Mi svegliai nel mio letto e provai invano a ricordarmi qualcosa.
Ero sicura di avere l'alito che puzzava di alcool e i capelli arruffati...ero sicura di aver preso l'ennesima sbronza colossale.
Il mio telefono si illuminava e, con gli occhi semiaperti, lo afferrai.
C'era un sms da Mason che confermò la mia ipotesi: mi ero ubriacata.
Cercai tracce della serata nella galleria, sui social, nella casella delle e-mail...niente.
Poi, d'istinto, aprii il registro chiamate e ne trovai una effettuata dal mio telefono a quello di Ethan.
Ero nella merda.
Strabuzzai gli occhi e, non curandomi del mio pessimo aspetto, mi alzai di scatto e, nonostante i giramenti di testa, mi appoggiai a ciò che trovai e raggiunsi la cucina, in cerca di Ethan.
Lo trovai mentre affondava i biscotti nel latte, con i capelli scompigliati e con addosso solo i pantaloni del pigiama.
Finsi di non notare i suoi addominali scolpiti e, avvicinandomi al tavolo, spostai la sua tazza e posizionai sotto i suoi occhi il mio telefonino.
Lui rimase stupito, con il biscotto bagnato a mezz'aria, poi mi fissò.
-Come sei bella di mattina- esclamò per poi mordersi il labbro nel tentativo di evitar di ridere.
Lo fulminai con lo sguardo e, con grande sforzo, tornò serio.
-Immagino tu sia qui per sapere come tu sia arrivata nel tuo letto, dopo la tua serata pazza- ingoòa il suo biscotto, mentre accennai un "sì" con la testa.
-Beh eri ubriaca, allora il tuo amico Mason mi ha chiamato perché sembrava che tu avessi perso i sensi, ma in realtà dormivi. Comunque, mi sono vestito e sono venuto a prenderti. Allora ti ho caricata in macchina, ti ho portata in casa e ti ho messa a letto. Fine del racconto- sospirò, sorridendo.
Rimasi shoccata, Ethan allora mi scosse una mano davanti al viso e io sussultai al suo gesto.
-Grazie- sussurrai.
-Come?- domandò divertito.
-Ethan, non lo ripeterò un'altra volta- gli risposi, accennando poi un sorriso e raggiungendo la mia camera.
Dopo essermi fatta una doccia e aver indossato una tuta dell'Adidas, mi addormentai.
Pensavo d'aver dormito tutto il pomeriggio e avrei voluto continuare a farlo se, quella voce gracchiante di Vanessa, non avesse disturbato il mio sonno.
Per farla cessare di urlare, scesi velocemente le scale e mi stupii di ciò che trovai dinanzi a me: una tavola imbandita con tovaglioli a forma di cuore e quattro piatti con il fondo inciso da due lettere: una E ed una V.
-Oggi io e Ethan facciamo 2 anni! - urlacchiò Vanessa, saltellando, facendo quasi fuoriuscire il suo sedere dal tubino rosso aderente.
Alle sue spalle, Ethan arrossì mentre stappò una bottiglia di birra.
Grayson si portò una mano alla faccia, scocciato quanto me dalla situazione che ci trovavamo dinanzi.
Mi accomodai, facendogli gli auguri.
Vanessa portò in tavola delle lasagne, cercando di non cadere sui tacchi lungo il tragitto.
Che senso aveva mettere i tacchi per cucinare?
Iniziammo a mangiare nel silenzio più totale finché Grayson mi chiese come stesse andando il lavoro e l'università.
Ringraziavo il cielo che Grayson fosse entrato nella mia vita.
-Bene, sto studiando per superare un esame sulla letteratura inglese, il lavoro è impegnativo ma mi fa guadagnare qualche soldo- gli rivolsi un sorriso sincero.
Lui ricambiò ma, il suo sguardo si spostò su Vanessa, che aveva preso parola.
-Immagino che la retta universitaria costi tanto...- rimase vaga.
-Sì, è abbastanza salata- ammisi, non capendo dove lei volesse arrivare.
-Forse, se spendessi meno per le serate, in particolare per gli alcolici... insomma non penso che il tuo datore di lavoro sarebbe contento se sapesse che sei dipendente dell'alcool e vai in discoteca meno vestita di una prostituta- ammise con voce falsamente dolce, per poi ridacchiare sotto i baffi.
-Scusami, hai ragione...Non dovrei vestirmi meno di te e penso sia meglio essere dipendenti dall'alcool che dai cazzi dei ragazzi- le sorrisi, per poi alzarmi da tavola e andarmi a sfogare con il sacco da box.
Dal nervoso mi dimenticai anche di mettermi i guantoni e le mie nocche, ad ogni impatto con il sacco, sanguinavano di più.
Sentii il sangue scivolarmi sulle mani e il sudore impregnarmi la fronte.
Allora mi tolsi la maglia, rimanendo in reggiseno.
Alla porta bussavano ininterrottamente e, stufa di quel rumore che disturbava la mia ira, spalancai la porta, appoggiandomi allo stipite.
Grayson mi guardò da testa a piedi, soffermando il suo sguardo sul mio seno prosperoso e sulla mia pancia piatta scoperta, che lasciava intravedere i fianchi morbidi.
-Grayson- lo richiamai -dimmi-
Lui distolse lo sguardo, respirando profondamente.
-È una cogliona- ammise -che stavi facendo? -
Gli mostrai le nocche sanguinanti e lui, preoccupato, chiamò Ethan, che arrivò subito.
-Io devo andare a fare un colloquio- disse Grayson -Ethan medicale le nocche-
Gray mi lasciò un bacio sulla guancia e se ne andò frettolosamente.
Lo sguardo di Ethan percorse tutto il mio corpo scoperto e sudato.
-Non mi farò toccare da te- ringhiai, rientrando in camera, ma due mani forti mi afferrarono.
Ethan mi caricò in spalla, poggiandomi sulla lavatrice del bagno.
-Sei peggio di una bambina capricciosa- constatò duramente.
Lo guardai in cagnesco.
-Comunque Vanessa è uscita con le amiche- mi comunicò.
Iniziò a medicarmi, dopo varie mie opposizioni.
Una volta finito, uscimmo dal bagno.
-Un grazie no? - domandò.
-Nessuno ti aveva chiesto di farlo- gli risposi acida.
Si mise davanti a me, impedendomi di avanzare.
-Voglio che tu chieda scusa a Vanessa- mi disse serio.
Io scoppiai a ridere e lui serrò la mascella.
-Nemmeno morta, sei un povero illuso se pensi che lo farò- gli risposi, scendendo poi le scale.
-Elisa
Cosa ne pensate della storia?
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Ring - Ethan Dolan
FanfictionCREDITS TO: @heartscolds (Alaska) & @oops_iamelisa (Elisa) "un passato alle spalle la tormentava,viveva nei ricordi con i suoi scheletri nell'armadio,finché arrivo lui. La faceva sentire libera,la faceva stare bene, si dimenticava degli incubi. Lu...