Capitolo 26.
"Perchè? Cos'è che vuoi davvero?" urlò Hermione, ormai spaventata da quel mostro che non aveva niente a che vedere con quel bambino conosciuto 12 anni prima.
"Che tu resti qui! Presto capirai che non te ne saresti mai dovuta andare!" sbraitò lui, ormai fuori di sé dalla rabbia.
"Allora perchè tutta questa fretta di portarmi via?" chiese lei, cercando comunque di ottenere delle risposte e, dentro di sé, si senti una stupida.
Non aveva capito a pieno la gravità della situazione e credeva davvero di potercela fare ma non era così. Quella non era la guerra che aveva combattuto un anno prima, quella era una cosa ben peggiore.
Se la tortura di Bellatrix le era sembrata crudele e sofferente, quello che stava per farle lui era infinitamente peggio.
Le aveva spezzato il cuore. Ed è la cosa peggiore che un uomo può fare ad una donna innamorata.
L'aveva portata via dal manicomio, dove aveva rivisto frammenti di quel primo sogno che aveva fatto dopo la visione della Cooman e si diede della sciocca per non essersi applicata di più quando poteva.
La Cooman aveva cercato di avvertirla, sperando che lei capisse. Aveva avvertito la McGranitt sperando che le credesse e che la persuadesse dal fare qualsiasi sciocchezza, inclusa quella.
L'aveva rinchiusa in una stanza a lei fin troppo famigliare completamente spoglia e abbandonata.
"Perchè ho in serbo una bella sorpresa per i tuoi amici, quando arriveranno" si lasciò sfuggire lui, intenzionalmente.
"Cosa? Di chi parli?" chiese ella, non potendo credere alle sue orecchie: le aveva mentito. Lui sapeva che sarebbero comunque corsi in suo soccorso, nonostante lei avesse detto loro di non farlo, cosa di cui adesso ne era più che grata.
"Dei tuoi amici e del tuo amante" disse, sussurrandogli quell'ultima parola all'orecchio. Le ci volle poco per capire a chi si riferisse.
"Tu! Hai visto tutto" disse con la voce ridotta ad un sussurro. Era stata una sciocca ad esporsi così sapendo che l'aveva tenuta d'occhio, ma non aveva resistito. Aveva aspettato per quattro lunghi mesi quel bacio e poi, per colpa di esso, aveva condannato a morte altre ragazze innocenti.
"Sì, ogni singolo respiro, contatto, affanno tra voi due. Ogni singolo gesto, carezza e sorriso" confidò lui e, nel mentre, nella mente di lei si materializzarono tutti i momenti passati insieme a Draco.
"E c'era bisogno di fare tutto questo?" chiese lei, ormai con gli occhi lucidi.
"Sì, per farti capire cosa ho provato in quel momento!" continuò Jack.
"No, tu sei malato, Jack hai bisogno di cure" disse lei, cercando di convincerlo che il suo fosse veramente un problema mentale.
"Curare me?IO sono la Cura"disse prima di aggredirla violentemente.
"JACK!!" urlò lei mentre vedeva il braccio, con cui di solito teneva il pugnale, abbassarsi sulla sua nuca.
***
Draco si svegliò madido di sudore. Stava appena albeggiando e gli altri dormivano ancora sereni.
Era in ansia per Hermione, nonostante Ron affermava che era solo una viscida serpe che non provava alcun sentimento di quel tipo, non sapeva quanto di sbagliava.
Non la smetteva di pensare che, se fosse successo qualcosa di terribile, la colpa fosse da imputare solo a lui.
Per questo aveva proposto di muoversi, quella mattina stessa, perchè ogni minuto poteva essere prezioso, ed il suo sesto senso gli diceva che ormai stavano arrivando alla fine di quel mortale gioco senza senso.
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Unchain my Heart || #Wattys2017
FanfictionFanfiction - Dramione. Ormai è passato un anno dalla fine della Seconda Guerra Magica ed Hogwarts è pronta a riaprire i suoi cancelli ai suoi cari studenti, sia al favoloso e famoso Golden Trio, ammirato da tutta la popolazione magica per il suo co...