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Svegliai Mason solo dopo aver finito le versioni, così da evitare distrazioni durante lo studio.

Mi fissò dolce con i suoi occhi blu e, con la bocca ancora increspata dal sonno, si fiondò sulle mie labbra.

Approfondii il bacio, mettendomi a cavalcioni su di lui mentre le sue mani vagavano sul mio corpo.

Ero stupita dal fatto che ci stessimo semplicemente baciando, senza accennare a levarci alcun indumento.

Il suo telefono iniziò a squillare ininterrottamente.

Sbuffando, Mason interruppe svogliatamente il bacio.

Scesi dalle sue gambe e, voltandomi, notai la porta che si stava per chiudere lentamente per mano di Ethan incazzato che, con i pugni serrati, si dirigeva fuori dalla mia stanza.

"Devo andare a casa, mamma vuole che la accompagni dal meccanico...Sai le donne e i motori non vanno d'accordo!" Esclamò divertito, mostrandomi un sorriso candido con tanto di fossette.

Lo accompagnai alla porta e, dopo aver ricevuto un bacio sulla fronte, mi diressi nello scantinato, pronta a sfogarmi con la box.

Scendendo le scale, iniziai a svestirmi: tolsi la maglia, rimanendo in reggiseno e leggings.

Non mi guardai attorno, mi diressi verso il sacco e iniziai a prenderlo a pugni, curandomi solo dopo di indossare i guantoni.

Come al solito le nocche sanguinarono, ma riuscii a calzare i guantoni prima di riaprire le ferite precedenti.

Sferrai ganci, così tanti che persi il conto.

Improvvisamente sentii due mani stringermi la vita e allontanarmi dal sacco.

"Basta così" mi sussurrò dolce...Ethan.

Ethan!

Tra tutti gli esseri umani, proprio lui?

Mi levai le sue mani di dosso.

"Che ci fai qui?" chiesi, abbastanza scocciata.

"Ti osservavo. Sei brava, anche se dovresti tener conto della tecnica" mi fece notare, sorridendo leggermente.

Le sue fossette erano profonde, più di quelle di Mason.

"Tu dovresti invece tener conto che, fare irruzione nella camera degli altri e andarsene incazzato, non è considerato un gesto di buona educazione" risposi a tono, come sempre.

Ridacchiò, alzando gli occhi al cielo.

"Ho per caso interrotto qualcosa, prima? Carino quel Mason, peccato che sembra il Ken delle Barbie.

E tu sei tutto tranne che bionda, piatta e vanitosa" ironizzò fissandomi il seno, per poi tornare a scrutare il mio viso.

"Non sono affari tuoi ...ma sembra che ti abbia infastidito ciò che pensi di aver interrotto" ribattei, curiosa di sentire la sua risposta.

Rimase incerto su cosa dirmi per un po'.

"Non devo dare spiegazioni a nessuno, tanto meno a te...E anche se fosse?"

"Se fosse così, non penso che Vanessa ne sarebbe contenta"

Lui si voltò, scrutandomi un' ultima volta per poi risalire le scale e sparire dalla mia visuale.

ETHAN'S POV

Strano come le persone abbiano il potere di incasinarti, vero?

Mentre mi spruzzavo litri di profumo, stretto in una camicia nera, pronto per la discoteca, cercavo invano di scordarmi il viso arrossato di Ariah e il suo corpo prosperoso e tonico.

Vanessa non era già più in casa, mi aveva detto che sarebbe andata a mangiare sushi con le sue amiche del corso di yoga.

Decisi di non avvisarla così da evitarle preoccupazioni ed evitarmi la solita litigata.

Salii in macchina e, presto, raggiunsi la discoteca e i miei amici.

In poco tempo fummo dentro e Nate mi fece notare quanto la musica fosse fantastica, mentre Jace ci   guidava già verso il bancone degli alcolici.

Mi sedetti su uno sgabello qualsiasi, sorseggiando il primo di tanti bicchieri.

Di tanto in tanto, rifiutavo inviti a ballare e numeri di telefono di ragazze che nemmeno conoscevo.

Muovevo la testa a ritmo di musica, ormai abbandonato dai miei amici che erano spariti in bagno con alcune ragazze o che erano già troppo ubriachi -o fatti- per reggersi in piedi.

Alzai lo sguardo solo quando vidi un faro illuminare un palo e una ragazza bionda coperta solo da un perizoma e una magliettina bianca e bagnata, che lasciava vedere completamente il seno -sicuramente rifatto-.

Iniziò ad esibirsi, strusciandosi a volte sul palo, a volte su qualche ragazzo.

Sorrisi nel vedere lo sguardo estasiato di alcuni ragazzini molto più piccoli di me che sicuramente erano entrati alla festa esibendo carte d'identità false o tramite sotterfugi.

Ma il sorriso mi morì in gola quando la ragazza si voltò e mostrò il suo viso: era Vanessa.

La mia Vanessa.

-Elisa

Ring - Ethan DolanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora