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Uscì da casa sua sbattendo la porta, iniziai a correre sapendo che anche la persona di cui mi fidavo ciecamente mi aveva mentito.

Uscì dal palazzo e successivamente entrai in macchina, mi presi la testa tra le mani lasciando cadere qualche goccia di lacrima sulle guance.

Mi appoggiai al finestrino e, proprio in quel momento, mi accorsi che stava piovendo.

Seguii con il dito la strada di una goccia di pioggia che correva sul finestrino.

Misi le mani sul volante stringendolo forte, mi asciugai le lacrime e mi sistemai i capelli dietro alle orecchie.

Accesi la macchina e spinsi sull'acceleratore, guidando per una meta indefinita.

Passai così due ore in macchina finché non arrivai in una piccola spiaggia deserta.

Nessuno aveva mai ammirato il mare nelle giornate piovose ma io amavo quella visione perché mi tranquillizzava.

Mi stesi sulla sdraio protetta da un grande ombrellone blu.

Rimasi incantata dalle onde del mare con lo sfondo del cielo grigio, poteva sembrare strano ma mi piaceva.

Allora, dopo poco, gli occhi si fecero sempre più pesanti finché non caddi in un sonno profondo.

Mi svegliai a causa della mia suoneria, aprì gli occhi e mi ritrovai in spiaggia: il cielo era diventato blu.

"Pronto?" dissi con voce addormentata.

"Ariah ma dove sei? Ti ho chiamata venti volte "rispose Grayson con voce preoccupata.

"Ehm...sono un po' lontana da casa credo"

"Come? Ariah ma dove sei?"

"In una spiaggia "risposi guardandomi intorno e, successivamente, mi iniziai a dirigere verso l'auto.

"Dammi un'ora e sono a casa"

"Ariah se vuoi ti vengo a prendere"

"Me la cavo da sola Gray, grazie comunque "risposi velocemente.

Dopo un'ora buona arrivai a casa, da fuori si potevano vedere tutte le luci spente, ad eccezione di quella del soggiorno.

Entrai in casa chiudendo la porta alle mie spalle, quando mi accorsi che Grayson era seduto sul vecchio divano.

"Ariah ma dove cazzo eri?"

"È successo un casino "mi sedetti accanto a lui, emettendo un forte sospiro.

"Racconta"

Gli raccontai tutto: di Mason e del giro di droga in cui si era cacciato, gli raccontai di quanto avrei voluto lasciare quello stupido bar in cui facevo turni extra sottopagati e di quanto desideravo laurearmi con i massimi voti.

"Mi dispiace per Mason, non so come ti senti ma ti resterò vicino"

"Grazie Grayson "lo abbraccia inaspettatamente e lo lasciai stupito con quel gesto.

"Ma Ethan? "chiesi, staccandomi dall'abbraccio.

"Sta male, sta veramente male per Vanessa. Non mangia da giorni e non esce quasi mai dalla sua stanza" rispose dispiaciuto: era molto brutto per lui vedere suo fratello così.

"Mi dispiace per lui"

"Gray mi metto il pigiama e torno "lo avvisai, cambiando argomento.

"Sì, intanto metto in forno la pizza"

Salì le scale quando sentì dei singhiozzi provenienti dalla camera di Ethan.

Bussai alla porta, i singhiozzi cessarono e non ricevetti risposta.

"Ethan "sussurrai cercando di farmi sentire solo da lui.

"Apri perfavore" anche questa volta non ricevetti risposta.

"Ti ho portato le sigarette "la porta si aprì , rivelando un buio totale.

"Ethan posso accendere la luce non ti vedo "mormorai prendendo le sigarette nella borsa.

"Lascia le sigarette sulla scrivania e esci "aveva la voce roca e bassa.

Mi sedetti sul letto, cercandolo con la mano.

Quando sentì il suo petto caldo a contatto con la mia mano, si spostò facendola cadere sul lenzuolo freddo.

"Non ti voglio chiedere come stai perché so che è una domanda stupida o dirti che troverai il modo di perdonarla, sono solo qui per darti le sigarette e dirti che puoi usare il mio sacco da box "cercai la scrivania e, una volta trovata, ci posai le sigarette.

"Ora vai"

Mentre uscì dalla stanza sentì un'altra parola che non riuscì a capire ,ma non c'era bisogno di parole per descrivere il male che stava provando.

-Alaska

Ring - Ethan DolanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora