31 - La vera verità

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Il comandante desiderava talmente che le cose fossero andate così, ed era talmente dispiaciuto di non essere riuscito a farlo veramente, che si era convinto che fosse successo davvero.

"Chi mai potrebbe obiettare che le cose possano essere andate diversamente?", pensava.

"Chi potrebbe affermare con certezza... In mezzo a tutta quella confusione... di conoscere la vera verità su cosa sia o non sia successo?".

- A proposito, eccellenza... Sono felice di informarla... - Disse, ricordandosi dell'incontro tra Kutuzov e Dolochov alla parata, e del suo ultimo incontro col fuciliere dal capotto turchino - ...che il soldato semplice Dolochov, che era stato degradato, ha catturato in mia presenza l'ufficiale francese, e si é particolarmente distinto nell'azione...

A quel punto Zerkov, guardandosi ansioso intorno in cerca di approvazione, si inserí:

- Io ho assistito all'attacco degli ussari, vostra eccellenza... - In realtà non aveva assistito ad un bel niente per tutta l'azione: ne aveva sentito solo parlare da un ufficiale della fanteria - ...hanno demolito due quadrati avversari...

Istintivamente, molti dei presenti avevano reagito sorridendo alle prime parole di Zerkov (aspettandosi una delle sue solite battute); ma accorgendosi che quello che aveva detto sottolineava il valore dei nostri uomini e di ciò che avevano fatto, assunsero un'espressione seria; sebbene sapessero perfettamente che quello che raccontava fosse una menzogna priva di qualsiasi fondamento.

Il generale guardò il vecchio colonnello:

- Signori! ...Vi devo ringraziare tutti. Tutte le compagnie si sono comportate in maniera eroica: fanteria, cavalleria ed artiglieria...

A quel punto si fermó, e con occhi interrogativi sondò quelli degli altri; poi proseguì:

- Ma perché nel centro sono stati abbandonati due cannoni?... 

Da notare che non chiese nulla dei cannoni sul fianco sinistro perché sapeva benissimo che tutta la batteria era stata abbandonata all'inizio della battaglia.

Puntò gli occhi su quello con l'anello e gli disse:

- Mi sembra di ricordare di avervi inviato là...

- Uno era danneggiato, eccellenza... Per quanto riguarda l'altro non saprei... Sono rimasto là tutto il tempo a dare ordini... E sono venuto via solo quando... Devo ammettere che era molto pericoloso là...

Aggiunse con aria di modestia.

Qualcuno disse che il capitano Tušin stava bivaccando vicino al villaggio, ed era già stato mandato a chiamare.

Il conte Bagration si giró verso Bolkonskij:

- Oh! ...Ma anche voi eravate lì, no?!

L'ufficiale di servizio sorrise ad Andreij e disse:

- Certo... Solo che non ci siamo visti, vero?...

Il nobile Andreij, secco e deciso, gli rispose:

- Io non ho avuto il piacere di vedervi.

Tutti rimasero zitti.

Sulla porta apparve Tušin.

Avanzava timidamente guardando le schiene dei presenti.

Come gli succedeva sempre quando si trovava sotto allo sguardo dei superiori, in quella stanza affollata di ufficiali di alto grado si sentiva imbarazzato.

Non si accorse dell'asta dello stendardo francese e ci inciampò contro.

Molti dei presenti scoppiarono a ridere.

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