Resa dei conti

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Capitolo  28.

Si stupirono tutti e quattro quando, in soli pochi minuti, giunsero a destinazione.
La casa era circondata da un cortile di medie dimensioni, in cortile modesto dove c'era spazio giusto per due automobili. Il cortile era pieno di erbacce e Draco si chiese da quanto tempo era rimasta vuota e abbandonata. Harry ipotizzò che i signori Granger avevano lasciato la casa quando Hermione aveva cancellato loro la memoria. Con chissà quale scusa, aveva fatto in modo che partissero, il prima possibile, per l'Australia.
Dopo qualche minuto di esitazione, si decisero a fare quei pochi passi che avrebbe permesso loro di entrare in casa e salvare Hermione. Draco era certo che fosse dentro quella casa, se lo sentiva ed il suo istinto da serpe quasi mai lo aveva ingannato.
"Ci siamo, stavolta è il posto giusto" disse ad alta voce Harry, come se volesse infondere coraggio ai suoi amici. In realtà, si chiedeva se, una volta entrati, avrebbero trovato Jack ad aspettarli al varco.
"Forza chiudiamo questa faccenda è salviamo Hermione!" disse Ginny decisa a salvare l'amica da quel pazzo. In verità, si dava la colpa per quello che le era successo,  perché non le aveva detto dei suoi timori perché invece di parlarne da amiche, l'aveva accusata senza sapere la verità.
Così insieme varcarono il cancelletto  di ferro ricoperto di ruggine, aprendolo emise un cigolio raccapricciante che temettero che lui li avesse sentiti entrare.
Decisero che ormai era tardi per tornare indietro e, con le bacchette pronte nelle loro mani, si sentirono pronti per quello che sarebbe potuto accadere all'interno dell'abitazione.
Mentre Ron tremava e sudava freddo per via della tensione  e della paura, per Draco l'unica cosa che gli interessava era trovare Hermione e portarla via da quel mostro. Ormai non pensava ad altro se non trovarla e riportarla al castello di Hogwarts.
Harry guardò di sottecchi Draco e notò quanto fremesse nel poter rivedere Hermione. Allora capì: capì quanto lui tenesse a lei, molto più di quello che avesse mai potuto pensare, forse si diceva, la amava molto più di quanto Ron avesse mai fatto.  
Sorrise ma non disse nulla e spronò gli altri a proseguire.
Harry e Draco avanzavano per primi, alle loro spalle rispettivamente Ginny e Ron.
Harry tese il braccio ed apri la porta che era socchiusa.
"Credo che ci stia aspettando. Oppure non si aspettava visite" dedusse Harry.
"Allora non facciamolo aspettare" disse Draco.
Appena entrati si ritornarono un modesto salotto. La loro unica luce era quella del sole che stava tramontando, avevano perso parecchio tempo in quel manicomio, e ben presto non avrebbero avuto più nessuna luce. Dovevano sbrigarsi prima che il sole sparisse all'orizzonte.
La fioca luce del sole rivelava quel poco mobilio coperto da teli bianchi, come se qualcuno volesse preservare quel poco che c'era in quella stanza per un eventuale ritorno.
Accanto alla cucina, Draco noto una piccola scala che saliva.
"Andiamo di sopra a vedere" propose lui e gli altri lo seguirono al piano superiore.
La scala pareva ancora più vecchia e fragile; cercarono di fare il meno rumore possibile. Vi erano pochi gradini su quella scala e la percorsero in tutta fretta. In pochi secondi si ritrovarono in uno stretto e lungo corridoio con quattro porte tutte sul lato sinistro.
Ron aprì la porta più vicina a lui, sotto gli occhi stupiti dei compagni, ma si risollevarono quando videro che la stanza era vuota.
"Per fortuna è solo il bagno!" lo riprese la sorella.
Ron fece spallucce e proseguirono con la prossima porta.
La aprì Harry, lentamente, e risultò vuota anche quella.
"Niente nemmeno qui" constato Draco.
Ginny provò con la porta successiva, che risultò essere la camera patronale.
"Rimane una sola porta" disse Draco e  si precipitò speranzoso e la spalancò.
"Non è possibile!" fu la sola cosa che uscì dalla sua bocca. Vuota anche quella.
"Doveva essere la stanza di Hermione" immaginò Ginny che riconobbe alcuni dettagli che l'amica le aveva spesso raccontato della sua camera.
"Non è possibile! Deve essere qui!" Draco iniziava a perdere le speranze.
"Forse siamo di nuovo nel posto sbagliato!" disse Ron dopo aver preso l'ennesimo abbaglio.
"No sono certo che siamo nel posto giusto!" sostenne Draco, più che certo delle sue deduzioni.
Mentre i tre ragazzi erano intenti a litigare su chi avesse ragione oppure torto, Ginny fu l'unica a notare una cosa che, in una camera da letto di una ragazza adolescente ed intelligente come Hermione, era certamente fuori posto.
"Ragazzi" cercò di richiamare la loro attenzione ma con scarso successo.
"EHI VOI TRE!" urlò quasi la rossa pur di farsi sentire.
Dopo aver ottenuto il risultato sperato, indicò loro la parete accanto al letto.
Su di esso era dipinto, con un liquido non ben definito, una frase scritta con fretta e senza badare molto alla calligrafia.
La frase era breve ma concisa.

Unchain my Heart || #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora