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I giorni trascorsero veloci in compagnia dell'altro gemello, Grayson.

Gray sembrava aver compreso che qualcosa non stesse funzionando e aveva deciso che fosse giusto, sia per me che per lui, visto soprattutto l'inaspettato arrivo di Vanessa che era ripiombata in casa nostra ma soprattutto nelle nostre vite, permetterci il lusso di staccare un po' da tutto e da tutti.

Ci davamo appuntamento a Starbucks e, finito il lavoro, andavamo a correre assieme.

Spesso ci fermavamo a guardare le stelle, quando ormai era sera e, grazie ai nostri piedi veloci, ci trovavamo lontani da casa.

Rividi addirittura Mason che mi venne a trovare al lavoro.

Stavo pensando ai giorni scorsi quando, quasi inconsapevolmente, aprii la porta di casa.

Rimasi sbalordita dal caos che regnava e dalle urla disumane di Vanessa.

Salii le scale e la trovai che imprecava.

"Che c'è? "le chiesi, sforzandomi d'essere gentile.

"Vedi! Cazzo... Non mi viene la linea dell'eyeliner" urlò nervosa.

"Calmati e dammi qua" le strappai il cosmetico dalle mani e mi affrettai a disegnare una linea decente e che somigliasse minimamente a quella dell'altro occhio.

Senza aspettare un ringraziamento, scesi le scale e iniziai ad apparecchiare la tavola.

Sentii la porta sbattere e l'eco dei passi avvicinarsi.

Ethan.

Perfetto! Io e Ethan da soli, chiusi in quattro mura.

In realtà avevo cercato di evitarlo per tutta la settimana e, penso, che avrei continuato a farlo, anche se era un gesto immaturo.

"Ho sentito dell'ascensore le urla di Vanessa, l'hai per caso uccisa?" rise sotto i baffi ma smise di farlo quando si accorse che rimasi impassibile alla sua "battuta".

"Non le veniva bene il trucco" gli spiegai a bassa voce, guardando tutto fuorché i suoi dannatissimi occhi.

"Ariah" disse in tono cantilenante.

"Sì è il mio nome, cosa vuoi?" chiesi fingendo indifferenza, mentre posizionavo le posate.

"Stasera io e Vanessa non ceneremo a casa" disse a bassa voce e poi mi fissò, in attesa di una mia reazione.

Sinceramente la mia mente sembrò spegnersi, d'istinto ritirai le posate dal posto di Ethan e di Vanessa.

"Dimmi qualcosa" supplicò ma i suoi occhi si spostarono sulle scale, dalle quali scese Vanessa, stretta in un Top e una gonnellina blu.

Il trucco era decisamente più marcato rispetto a quando, poco prima, l'avevo vista e faticava a reggersi sui tacchi, infatti trovò appoggio sulla spalla di Ethan.

"Come sto?" chiese Vanessa, guardando divertita prima me e poi Ethan.

Mi venne da piangere, forse perché la mia mente decise di ricordarmi quanto il ragazzo davanti a me mi avesse incasinato la vita.

Allora tirai rumorosamente su con il naso e abbassai lo sguardo, presi un fazzoletto e, fingendo di soffiarmi il naso, mi tamponai gli occhi.

Ethan mi guardò disorientato e preoccupato e io usai la scusa di un semplice raffreddore per motivare gli occhi lucidi e il naso tappato.

"Comunque penso di comprare dei cerchietti a tema natalizio per tutti noi cosicché possiamo fare una foto da inviare a mia zia" propose Vanessa, eccessivamente entusiasta.

"Bella idea" finsi interesse, mentre sorseggiavo il mio caffè.

Mi accorsi che Ethan mi fissava estasiato e incrociò le sue gambe, segno che era eccitato.

Avevo imparato a leggerlo nel pensiero e sapevo a cosa stesse pensando mentre mi guardava, così mi affrettai a finire di bere.

Vanessa mi mostrò un catalogo natalizio e arrivò alla pagina degli accessori a tema da indossare.

"Quale mi starebbe meglio tra questi cerchietti?" mi chiese.

"Le corna da renna" le risposi ed Ethan mi guardò sconcertato per poi ridacchiare sommessamente.

Lo fulminai con lo sguardo perché sì, io ed Ethan avevamo avuto altre "avventure" fino a qualche giorno prima.

"Ora andatevene" gli dissi, accompagnandoli al portone.

Una volta che uscirono, mi accasciai davanti all'uscio e piansi tutte le lacrime che avevo in corpo perché sì,

Sì, Vanessa non mentiva: stavano davvero uscendo di nuovo insieme.

-Elisa
Siamo felici che la storia vi sto piacendo💞

Ring - Ethan DolanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora