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Da quella serata Vanessa non era più tornata a casa, anche se spesso la trovavo seduta sugli scalini del nostro palazzo e mi supplicava di chiamarle Ethan.

 Era passato quasi un mese, all'inizio Ethan era spesso cupo ma ormai faceva di tutto per sviare ogni discorso che riguardasse la sua dolce metà.

 A quanto avevo capito, grazie a Grayson che, dopo una pinta di birra insieme, aveva deciso di parlarmene, Vanessa faceva lavori "sporchi" in discoteca all'insaputa del suo ragazzo.

 Comunque, Ethan aveva iniziato ad allenarsi a box con me.

 Non che ne fossi contenta, ma mi sentivo meno sola, potevo sfogarmi con più facilità.

 Mentre pensavo a questo, attendevo impaziente nello scantinato il gemello, che come al solito era in ritardo.

 -Mi pareva di averti detto di arrivare in tempo, cazzo!- urlai, sentendo Ethan scendere le scale.

 -Calmati- mi rispose, infilandosi i guantoni.

 Fece appena in tempo ad indossarli che io iniziai a colpirlo, mentre lui si parava dai miei ganci.

 -Quanta aggressività, la micetta ha tirato fuori gli artigli?- mi domandò sarcastico, fermandosi per prendere fiato e bere un sorso d' acqua.

 -Sarà che Mason ti ha venduto un po' della roba che spaccia?- continuò.

 Mi pietrificai.

 -Abbiamo amici in comune...Mason è dentro a uno dei giri più degradanti di spaccio...Perfavore stai attenta- mi fissò serio.

 -Perché te ne interessi? - chiesi.

 -Perché mi auguro che tu non ti cacci nei guai, come fai di solito- rispose leggero, rendendosi solo dopo conto di quello che aveva affermato.

 Gli sorrisi beffarda, per poi prendere gli auricolari e correre verso casa di Mason.

 I miei capelli oscillavano legati in una coda a causa della corsa, il respiro era affannato, ma comunque arrivai a casa di Mason.

 In quella viletta a schiera viveva Mason con due amici...in effetti mi sentivo realmente stupida: perché non mi ero mai domandata come potesse mantenersi Mason, non studiando ma semplicemente facendo il dj ad alcune serate in discoteca?

 Suonai insistentemente il campanello e, Jason, uno dei due coinquilini, mi aprì la porta con un viso assonnato.

 Lo sorpassai senza salutarlo e mi diressi in salotto, dove trovai Mason stravaccato sul divano.

 Mi interposi tra lui e la TV, che trasmetteva un match di football.

 -Mi fai schifo- sputai acida.

 -Che succede piccola?- rispose, completamente stupefatto.

 -Almeno è buona la roba che spacci?-

 Sembrò capire all'istante e scattò in piedi, posando le sue mani sulle mie spalle.

 -Ti posso spiegare- annunciò pacatamente.

 I miei occhi divennero lucidi.

 -Mi fidavo di te.- una lacrima mi rigò il viso e gli tirai una sberla prima di andarmene.

 La mia vita era ufficialmente una merda.

 -Elisa

Ring - Ethan DolanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora