirare tranquillamente. Ci vorranno minimo sette lunghe ore di viaggio, anzi, otto o forse addirittura nove, e non ha la più pallida idea di come affrontarle.
Scivola leggermente giù con il corpo e distende le gambe quando una vocina acuta ed dolce richiama la sua attenzione; é una bambina sui sette anni, o forse sei, il cui posto a sedere é proprio accanto a lui. I genitori sono seduti più avanti con una coppia di piccoli ancora in fasce. Lei deve essere la sorellina maggiore.
Jake abbozza un timido sorriso e poi si lascia andare nuovamente. La piccola si siede e tira immediatamente fuori un game-boy rosa, uno degli ultimi modelli che la Nintendo ha fatto; Jacob lo nota e le sorride una seconda volta. Da piccolo anche lui ne aveva uno di colore blu, il suo paragonato a questo é spazzatura eppure lui lo conserva ancora da qualche parte. Glielo aveva regalato sua madre.
Quando l'aereo finalmente si avvia verso la pista di decollo Jake tira un sospiro di sollievo, ne ha avuto abbastanza di tutto, pure dell'incredibile viaggio in Italia. Non vede l'ora che sia tutto finito, che anche questi ultimi avvenimenti si trasformino in ricordi e che svaniscano in qualche meandro nascosto del suo cervello. Due mesi prima, quando era partito alla volta di Roma, credeva che le cose brutte facessero parte del passato ed invece eccole ancora qui. Gli pare di non avere mai pace. Sente il peso del passato sulle spalle e prova allo stesso tempo una gran paura del presente e del futuro. Anche in questa occasione non appena le cose avevano preso una giusta piega, ecco che il mondo gli precipita addosso. Non si sarebbe mai aspettato di dover rivivere quel trauma così presto, non aveva ritenuto possibile perdere pure sua nonna, non aveva capito quanto questa malattia potesse incidere sulla sua salute fino al momento in cui ha letto la lettera.
Un paio di belle signore spiegano come comportarsi in caso di emergenza ed invitano i passeggeri ad allacciare le cinture. I genitori della piccola si alzano un secondo e vanno ad aiutarla, poi tornano a sedere. Jake e lei si scambiano uno sguardo fugace e poi entrambi tornano nei proprio mondi, lei in quello di Super Mario, lui in un mare di ricordi.
L'aereo prende la rincorsa e si stacca finalmente da terra, qualche minuto dopo fa una virata.
Non importa quanto si sforzi, i pensieri di Jacob andranno sempre a finire al giorno in cui tutto ha avuto inizio, al giorno in cui un frammento della sua anima é andato perduto insieme al corpo della madre. É da quella notte che sono iniziati i suoi guai… Non sarebbe qui oggi e, soprattutto, non starebbe così in questo momento se quel giorno le cose fossero andate diversamente, se si fossero fermati allo "Stop", se quel tram si fosse fermato in tempo. Se quella maledetta notte anche solo un dettaglio fosse stato diverso ora Jake avrebbe fatto della sua vita una cosa completamente differente.
Forse non avrebbe iniziato a parlare con una stella, forse non avrebbe mai fatto questo viaggio, forse non si sarebbe iscritto a Medicina e forse non avrebbe mai avuto modo di conoscere lei, la ragazza che gli ha rapito il cuore, quella che é - e sarà - sempre al centro dei suoi pensieri, quella con il sorriso più bello di tutta l'America e con un ego grande come l'Europa. Alexandra Monroe. Già il nome sprigiona una decina di farfalle nel suo stomaco. I ricordi riaffiorano pian piano, alcuni lo fanno sorridere mentre altri lo rattristano. C'é stata una volta in cui la vita dell'uno dipendeva da quella dell'altra e viceversa. Jacob ricorda la notte a Ptown come fosse ieri; hanno fatto l'amore quella notte, lei era bellissima e lui brillava della luce che Alexandra sprigionava con quella camicia da notte. Quella notte sono andati poi sulla spiaggia a correre fianco a fianco ed hanno ammirato l'alba con tutte le sue luci e le loro sfumature che si riflettevano sull'oceano Atlantico.
