3 - L'austriaco di gesso

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Le compagnie che costituivano il reggimento iniziarono a dissolvere gli schieramenti, dirigendosi a passo di marcia verso Brunau, per occuparsi di alloggi, equipaggjamento, stivali e riposo.

- Non ce l'avete con me, vero Prochor Ignatovic?

Disse il capitano di reggimento in direzione del capitano di battaglione, quando il suo cavallo (raggiunta la terza compagnia), si trovò di fronte il capitano Timokhin.

La sua faccia era rivestita dall'incommensurabile soddisfazione provocatagli dal successo ottenuto dall'ispezione terminata così felicemente.

- Siamo qui per servire l'imperatore... sapete come vanno queste cose... a volte durante le parate é necessario mostrarsi bruschi... sono il primo ad esserne costernato... voi mi conoscete... il comandante in capo si é mostrato estremamente soddisfatto...

E gli tese la mano.

- Non c'é neanche da dirlo... non mi permetterei mai di pensare...

E mentre il suo naso arrossiva orgogliosamente, tra un orecchio e l'altro apparve un enorme sorriso offuscato soltanto dal vuoto lasciato dall'assenza di due denti, abbattuti dal un calcio di fucile ad Ismail.

- E dica anche al signor Dolochov che avrò premura di tenere sotto controllo la sua situazione, e che può stare tranquillo... avevo sempre desiderato chiederle... come si dice... come si sta comportando... ed in generale...

- Esegue tutti i suoi incarichi con risultati ineccepibili, eccellenza... ma il suo carattere...

- Cosa si può dire, di questo suo carattere?

- Dipende dai giorni, eccellenza: a volte é ragionevole, intelligente e cortese... ma in certe occasioni diventa una bestia selvaggia. In Polonia, visto che proprio me lo chiedete, é stato quasi sul punto di arrivare ad uccidere un giudeo...

- Certo, certo... Ma bisogna capire... Ha dei problemi... E poi ha delle conoscenze in alto... Quindi fareste meglio a...

- Consideratelo già fatto, eccellenza.

Disse Timokhin, mostrando con un gran sorriso che aveva capito l'ordine del comandante.

- Perfetto, lo farò.

Il comandante si guardò intorno in cerca di Dolochov.

Quando lo vide diresse il cavallo verso di lui.

Raggiuntolo gli bisbigliò:

- Alla prima azione avrà i gradi...

Dolochov si guardò intorno ma non gli rispose, e neanche il sorriso ironico che aveva sul viso lo fece.

- Bene! Molto bene!

Gridò con forza il comandante per farsi sentire da tutta la truppa.

- Date a tutti dell'acquavite! Ringrazio ognuno di voi! Dio sia lodato!

E cavalcò oltre quella compagnia, raggiungendo la successiva.

- È un proprio un brav'uomo, dopotutto... ci si può stare, agli ordini di uno così...

Disse Timokhin al suo ufficiale subalterno.

- Sa proprio come trattare "i cuori"!

Replicò sorridendo l'altro (che alludeva a "re di cuori" il soprannome che avevano affibbiato al comandante di battaglione).

L'umore sollevato dei superiori per il successo dell'ispezione aveva contagiato la truppa.

Tra le compagnie regnava l'allegria, ed un sottofondo di risate accompagnava la scena.

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