Era mattina presto ed ero appena uscita di casa.
Le mie giornate erano sempre le stesse: andavo al bar, uscivo con Mason, tornavo a casa e piangevo ascoltando sempre la stessa canzone.
Arrivai presto al bar, nonostante fosse mattina non faceva molto freddo rispetto alle solite mattine autunnali.
Aprì la porta di ingresso e subito notai Esteban già dietro al bancone con la solita espressione sul viso.
"Giorno Ariah, ti ricordo che oggi devi fare anche il mio turno pomeridiano, non dimenticarti del favore del turno che ti ho fatto sabato sera "disse furbamente già pensando al suo pomeriggio fantastico passato a pescare.
"Sì sì, buongiorno anche a te "sbuffai togliendomi la giacca e mettendomi il grembiule da lavoro.
Il tempo passò velocemente finché arrivò l'ora di pranzo: solitamente venivano poche persone, per mia fortuna.
L'aprirsi della porta attirò la mia attenzione quando vidi i capelli biondi di Mason.
"Poca gente il mercoledì?" chiese, sedendosi in uno degli sgabelli del bancone in marmo.
"Che ci fai qui?" iniziai a pulire il bancone non sapendo cosa dire.
Conoscevo Mason da due anni lo avevo conosciuto su Internet, scriveva dei testi spettacolari allora un giorno mi decisi a scrivergli.
Così nacque la nostra amicizia, ci incontrammo per la prima volta sei mesi fa, quando arrivai in questa città.
"Niente stavo passando di qua, quando mi sono chiesto: perché non andare a trovare la mia amica Ariah?"
"Perché hai chiamato Ethan l'altra sera? Sai benissimo che non riesco a sopportare lui e la sua gentilissima fidanzata "chiesi, scocciata al pensiero di Vanessa.
"Era il primo contatto che mi era venuto in mente "ridacchiò.
"Stai zitto "gli lanciai un tovagliolo in faccia e scoppiai a ridere.
"Hai da fare dopo?"
"No niente in particolare "dopo aver affermato questa frase mi ricordai che dovevo tradurre tre versioni di latino.
"No, cazzo! Ho da fare latino "imprecai buttando la spugna nel lavello.
"Dai Ariah è da tanto che non passiamo del tempo insieme "cercò di convincermi inventando una scusa.
"Mi farai da sostegno morale quando tradurrò le pagine"
"Eh va bene, quanto sei noiosa "puntò gli occhi al cielo alzandosi dallo sgabello e avvicinandosi da dietro il bancone.
"Allora a dopo "mi stampò un bacio sulle labbra e fatto questo uscì dal locale.
Era strano che mi avesse baciato, ma d'altra parte a volte ci lasciavamo andare e ci ritrovavamo su un letto disfatto senza vestiti addosso, quindi non mi stupii più di tanto.
Finito il turno pomeridiano raggiunsi la mia auto nel parcheggio e guidai verso casa.
Una chiamata dal telefono mi fece sobbalzare.
Quando lessi il nome 'papà' sullo schermo rabbrividì.
Avrei voluto così tanto che quell'uomo che mi stava chiamando non fosse mio padre.
Riattaccai l'ennesima chiamata e lanciai il telefono nella borsa.
Mia madre morì 8 anni fa per colpa di mio padre.
Ricordo ancora quel giorno in cui ero appena tornata a casa da scuola e delle urla provenienti dal bagno mi fecero correre al piano superiore.
La scena che mi ritrovai davanti era quella dello stesso incubo che ogni notte mi tormentava.
Mio padre affogò mia madre nella vasca davanti ai miei occhi e io, a soli 10 anni, non riuscì a fermarlo.
Mio padre era sempre stato pazzo: quotidianamente picchiava mia madre e la costringeva a mentire per quanto riguardava i lividi sul suo corpo.
Negli ultimi anni di assenza di mia madre me l' ero dovuta cavare da sola.
Completamente abbandonata a me stessa.
Tornavo a casa da scuola e alla sera quel mostro ubriaco abusava di me e io non potevo scappargli.
Cercai mille volte di scappare finché un giorno riuscì a prendere il primo aereo per il New Jersey e a scappare dal mio orribile passato che ogni giorno mi tormentava.
Arrivata a casa, non c'era traccia di una Vanessa strillante, di un Ethan scocciato e di un Grayson che iniziasse a chiedermi di come avessi passato la giornata.
Mi diressi in camera, cambiandomi i vestiti e chiamai Mason per dirgli che ero a casa.
Due minuti dopo me lo ritrovai sul mio letto che cercava di togliermi il libro dalle mani.
"Mason ridammi il mio libro di latino! "lo rimproverai saltando per prendere il libro che stava lanciando in aria.
"Prendilo se ci arrivi "rise.
Riuscì ad afferrarlo e finalmente mi lasciò tradurre le mie versioni.
Dopo un'ora, quando ebbi finito, guardai verso il mio letto e vidi Mason che dormiva teneramente tra le coperte del mio letto.
Sorrisi nel vederlo e mi avvicinai a lui, appoggiando la testa sul suo petto, e, inaspettatamente, mi circondò il fianco con un braccio.
Qualcuno bussò alla porta.
Ethan fece capolino nella stanza e nel momento in cui stava per aprire bocca scosse la testa, guardandomi male, come se gli avessi fatto un torto e, poi, se ne andò via, sbattendo la porta.
-Alaska
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Ring - Ethan Dolan
FanfictionCREDITS TO: @heartscolds (Alaska) & @oops_iamelisa (Elisa) "un passato alle spalle la tormentava,viveva nei ricordi con i suoi scheletri nell'armadio,finché arrivo lui. La faceva sentire libera,la faceva stare bene, si dimenticava degli incubi. Lu...