Si amavano alla follia all'epoca, credevano di aver trovato l'anima gemella che li potesse finalmente far sentire completi, erano talmente tanto certi del loro amore da fantasticare su un possibile futuro assieme ed ecco come invece é finita. Perché sia andata a finire così nessuno lo sa. É facile dare la colpa al destino o al mondo ma sia lui che lei sanno bene che é dipeso tutto da loro. Ma allora, se si amavano, perché hanno permesso che terminasse così presto? Avrebbero avuto una vita davanti da condividere con l'altro, era perfetti… erano unici.
Sarebbe stato bello per lui se almeno le cose con lei fossero andate per il verso giusto. Se solo Jake fosse riuscito ad esprimere i suoi sentimenti anziché lasciarla andare via ora magari sarebbero insieme su questo volo, lei sarebbe qui seduta al suo fianco, invece della bambina, a ripetergli che tutto andrà bene. Ma no, lei non c'é e probabilmente non ci sarà mai. É tardi per un loro, é tardi per credere in un amore così impossibile ed é tardi persino per sperare che sua nonna sia ancora viva.
Jacob tira fuori dalla tasca dei pantaloni il cavetto USB e mette in carica il suo iPhone. Ci vorrà un po' prima che lo possa riaccendere. L'aereo ormai ha raggiunto la quota desiderata e sfreccia silenziosamente per i cieli, dal finestrino si può ammirare Genova piccola come una briciola di pane e tutta illuminata. É una delle poche città che non ha fatto in tempo a visitare durante questi due lunghi e fantastici mesi. Pare ieri che girava per le vie di Roma con i suoi nuovi amici Marco e Valeria…
La testa gli fa sempre più male, quando finalmente spuntano fuori le hostess con il carrello delle vivande Jake si fa dare un bicchiere d'acqua minerale e vi ci immerge un'aspirina che gentilmente gli avevano offerto in albergo. La beve tutta d'un sorso e subito, come d'incanto, si sente meglio.
I suoi pensieri viaggiano lontani in misure di tempo e di spazio ma alla fine convergono tutti in uno stesso punto: il quaderno. Infatti, solo poche ore prima, ha ricevuto quella specie di diario da sua nonna, allegato con la lettera. Jacob sa bene cosa sua nonna si aspetta che lui faccia. Forse si può addirittura rivelare un metodo efficace quello di scrivere; sono troppi i rancori, i rimorsi ed i ricordi che tiene dentro. É giunta l'ora che si liberi di tutta la sofferenza che per mesi e mesi ha covato semplicemente raccontando la sua storia. Ha svariate ore per farlo ed un disperato bisogno di sfogarsi.
La bambina si alza un attimo per raggiungere suo padre, Jake ne approfitta per recuperare dal bagaglio a mano quel taccuino nero ed una penna. Quando lei torna con una merendina in mano entrambi si siedono. La piccola pare assonnata, pure lui lo é ma ha bisogni più impellenti. Dunque inizia a sfogliare lentamente le pagine, non ce ne é neppure una scritta.
Fiumi di parole iniziano a scorrergli per la mente ma niente arriva alla penna, quindi la ripone in tasca. Da dove si comincia? Jake non é solito fare una cosa del genere, il massimo che può fare per sfogarsi é prendere la sua amata chitarra e strimpellare qualche accordo ma ora che questa non é a portata di mano si deve arrangiare. Al suo posto ci sono queste pagine bianche. che sembrano invitarlo a riempirle di frasi.
Chissà da dove sarà sbucato questo quaderno… probabilmente da qualche cassetto polveroso a casa di sua nonna.
Se é vero che anche sua madre si esprimeva così, allora questo é soltanto uno dei mille modi che ha per avvicinarsi a lei.
L'aereo vola alto sopra le nuvole avvolto da una profonda oscurità, non si vedono astri al momento. Fra uno sbadiglio ed un altro Jacob trova il coraggio di afferrare nuovamente la penna e di lasciarsi guidare dal flusso di pensieri.
Non sa cosa scriverà, non ha idea di come andrà a finire e non sa nemmeno se gli farà bene ma lo fa lo stesso, per sua madre, per sua nonna, ma sopratutto si lascia andare per sé stesso.
STAI LEGGENDO
L'ULTIMA OCCASIONE (completo)
Teen FictionÉ quando meno te lo aspetti che il mondo decide di caderti addosso. La vita di Jake si trasforma in un attimo nell'Inferno. Non ha via di scampo. É sicuro di aver perso tutto, é sul punto di cedere... Poi incontra Alex. © 2014 Virginia della Torre...